domenica 26 settembre 2010

Ci sono ancora uomini che perdono la testa per un paio di gambe e un bel culo?

Riuscite a immaginare cosa possono produrre le fantasie un po’ indagatrici un po’ perfide un po’ goliardiche di Bubi e Giulì a forze unificate?

Ecco, sappiate che la realtà può superare anche la più fervida congettura!

Bubi e Giulì si cimentano innanzi tutta in una sorta di messaggio erga omnes, urbi et orbi…: bellissima, sei sempre un incantevole pensiero!

Frase deflagrante, per chi è in sospirante attesa di un segnale e per chi lo riceve a sorpresa. Perché è in perfetto equilibrio tra semplice gentilezza e stuzzicante adulazione…perché è elegante e al tempo stesso calda…perché infervora l’ego delle esigenti e accarezza la dolcezza delle romantiche.

Bravi, Bubi e Giulì.

Quando poi prendono la mira e rispondono a qualcuna con sms più personalizzati, Bubi e Giulì sfiorano altissime vette di acrobazia dialettica.

Riporto solo quanto replicano a Lella e Paoletta. A Lella, la crocerossina che ha appena lanciato audaci avances, Bubi e Giulì rifilano una stoccata da maestri: significa che hai sessualmente voglia di me, Lella? Beh, prima o poi potrai soddisfarla. Bacio.

Con buona pace delle mistificazioni Lella deve fare i conti con il fatto che il piacere sessuale non è la conferma di benedizioni sentimentali….

A Paoletta che invece merita un plauso per effervescenza Bubi e Giulì scrivono con tono erotico e complice: sarà quel che sarà, la prospettiva è comunque inebriante, Paoletta. Incontro carnale e vocale, meraviglia!!! A presto, appassionatamente.

Quelle che si sono scatenate dopo il messaggio universale non brillano di originalità, bisogna dirlo. Una rasenta il ridicolo: Bubi, davvero?!

E Giulì: ma questa si aspetta un sms di giuramento sulla veridicità del messaggio?!? Bubi, che donne! Dario, il tuo amico Dario, le stende tutte…

Verissimo! Ma non farti sentire da Pedro, eh eh!

Pedro sa sempre tutto, Bubi, ma per ora è in stand by. E mi ha imposto addirittura un finale aperto…

D’altra parte, Giulì, qui il finale non potrebbe che essere aperto, no?!

Ridono, insieme.

Se avete in mente la canaglia, il latin lover, il seduttore cinematografico ho rappresentato male Bubi, accidenti. L’anima di Bubi non è mai più sporca di quelle che incontra. Al massimo si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda. Conosce ferocia e assurdità dell’umana natura e ha scelto di essere, al più, irriverente. Forse solo per sopravvivere… E infatti ancora stupisce, signori, per garbo morale e intelletto. Ogni tanto è necessario ricordarlo. Anche, forse soprattutto, a quelle donne che saltano a piè pari una considerazione essenziale: quella di essere come molte altre donne…!

Bubi ha trovato gaudio in pertugi stretti e in caverne più vaste, tra selve bionde o more, nella tonica morsa di agili gambe e nel morbido abbraccio di qualche abbondanza. E’ stato accolto sul seno acerbo e su quello generoso, nelle umide bocche di femmine svezzate e di giovani apprendiste. Tra qualche esplorazione anale e molte stravaganze eccitanti Bubi ha dato e preso godimento. Ha penetrato donne calde e donne frigide. Ha lasciato che il suo corpo fosse preda di mani e lingue avide o timide e che il suo sesso potesse provare brividi e brividi e brividi…Bubi ha ascoltato, ha parlato, ha guardato.

Ogni donna è un mondo, ne è convinto.

Ma alle donne non guasterebbe un po’ di umiltà, un po’ di intelligenza relazionale, un po’ di ironia, insomma.

Ci sono ancora uomini che perdono la testa per un paio di gambe e un bel culo? Se ci sono diversi da Bubi! Bubi la testa la tiene saldamente attaccata al collo, ecco.

Che poi, dice Giulì, le proprietarie di quelle gambe e di quel culo sono soggetti a rischio….culo, gambe, tette: tutta merce che circola in abbondanza e, talvolta, anche a buon mercato.

Vatti a fidare di quello che ha sbavato troppo per il tuo posteriore o per i tuoi turgidi capezzoli, appena arriva qualche offerta migliore ti saluta e ti dimentica…

Esatto, Giulì!

Bubi domani sera sei con Paoletta e sabato con Anna, giusto?

Giusto, Giulì. Perché? Se hai bisogno disdico o sposto gli appuntamenti, dimmi pure…

Tesoro, so che posso contare su di te! Ma stai tranquillo, lo chiedevo solo per organizzare la prossima cena. Magari domenica…

Benone.

Il finale è aperto ma dobbiamo abbozzare qualche direzione per i viaggiatori accomodati sulle spine, non credi?

Mmmh, non ne sono sicuro, decidiamo domenica.

CONTINUA

domenica 19 settembre 2010

Sesso e parole

Il tuo cellulare ha ricevuto messaggi tutta la sera, guarda un po’, sarà lei?

Vediamo, Giulì…Urca ci sono fiamme vecchie e nuove, che traffico! Perfino la nostra Francy.

Bubi volevo già dirtelo, non trovi che questo rientro di Francy sulla scena sia un po’ strano? Secondo me la birichina ha preso qualche batosta amorosa e ha un po’ rivalutato quel buon killer sentimentale che sei tu!

Non è un’idea peregrina, anzi è assai probabile Giulì. Ma con Francy non indago, ballo così, a schema libero…

Comunque, tira e molla, non l’hai ancora rivista?

No e fa parte della nostra tradizione eh eh!

Si, è vero Bubi. E poi? Ci sono altri messaggi degni di nota?

Leggi questo Giulì: il destino è il nostro cuore, se davvero lo desideriamo possiamo ritrovarci prima o poi…e allora sarà amore!

Ma questa è a una distanza geografica praticamente impossibile da colmare e ancora gira intorno alle romanticherie da ombelico del mondo?

Lascia stare la distanza geografica, Giulì, eravamo già lontanissimi quando eravamo vicini!, ride Bubi.

D’accordo, Bubi. Però ora dovrebbe avere in testa ben altro che qualche sogno sciocco, dai! Anche perché ti conosce…

Mi conosce, Giulì?! Ammesso e non concesso che sia così devi considerare la sua personalità.

Contorta, egocentrica, presuntuosa…e un po’ ridicola, direi.

Di più. Ferocemente convinta di possedere qualche virtù esclusiva…

La ricordo testarda, incantata come un disco rotto su quattro idee e convinzioni indiscutibili.

Ossessioni, Giulì.

Però indossava una maschera di allegria, di dolcezza, di apertura, no?

Ecco, proprio una maschera. Un po’ mi spiace per la sua condizione psicologica, Giulì…Una vita così bisognosa di conferme, di apprezzamenti, di adulazioni è un inferno!

Si…ma una così può diventare un inferno anche per gli altri, Bubi. Fortunatamente non sei uomo da cascare nelle trame di quella che fa la donna con la D maiuscola, eh eh! Però adesso non dovresti alimentare le sue cervellotiche elaborazioni con qualche stimolo via cellulare Bubi…Quella è capace di credere che ti manca o che davvero hai qualche rimpianto o che come lei non ne hai più incontrate o roba del genere.

Temo che queste lodi se le farebbe comunque, Giulì! Per lei sono ossigeno per andare avanti…

Capisco Bubi ma tu non aiutarla!

Perché, Giulì, perchèèèèè?! E’ la solita storia. Prenderla un po’ in giro è come farle un piacere, Giulì. Si sente appagata da qualche attenzione, dall’illusione di aver lasciato un vuoto incolmabile, dalla persuasione di essere desiderata e conservata in memoria. E a me fa divertire. Tutto qui. Tranquilla, Giulì. Non è questa la persona alla quale si può far male davvero…E’ corazzata dall’orgoglio.

Magari hai ragione tu, Bubi. Si, direi che hai ragione, accidenti.

Se non sbaglio era lei quella che credeva tu fossi fisicamente attratto “irrimediabilmente” da lei…

Infatti.

Senza mai intuire che ricevevi solo le sue scariche di richiamo?

Mai, Giulì! E’ questo il punto. Non lo avrebbe mai potuto pensare e non lo potrebbe ammettere mai. Tenersi ben salda alla sua verità è la sua salvezza, Giulì…

Comprendo, comprendo. Bene, passiamo a qualche sms più osè, su!

C’è Lella in fregola: confesso che sessualmente non trovo il tuo sostituto e neanche un surrogato accettabile, Bubi. Vorrà pure dire qualcosa!!!

Ah cerca comunque di far passare le voglie erotiche per segnali di feeling emotivo, la crocerossina!

Certo, Giulì…Non è Monica che ti spara subito dopo: Bubi sono sempre calda, quando vuoi…

Ovvio, una ninfomane non si raffredda mai, ride Giulì.

Gustoso quello di Paoletta: non vedo l’ora di riabbracciarti, Bubi. Condiremo il sesso di parole o le parole di sesso?

Rispondiamo a qualcuna, Bubi?

E vaiiiiiiiii, mi fa impazzire questa cosa, brava Giulì!

CONTINUA

martedì 14 settembre 2010

Meglio le donne morbide...

Ehi Giulì cosa mi dici del tuo Daniele?

Parentesi chiusa. E’ troppo tiepido.

Senti, senti la mia Giulì…cerchi l’uomo focoso?

Non mi dispiacciono i focosi, Bubi. Ma non è questo il punto, Daniele è sconcertante perché ha dentro una specie di buco nero…Tu dovresti essere il farfallone superficiale, no? Eppure ricordi quante volte siamo andati insieme a teatro? Quanti musei e mostre d’arte hai visitato con Fiorella? Quanti concerti hai sentito? Quanti libri leggi? Pensa a quanti film hai visto con Teresa…Tu sei colto, curioso, pieno di interessi. Daniele fa il bancario annoiato e basta.

Dai Giulì! Magari è patito di elettronica, và a caccia, è un appassionato di enigmistica, segue documentari scientifici, ama i fumetti.

Niente di tutto questo, Bubi.

Sport?

Troppo pigro per praticarne, troppo spento per fare il tifo, soffrire, esultare, infilarsi nei meccanismi di gioco…

Motori? Giardinaggio? Bricolage?

Macché.

Accidenti Giulì, che fa nel tempo libero?

Inspiegabile, Bubi. Fa un po’ il bravo casalingo in quanto vive da solo e poi… Non so, Bubi, la sua lentezza probabilmente non gli lascia molto spazio per fare altro, ecco, mettiamola così!

Tiepido in tutto: negli slanci, nelle emozioni, nel linguaggio, nel movimento. Forse è più impressionante di uno glaciale perché sorride, non è severo, è morbido nello sguardo e non disprezza alcunché…ma è insulso, disarmante, noioso.

Giulì allora davvero non faceva per te…

Decisamente no.

Bubi ride: tiepido anche a letto?

Mascalzone c’è poco da ridere! Che esperienza…lasciamo perdere, non voglio neanche più pensarci.

E tu cosa mi dici delle donne tiepide?

Per me le tiepide sono quelle ossessionate dall’estetica e dalla moda…

Tipo quella mezza rifatta che aveva le crisi isteriche se le strapazzavi troppo la bocca?

Esatto! E non solo. Ci sono quelle fissate con la dieta, lo shopping, il parrucchiere. Paranoiche, avare in amore e tendenzialmente frigide…

Le cicciotelle sono veramente più allegre e calienti?

Solitamente si. Insomma le donne più affascinanti e coinvolgenti sono quelle che convivono allegramente con il proprio corpo e sono intellettualmente dotate. Quelle che vivono, ecco. Adorano le cose buone…!

In effetti il rapporto con la tavola rivela molte cose delle persone. Chi non ha gola spesso non ha cuore, no?

Quelli che non divorano la tua pizza Giulì sono sempre trattenuti, tesi, contorti, tristi. Le magre perennemente in lotta con i morsi della fame, quelle che vanno avanti a surrogati per tenersi in piedi, quelle che non mangiano mai con le mani, fanno i bocconi piccoli, non riempiono mai il piatto, inorridiscono al solo pensiero del giudizio della bilancia sono noiose, aride, nevrotiche…Non godono e quindi francamente…

Non fanno neanche godere…!

Proprio così. Per un po’ può pure scattare la voglia di sciogliere tutto quel ghiaccio, è come una sfida. Ma con il tempo scema tutto, non sono stimolanti.

Viva le donne morbide, dunque! E, aggiungo io, viva gli uomini che non si depilano, non diventano schiavi di creme e gel, non hanno bisogno di mutande griffate e non passano le giornate in palestra…

Eh eh, sono d’accordo, Giulì. La cura della persona deve essere quella del benessere, sull’eccedenza bisogna mettere una croce nera.

Ma siamo nella società delle apparenze e quelli come noi, Bubi, stanno diventando rarità!

Comunque facciamo bene ad infischiarcene Giulì.

Sicuramente! Dai, però, adesso narrami della nuova conquista…quella con la quale esci domani.

No, ci vediamo sabato, domani è la sera di Paoletta! Anna, quella della piscina…

La stangona con un seno super e la chioma leonina?

Lei, descrizione impeccabile!

CONTINUA

sabato 11 settembre 2010

Anima gemella

Quella con Giulì si rivela una delle loro migliori serate. Insieme ne hanno trascorse di intense, divertenti e memorabili. Ma questa ha qualcosa di commovente, quasi…

Giulì vuole molto bene a Bubi. E’ per questo che riesce ad accettare che sfugga un po’ anche a lei e da lei. Non è un animale solitario per inclinazione naturale, Bubi. E’ un fatto di sottili percezioni, di formicolio a fior di pelle, di picchiettio alle tempie. Il disagio della sensibilità che dilata tutto. E’ come una lente di ingrandimento, coglie tutto il bene e tutto il male accidenti.

A Bubi sta spalmata addosso nonostante quel campari shakerato che ce la mette tutta a sciogliere le tensioni e a svegliare l’allegria. A volte è una magia, il bello diventa bellissimo, si sa. Ma c’è pure lo strazio, credetemi. E Bubi l’ha provato…

E’ il rispetto autentico a tenere Bubi un po’ discosto dall’affetto, dall’amore, dall’amicizia. Bubi c’è. E nel suo cuore vive tutto con profonda energia. Ma dosa le espressioni, le manifestazioni, le dimostrazioni, Bubi. E non è uno sforzo immane. Ormai è istinto.

Preferisce la banalità alle banalizzazioni, Bubi. Ha il terrore delle enfatizzazioni che sgonfiano tutto. E’ sconcertato dalla stolta e crudele ostinazione dei termini assoluti che la gente pronuncia e poi smentisce, tradisce, offende.

Bubi sa che gli esseri umani maltrattano loro stessi, l’umanità, la vita con sconcertante volubilità. Sa che i sentimenti valgono molto di più di quanto l’uomo spesso dimostri di comprendere.

Non è di principi che vuole riempirsi la bocca…Anzi. Preferisce la relatività a quella categoricità sbilenca e opprimente che non parte dal cuore, ecco.

A Bubi piace la carnalità come comunicazione primitiva. Come estrinsecazione ancestrale di sensi non troppo plasmati dal raziocinio, dalle convenzioni, dai condizionamenti…

A Bubi piace il feeling in una battuta con il panettiere, lo sguardo d’intesa con il barista, l’attimo di solidarietà con la vecchietta del piano di sotto, l’emozione rubata alla confidenza di una collega. Ritagli di grandi occasioni. Piccoli tesori. Illuminanti sorrisi. Brezze di pietà. Spunti di saggezza.

A Bubi piace la fulminea consonanza su un libro, un film, una canzone.

Effetti speciali di questo tempo e di questo spazio. Di un terreno passaggio che non dobbiamo mai smettere di godere…

E’ restio solo alle relazioni pianificate, Bubi. A quelle interazioni perfette solo nel loro involucro di cellophane. A quelle etichette che certificano tipo, qualità, importanza di un rapporto. A quelle trame nelle quali i protagonisti brancolano afflitti e radiocomandati. A quel tessuto di strutture, infrastrutture, sovrastrutture che rompono gli equilibri dell’aria e del cielo.

Anche Bubi vuole bene a Giulì. Molto bene. E adora la sua intelligenza. La delicatezza infinita con la quale respira il legame con Bubi.

Bubi morirebbe dentro un’amicizia pressata, confezionata e infiocchettata con qualche sigillo di magnificenza. Proprio come si spegne davanti al fervore con il quale si cercano altre definizioni per altre relazioni…

L’amore è innanzi tutto…rispetto dell’amore, dice Bubi.

Lo dice anche Pedro.

Insomma quella con Giulì è una serata di eccezionale, struggente sintonia.

Bubi le narra le novità, quelle vissute, quelle in agenda. Vaga tra le sue riflessioni, sulle donne, su Dario, sulle sue difese, sulle sperimentazioni compiute con le ultime incursioni via sms nella quotidianità delle sue donne…

Bubi è un libro aperto per Giulì. Ma in fondo sappiamo che ci sono sempre pieghe imponderabili, meccanismi che muovono da recessi della mente, sfumature che coprono sfumature…E che ogni spirito contiene una quantità di intrecci insondabili o rimossi o appannati.

Parla a ruota libera, Bubi. E quella sera più che mai prima l’attenzione di Giulì coglie connessioni e anfratti quasi sconosciuti anche a lui. Non è la soluzione di un rebus, per carità. E’ solo uno stato di grazia. Intimità psicologica, per intenderci. Più che solo o spaventato Bubi appare a Giulì dolorosamente saggio. Non sono ore di tristezza, intendiamoci. Bubi è vivace, Giulì è tenacemente partecipe. Ma quello che corre tra loro, in quell’armonia di sensazioni e considerazioni, è la constatazione della fatica di vivere e di amare, del limite indecente dell’onestà umana, della precarietà del senso di appartenenza al mondo e alla socialità.

Lì c’è l’universo. Di orrore, sofferenza, sapienza, inquietudine, ricerca, gioia.

E c’è anche il terremoto. Di sussulti e trepidazioni.

Non c’è abbraccio che possa dirsi infinito, eterno. Così dice Giulì: Bubi vorrei abbracciarti e riuscire a pensare che saremo così amici e uniti per sempre…Ma sempre è come mai. E sempre e mai non esistono. So solo che siamo fortunati, Bubi. Ma se fossimo più stupidi saremmo più sereni, forse!

Forse, Giulì.

Comunque siamo fortunati. Siamo amici senza la pretesa di esserlo, senza il bisogno di impossessarsi di un ruolo, senza l’ansia di perpetuare una certezza per scaldarsi un po’.

Infatti, Bubi. Per questo sono stata dentro e fuori…Tu sai cosa intendo!

Si, lo so Giulì.

Però Bubi…però, insomma c’è una cosa che mi turba. Non stiamo negando che esista l’anima gemella? E questo è un sogno che non possiamo uccidere, capisci?!

Non possiamo uccidere il sogno, Giulì, non dobbiamo farlo hai ragione. Per questo forse non possiamo che essere severi nella realtà non credi?

Vuoi dire che un sogno così grande e stupendo impone molto rigore…insomma dobbiamo scongiurare che ingannevoli farfalle svolazzino nel nostro stomaco?

Finte farfalle o falsi voli, proprio così Giulì. Non dobbiamo permettere che qualche brutta imitazione tenti di passar per sogno che si avvera!

Uhm…

CONTINUA

mercoledì 8 settembre 2010

Amore relativo

Quanti spunti per la serata con Giulì!

Mentre legge le ultime perle di contorsionismo femminile Bubi ripensa a Dario. Chissà cosa dirà Giulì…

D’un tratto si muove all’azzardo o all’assurdo, Bubi. Invia uno degli sms circolari a Dario: che giornataccia, sono a terra, ti viene in mente qualcosa di carino per confortarmi un po’? E’ quello che aveva mandato a Lella, Tina, Monica, Sabrina. Lella aveva risposto con piglio da maestra che forza un tono convincente, Tina con una raffica di faccine sorridenti, Sabrina con una banalità deprimente, Monica con la solita “deformazione” sessuale: più che il morale posso sollevarti qualcos’altro…!

Ha scelto questo, il meno conturbante, compromettente e devastante, per evitare che potesse essere frainteso comunque scrivere a Dario, infilarlo nelle sue trame, sollecitarlo con quell’opportunità poteva essere uno scivolone. Se ne pente subito Bubi. Medita di svicolare dicendo a Dario, in caso di reazione pericolosa, che l’ha inviato per errore, era diretto a un’amica…

La risposta di Dario è brillante, sana, calorosa. Non arriva via sms ma in viva voce. Dario? Risponde Bubi. Ehi, Bubi, mi spiace, che succede? Posso fare qualcosa?

Ehm, Dario, ciao. Scusa, non capisco.

Il tuo messaggio, Bubi. Insomma mi fai preoccupare…

Porca miseria, abbi pazienza, devo aver sbagliato, ho inviato a te un messaggio destinato a un’amica. Perdonami! E non preoccuparti, in codice è solo una lagna scherzosa, sto bene…

Ah ok, meglio così. Allora posso stare tranquillo, leone!

Certo, certo…Grazie, sussurra Bubi.

Figurati, carissimo. Mi raccomando, teniamoci in contatto. Ciao, buona serata.

Ciao Dario, a presto. E grazie ancora.

A presto?

Che sciocchezza, pensa Bubi, gli ho detto a presto, accidenti…

Gli scherzi dell’imbarazzo.

Però, questo Dario è un portento! Bubi resta lì, con un sorriso incredulo stampato in faccia. L’unico a prendersi il tormento di chiamare è stato lui. Sereno e forte, Dario. E senza alcun tentativo bavoso di accaparrarsi qualche spazio…

D’altra parte Bubi sa bene che quel vigore sincero non poteva venire dalle sue donne. Ad eccezione di Fiorella, che avrebbe reagito come Dario, le altre hanno un mondo nel quale lo collocano in base a necessità e comodità. Il Bubi di certi sms non sta nei loro schemi, ci starebbe solo se potessero maneggiarlo, comprimerlo, piegarlo…

Più egoiste, più egocentriche, più aride, più stronze di lui?

Questo, cari lettori, è un giudizio che esprimerete voi, solo voi.

I momenti di lucidità feroce sono per Bubi un male provvidenziale, l’avrete capito. E’ dalla brutalità della realtà che gli arriva la leggerezza per vivere di seduzioni, avventure, sessualità e piroette di spirito. Non ferisce e non è ferito, Bubi. Solo la solitudine, quella di cui parlava Giulì, poteva diventare uno spettro per Bubi…E magari un po’ lo è. Sensibilità, intelligenza, consapevolezza non avvicinano molto alla felicità. Il buio, il vuoto, le atmosfere effimere offrono il fianco al disagio spaventoso della desolazione…

Però Bubi cautamente ha cercato di non lasciare troppe fessure, di correre, di stordirsi, di scorrazzare nell’ebbrezza. E proprio per scongiurare i fantasmi ha adottato uno stratagemma tenero e suggestivo…

Torniamo all’interrogativo, quello che prima o poi dovevamo farci, ricordate?

Cosa pensa Bubi delle donne? La risposta la sapete, dovete saperla se avete letto fin qui. Ma Bubi ha elaborato un sentimento originale, un amore relativo, qualcosa di romanzesco quasi! Nonostante ciò che sa e pensa, Bubi così può amarle. Ognuna e tutte. Di una forma di amore relativo, appunto.

L’amore dell’attimo fuggente, forse. O semplicemente l’amore di Bubi.

Le ama paranoiche, paradossali, scaltre, false. Le ama turpi, scabrose, maniache. Le ama perché sono irresistibili. Le ama scendendo a patti con i loro capricci uterini. Le ama perché sono il miglior maquillage alla fatica di vivere…Insomma c’è una sorta di riconoscenza nell’amore relativo di Bubi!

Sbrodola per le loro grazie e succhia il loro nettare. Ma dona molto Bubi. Perché tutti i minuscoli guizzi emotivi di Bubi sono autentici…

Qualche volta paga pedaggio al campari shakerato ma anche l’euforia alcolica di Bubi è una faccenda da interpretare. A qualche donna di Bubi è difficile togliere dalla testa che il bicchiere lo tenga lontano dal coinvolgimento, quello “serio” dicono. A me invece pare che il bicchiere sia un agevolatore di favella, un moltiplicatore di colori, un antidoto alla timidezza, un antidolorifico, un socio in affari…Per Bubi è un alleato, ecco. Gli permette di mantenere il cinismo necessario alla consapevolezza per non cedere di fronte al killeraggio femminile. Rende fluida la marcia e avvincente il gioco.

Signori, le donne sono mine vaganti. A Bubi serve altro che un elmetto e un giubbotto antiproiettili!

CONTINUA

domenica 5 settembre 2010

Test d'amore

Il copione non fa una grinza. Fino a domenica Bubi ha l’agenda scandita da appuntamenti: la serata con Giulì, venerdì con Paoletta, sabato con Anna.

Divano, musica, snack, birra. E il cellulare stretto in pugno, saldamente come uno strumento di lavoro. Pronti, attenti, via!

E’ il pomeriggio ideale per le manovre di Bubi. Partono i messaggi, gli s.o.s., gli stimoli graziosi, le imbeccate graffianti. Seleziona, pondera, scrive e invia.

Forse l’ho narrato poco, è necessario soffermarsi su questa pratica di Bubi. Non è un passatempo. Non solo, almeno…

Per Bubi ci sono un momento e una condizione per ogni evento, per ogni persona, per ogni relazione. La sua corte è un po’ un carrozzone: l’umanità assortita in cammino senza meta.

A Bubi torneranno a tiro tutte. Anche Lella che adesso è congelata, un po’ in punizione, un po’ in catarsi, un po’ in ammollo. Anche Tina, Elisabetta, Angela e Donatella che non conoscete ma che sono passate nel letto e nei pensieri di Bubi. Ma momento e condizione devono essere perfetti. In termini di chiarezza e armonia, s’intende…

Bubi pare non intenerirsi per chi dice di amarlo, non esaltarsi per chi lo tratta da stallone di razza, non impietosirsi per chi gli consegna storie di disperate psicologie. Ma, cari lettori, non sarà passato inosservato l’attento studio di Bubi e Giulì. Sul costume, sulle umane miserie, sulle logiche del sesso, sulle menzogne della sopravvivenza.

Bubi sottopone le sue donne a una serie infinita di test, le mette costantemente alla prova. Non lo fa per crudeltà. E neanche per diletto.

Bubi non può accumulare rimorsi. Non ce la fa. Non potrebbe accettarli e sopportarli. Non potrebbe perdonarli.

Non so se ne abbia già seppelliti troppi nel cuore per riuscire ad aggiungerne altri. Non so se abbia conosciuto l’orrore della loro esplosione. Non so se è diventato lui il rimorso di altri. Forse non lo sa neanche Pedro.

Quello che è sicuro è che Bubi vuole categoricamente escludere la possibilità di averne. Ne è terrorizzato.

Ed è per questo che alle sue donne deve togliere la maschera.

E’ capace di lanciare grida di dolore, di biascicare una tristezza divorante, di vagheggiare una crisi mistica. O semplicemente di mostrare qualche autentico attimo di desolazione e smarrimento. E di starsene poi assorto ad osservare reazioni, indifferenze, zampate infelici, assenze clamorose, odiosi opportunismi. Non soffre più, Bubi. Anzi. Il suo sollievo è tutto lì, nella certezza di non essere così importante e insostituibile…

Perché è nel bisogno, nella debolezza, nella “normalità” che le donne si dileguano…Bubi perde charme, diventa un uomo qualunque o un fardello o una piena da arginare. Bubi piace maledetto, lo sappiamo.

E a lui non basta considerarlo assodato per esperienza. Vuole conferme, da tutte, da ognuna. Vuole sapere sempre che le parole possono essere contenitori vuoti. Vuole vedere come le loro ferite si rimarginano in fretta. Vuole leggere le loro scuse per sottrarsi a veri slanci sentimentali. Solo così può sostenere in ogni tempo il loro sguardo. Richiamarle per un appuntamento sessuale. Divertirsi a corteggiarle quando chiedono di non essere illuse e deluse…

Illuse? Deluse? Non lo sono mai, accidenti. Furiose, magari. Per non averlo fatto innamorare. Per non averlo distratto dalla concorrenza. Per non aver conquistato il ruolo di regina. Ma è ben diverso!

Che l’illusione, signori, è anche amore puro. E qui invece dell’amore non si intravede neanche la sagoma in lontananza.

E’ un pomeriggio di sputtanamento, direbbe Pedro nei suoi scatti di concisione cruda.

Qualcuna lo degna solo di qualche laconica risposta di conforto, qualcuna spedisce frettolosi coriandoli di brio come fossero panacea di tutti i mali. Altre, le più impenitenti vanagloriose, si improvvisano filosofe o dottoresse dell’anima. Tentano di approfittare, insomma. Si buttano a capofitto sulla fragilità sbandierata da Bubi nel messaggio e offrono la ricetta della felicità…Superfluo sottolineare che sono cuoche e ingredienti del piatto che propongono. Danno lezioni a Bubi, fanno balenare l’idea che loro potrebbero essere l’unico toccasana per il suo disagio, si improvvisano depositarie di saggezza e benessere.

Bubi ride, è tutto balsamo per il suo timore. Bene, benissimo. Neanche l’ombra di un rimorso sfiora la sua pelle, la sua testa, il suo cuore.

Non è un trionfo. E’ una consapevolezza molto amara quella della povertà di tanti discorsi, quella della solitudine, quella della fugacità di tanto fervore, quella della insensibile, ipocrita superficialità.

Può darsi che la migliore storia d’amore possa donarcela Bubi rifiutandosi onestamente di scriverla…

CONTINUA

giovedì 2 settembre 2010

Profumo di alcova, carne e orgasmo

Non è sotto choc, Bubi.

Però si sente come un uovo strapazzato. Non c’è stato il sesso con la sua fisicità impegnativa ma c’è stato un amplesso voluttuoso, come se la testa si fosse fatta un giro in lavatrice insomma…

La serata con Dario, quel locale pieno zeppo di stimoli, l’alcool, la notte infiammata da cazzotti e carezze: una grandinata di aghi nell’anima, accidenti!

E poi c’è la routine, diciamolo. L’imperativo a stare sempre in pista, a tessere la trama dei contatti, a non scendere mai di tono, a restare in area bombardamenti…Perché Bubi ha bisogno di scale, di montagne russe, di imprese azzardate e di sollazzi ogni giorno. Minuto per minuto, come aria per i polmoni. Non può chiudere le porte e appartarsi. Deve annusare, messaggiare, parlare, baciare.

Deve vivere fuori dalle righe, deve avere la nuvoletta sulla quale arrampicarsi perché i piedi non facciano radice nella terra, deve concentrare gli ingranaggi del pensiero e del tempo su quell’universo di donne, mani, libido, gingilli.

Gli tocca riprendere urgentemente il timone, accendere il cellulare, leggere gli sms, mandare qualche segnale di vita a Monica o a Francy o a Fiorella, sentire Giulì per la serata. Una doccia e un caffè forte, molto forte…

Alle 14 è più o meno rientrato nei ranghi. Il cellulare porta raggi di sole piuttosto interessanti. Inviti, corteggiamenti, ariette spassose. Gode, Bubi. E di lì a poco è pronto a lanciarsi nell’arena. Risponde a tutti gli sms con metodo, dedizione, entusiasmo. La parte migliore la recita con la donzella della piscina, l’angioletto birichino che vuole arpionarlo…: carissima, non avrei mai osato sperare nel tuo interesse! Che adorabile creatura, ti sei data da fare per rintracciarmi, non posso e non voglio deludere il tuo impegno. Anzi…la verità è che non vedo l’ora di rivederti. Dimmi quando.

Quasi svenevole, Bubi!

E lei, evviva, risponde immediatamente: Bubi, pensavo che non mi avresti risposto! Sabato sera se vuoi potremmo uscire, magari a cena. Un bacio.

Perfetto, preparati per le 20 di sabato. Scrivimi il tuo indirizzo, passo a prenderti. Ti invio un bacio anch’io!

A quel punto telefona a Giulì: sta bene la mia amichetta del cuore?

Si, Bubi, ma sono indaffarata, ci vediamo questa sera a casa mia, no?

Certo!

Ok, a più tardi, ciao Bubi.

Rimane da organizzare il venerdì…

Questo è il genere di attività che ricorda la scelta di una ludoteca, la manovra di avvicinamento a un videogame, la trepidazione all’agenzia di viaggi dove si decide per quale crociera imbarcarsi. In tutto questo c’è eccitazione un po’ frivola ma anche umano ardore. D’altra parte Bubi nelle vie del sesso e del veglione dei sensi procede con la bussola della sua qualità migliore: l’equilibrismo. E allora l’esercizio acrobatico, l’altalena dei richiami e delle difficoltà, la nuotata tra le onde sono l’essenza della vitalità.

Per Bubi il fulcro è sempre la relatività. Potremmo chiederci se crede relativo anche l’amore. O se piuttosto ritiene relativa la sua disponibilità, la sua capacità, la sua volontà di amare. O ancora se non ripone alcuna fiducia nelle altrui predisposizioni all’amore…

Dentro il bailamme delle sue giornate Bubi è ferreo nella regola del moto perpetuo: di fiore in fiore e senza rompere troppi ponti. Tiene il piede in mille scarpe, Bubi. Non butta via le vecchie per il paio più recente. Adotta il criterio della coesistenza a puzzle o dell’alternanza. Questo ormai lo sapete bene.

E allora tra una serata con Dario, una che trascorrerà con Giulì e una pianificata con quella del bikini nero, la donzella della piscina per intenderci, al secolo Anna, ci starebbe perfettamente un intermezzo di sesso noto.

Come gli passa in mente così arriva l’offerta! E’ un sms di Paoletta: Bubi voglio vederti, ho bisogno di vederti.

Paoletta aggiunge qualcosa che non vi riporto per decenza, cari lettori. E’ un riferimento molto esplicito e piuttosto sconcio alla loro intimità, Pedro mi ha imposto di tralasciare i particolari troppo spinti e io obbedisco, pardon…

Quello che conta è che fa centro. Bubi sente l’impellenza sessuale, accidenti. Paoletta usa quel linguaggio forte e scottante che accende subito la memoria. E poi Paoletta è pelle di velluto e artigli laccati: un bel felino.

Sente profumo di alcova, carne e orgasmo, Bubi.

Risponde tempestivamente: sono libero domani sera, Paoletta. Spero tu possa, le premesse hanno già conquistato tutti i miei desideri….!

CONTINUA