mercoledì 30 giugno 2010

Sex...and puzzle

Volete sapere chi è Francy?

E’ quella che ha mandato in tilt pure Pedro. Nel senso che non è mai riuscito a coglierne veramente la personalità. Un po’ vendicativa, un po’ spettacolare, un po’ mattacchiona.

Fransy è quella che si è presentata a un appuntamento con Bubi accompagnata da un macho stratosferico: Bubi ho incontrato un carissimo amico che non vedevo da molto, l’ho pregato di unirsi a noi per la serata, non ti spiace vero? Roba che ancora po’ Bubi viene colto da infarto…

Fransy è quella che non si è presentata alla cena prenotata da Bubi nel ristorante e la sera che aveva scelto lei, per di più senza avvisare, senza scusarsi, senza mai fornire qualche spiegazione.

Fransy è quella che non si è fatta trovare dopo averlo invitato a casa, questa volta chiamandolo mezz’ora dopo: Bubi, abbi pazienza, sono una pasticciona, mi ero dimenticata che avevo un altro impegno!

Fransy è anche quella che si è fatta prendere da un fragoroso scoppio di ilarità in un momento clou.

Fransy è molto altro ancora. O almeno è stata. Da quando aveva scoperto che con Bubi non c’era neanche uno straccio di vita di coppia a quando era partita per Roma. All’ultimo incontro, a Bubi che non era riuscito a non manifestarsi alterato dopo l’ennesima piccola o grande angheria Francy aveva detto ridendo fino alle lacrime: dai, fammi sfogare, domani parto e per almeno due mesi starò lontana da te.

Appunto in quella occasione Pedro ebbe a dire: davvero selvatica questa Francy!

Ma Bubi, ormai lo sapete, ha la capacità di ricordare soprattutto i lati migliori di tutte. Quelli che nel caso di Fransy erano molti. Un seno ottava misura, due gambe chilometriche, una bionda chioma di seta che arrivava a lambirle i fianchi, una bocca rossa e carnosa, una voce sensuale. E anche una brillante energia.

Insomma era disposto a correre il rischio di qualche altra birbonata di Fransy.

Vi chiederete se il messaggio di Lucy poteva sconvolgere tutto…

No. Sia detto che Bubi è un vero genio del puzzle quindi non si lascerebbe smontare neanche da diecimila pezzi che pretendono il giusto incastro.

Ma è pur vero che quel segnale tanto atteso per un attimo gli toglie il fiato. L’enigma Lucy è un pezzo piuttosto ingombrante e contorto!

E infatti così si conferma: Bubi il tempo si consuma, per me, per te, per noi. Rinunciamo?

Lo legge due volte, Bubi. Tiene il telefonino in mano come se dovesse risponderle ma in realtà non lo fa. Deve riflettere. E deve anche lavorare. E preparare i documenti per la riunione del pomeriggio. E chissà, magari combina la serata con Fransy e all’enigma Lucy penserà con calma domani…

Rinunciamo?

La drammaticità di Lucy è sempre conturbante per Bubi.

CONTINUA

martedì 29 giugno 2010

Croupier del casinò

Restano in silenzio qualche minuto. Il sonno sta per vincerli. All’unisono si drizzano a sedere: nanna?

Bubi si stiracchia: meno male che non ho strada da fare, sto crollando.

Anch’io e tra 6 ore suonerà la mia nemica sveglia, uffa.

Ciao tesoro, sogni d’oro.

Bubi domani aggiornami…

Si, Giulì.

Non sappiamo molto della notte di Giulì e neanche di come affronterà la giornata dopo lo scontro con la nemica sveglia. Sappiamo invece che Bubi rientra a casa, si butta sul letto vestito e si addormenta. Riapre gli occhi alle 9 del mattino in ritardo sulla tabella di marcia. Alle 10 deve trovarsi al lavoro, barcolla un po’, ha un leggero mal di testa, non ha più caffè quindi deve aspettare di berlo al bar. E, soprattutto, non ha ancora riacceso il cellulare.

Lo fa e si ficca sotto la doccia. I suoni arrivano smorzati ma si ripetono, si ripetono, si ripetono. Quando esce getta un’occhiata: 6 messaggi ricevuti. Non è un record per Bubi. Ma, pensa, dipende dal tenore degli sms e dai mittenti: 6 potrebbero essere tantissimi!

Si asciuga rapidamente, indossa una polo su un paio di jeans, prende le chiavi di casa e della macchina, il telefono e una giacca. Corre al bar, ha venti minuti per fare colazione, leggere i messaggi e arrivare puntuale al lavoro.

Vede il giornale, vorrebbe dare una scorsa ai titoli ma rinuncia. Si siede su uno sgabello con un mini croissant e un caffè doppio. Tira fuori dalla tasca il cellulare.

Già, vi ricordate, aveva in arretrato le risposte a Monica, Morena, Lella, Fiorella e Paoletta. A parte Fiorella che, naturalmente, non insiste e Lella che, dopo avergli dato del bastardo, probabilmente sarà lì a farsi sbollire la rabbia, diversi sms sono ancora di Monica, Morena e Paoletta.

Paoletta, annoiata dalla partita, era tornata alla carica così: Bubi, davvero non c’è niente di meglio dei Mondiali di calcio?

E poi Morena: Bubi, rispondimi almeno!

Monica ne ha scritti addirittura altri due, uno più astioso dell’altro. Scalpita perché Bubi non l’ha degnata di risposta. Davvero animosa questa ninfomane, sorride mentalmente Bubi.

Il quinto messaggio purtroppo arriva ancora dal passato di Bubi. Più che agguerrito è struggente, Bubi sente una piccola fitta al petto.

Deve muoversi, si alza, paga e si incammina con il cellulare pronto a consegnargli il sesto sms. E’ di una vecchia fiamma che si era già fatta viva qualche giorno prima in uno di quei momenti di eccitante suspence che vedevano le attenzioni di Bubi concentrate solo sull’enigma Lucy.

Caspita, mi ero quasi fatto scappare quella fuoriclasse di Francy, pensa Bubi che trotterella con grinta e buon umore verso l’ufficio. Quel messaggio rivela che è intatto il suo spirito unico ed inimitabile: Ok Bubi è passato parecchio tempo dal mio ultimo schiaffone morale, puoi aver deciso di rimuovere me o il ricordo per carità, ma è molto carino che tu non mi abbia riservato un VAFFA…in stampatello! Grazie, sei un galantuomo.

Dopo la mancata risposta di Bubi Fransy aveva insistito con quel fenomenale umorismo e a Bubi passa il mal di testa e si attenua perfino il patema per il silenzio di Lucy…E’ letteralmente rapito dalla voglia di rivederla anche se sa benissimo che Francy è come il croupier del casinò.

Bubi, alla fine vince il banco….Quante volte Fransy lo aveva detto?

Bubi fa spallucce alla cautela. Arriva alla scrivania, mette mano alle urgenze, fa un paio di telefonate improrogabili, controlla e ritocca una relazione che deve presentare in giornata. Poi prende il cellulare deciso a riagganciare Fransy: ben ritrovata capolavoro! Perdonami non ho potuto risponderti subito ma a un VAFFA non penserai mai, non lo meriti…Sei libera questo pomeriggio per un aperitivo?

Riesce appena a premere l’invio che il cellulare registra un sms in entrata: è Lucy!

CONTINUA

lunedì 28 giugno 2010

Il rogo della carne, la sgualdrina e il romanticismo

Giulì, l’avevo lasciata “maledettamente pronta ad abbrustolire con me nel rogo della carne”, dice Bubi ripetendo a memoria l’sms di Lucy. Io l’ho messa in congelatore con il mio “prima o poi” che significava volere le redini in mano e comandare la corsa ma credevo non avrebbe pazientato in silenzio. Mi aspettavo qualche melodramma o un po’ di insidie porno-sentimentali.

Vedi Bubi, io sospettavo che il silenzio fosse proprio studiato. E’ diventato un tarlo per te e magari è proprio questo che Lucy voleva…Se invece hai ragione tu, faresti bene a farti sentire e a chiederle come sta, te lo ripeto.

Non mi sono ancora deciso proprio perché anch’io non riesco ad escludere del tutto che sia una tattica questa resistenza. Mah! Dai, andiamo sul pettegolezzo nostrano: cosa sai della ninfomane? Insomma è malata o è solo una che apprezza il volo di partner in partner?

Bubi, il mio collega dice che è una ninfomane e narra di prodezze erotiche a gogò messe a segno con altolocati personaggi.

Non so se questo derivi semplicemente dal fatto che tramite il fidanzato frequenti un giro di ricconi o se le disponibilità economiche dei partner sono motivo di eccitazione, Bubi! Non so se è proprio malata, se gradisce semplicemente l’attività sessuale o se abbraccia la lussuria per fare la bella vita con danarosi signorotti a caccia di evasioni…Quello che posso dirti è che lui la descrive come una sgualdrina e una megera velenosa. Mi sembra strano che abbia messo gli occhi su di te.

Giulì, Giulì… A tutte le donne, pure le arpie, qualche volta aggrada un uomo come me, sai? Uno senza quattrini, senza ansie d’amore, senza assilli sociali. Uno con il quale mangiare quattro emozioni e arrivare a un orgasmo spensierato.

Con te si illudono di essere libere, Bubi. O di circuirti facilmente!

Si, Giulì. Ma…non credi che mi trovino anche un tipo molto affascinante? Ridacchia Bubi con la mano protesa a minacciare il solletico.

Certo, questo è scontato amico mio! Ovviamente direi qualsiasi cosa pur di evitare il tuo attacco, Bubi…

Bubi simula un broncio da bimbo stizzito e Giulì elargisce una generosa manifestazione di benevolenza: scherzi a parte, caro buon vecchio amico mio, tu sei una calamita vivente!

Questa è adulazione, Giulì. Se non fossi sotto la minaccia del solletico passeresti per una delle donne che seduco e abbandono, scherza Bubi.

Abbandoni? Bubi ma tu hai mai abbandonato qualcuna delle tue donne?

Giulì, abbandonare è un verbo perfido. Posso lasciare che si intrufoli in un modo di dire ma in pratica è un esercizio al quale non mi dedico con grande facilità.

Lo so, Bubi. E’ il tuo lato romantico, in un certo senso. Ma è anche il tuo limite e tu capisci benissimo cosa intendo!

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domenica 27 giugno 2010

Sesso...complicato

Giulì è impietosa con gli uomini quanto con le donne. Rarissimo caso di “neutralità”, Giulì. Ed è sempre uomo, eccellente, tra gli uomini. E donna, eccellente, tra le donne.

La formazione umana, culturale e professionale di Giulì, che Pedro ed io riteniamo di non rivelare se non attraverso le sue stesse parole, la portano oltre, sopra, altrove forse…Giulì è sicuramente un condensato di virtù. Ed è anche una di quelle persone che non cristallizzano mai il tempo, le cose, le sensazioni, le situazioni. Cavalca la vita vivendola, Giulì.

Mai banale e mai precipitosa, Giulì. Eppure così scattante, luminosa, perspicace e pungente! Giulì non è l’ombra di Bubi, se mai aveste avuto questa impressione cari lettori!

Neutralità…sembra un termine inappropriato. Quasi come se fosse un attributo impossibile. Eppure vi raccomando di memorizzarlo, sfuggita per un secondo al severo controllo di Pedro ho deciso di lasciarvi un’altra traccia preziosa.

Torniamo all’abbraccio e ai singhiozzi.

Ci vuole un caffè, Bubi!

Perfetto, Giulì, è proprio quello che ci vuole.

Mentre la caffettiera borbotta e Bubi è in bagno Giulì provoca: ehi, Bubi, ma non hai riacceso il telefonino?

Di rimando Bubi: non svicolare tu adesso, cara Giulì. Devi sputare il rospo e dirmi tutto quello che sai della ninfomane e tutto quello che pensi di Lucy.

Il caffè è pronto. Servito in due tazze di dimensioni spropositate fuma una fragranza forte e invitante…

She said, sullo sfondo. Fantastica questa canzone, accenna un movimento ritmico Giulì prima di accasciarsi letteralmente accanto a Bubi nel comodo sofà giallo.

Anche a me piace moltissimo. Il video, poi, è proprio forte! Dovrei provare a tradurlo, questo brano. Mi ricorda Lucy.

Ah ma allora è davvero una fissazione questa Lucy, ride Giulì.

Non è una fissazione ma un pensiero raggomitolato in qualche recesso della mente. Ogni tanto ne percepisco il respiro.

Poetico, Bubi! Credo che sia quasi un tributo di premura per questa creatura…

Brava Giulì. Forse Lucy mi arriva proprio come una creatura esile e traballante.

Bubi vorresti dire che è impetuosa, accelerata e turbolenta perché è travolta da qualche disperazione furibonda? Insomma è così prostrata da arrivare a comportamenti inconsulti…

Direi di si, Giulì. Anche se qualche dubbio rimane. Perché certa veemenza pare ingegnosa e calcolata. Alle volte pare un egocentrismo esasperato o una incresciosa paranoia…Peraltro affronta pure il sesso con lo stesso morboso parossismo.

Beh, la febbre erotica non ti disturberà Bubi, ride Giulì.

Uhm…direi che è sessualmente laborioso. Appagante ma molto complesso, ecco.

Mi fai pensare a dettagli scabrosi, a urla sguaiate, a intrugli alchemici di karma e kamasutra, a riti propiziatori che fanno della fusione carnale il punto di sublimazione della ricerca.

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sabato 26 giugno 2010

La ragnatela dell'amore...?

Sei così convinto che le donne siano tutte santarelline desiderose di una purissima congiunzione sentimentale? Che le donne insomma proverebbero a far innamorare perché ardono dalla voglia di coronare il sogno di un’unione di incrollabile affetto, rispetto, complicità, gioia?

Giulì sai che non sono un pivello credulone e neanche un maschietto così superficiale come godo a essere dipinto…

Bubi non penso tu sia uno sprovveduto e non nego la tua intelligenza e la tua sensibilità, ci mancherebbe! Ma sono convinta che le donne possono far vacillare qualsiasi cervello e qualsiasi spirito, Bubi, ecco, tutto qui. Anzi, non è solo questo. C’è anche un innato istinto degli uomini a voler riverire anche l’esemplare femminile più ripugnante.

Giulì, cosa dici? Riverire mi sembra francamente eccessivo.

Dai Bubi sai bene che la filosofia della forza e della debolezza risponde a un equivoco universale! La donna che vuole infilarsi nel vostro letto deve solo mettersi l’aureola dell’amore o comunque giustificarsi.

Si, Giulì, quella della giustificazione è la storia del mondo e del groviglio di corpi, ruoli e parole, lo so! E so anche che poi ne arriva un’altra, di giustificazione. Dopo le capriole, intendo. Perché voi donne, dopo una splendida sbornia di sesso, per liberarvi di noi dovete inventarvi qualche senso di colpa, una cotta sbagliata, un altro amore che è tornato, una disperazione emotiva o chissà quale altra diavoleria…Ride, Bubi.

Infatti, Bubi, è proprio così. Allora lascia perdere la fandonia che le donne devono espugnare la fortezza e il bla bla da salotto della falsità!

No, Giulì, nessuna falsità. Forse non mi sono spiegato bene…Le donne tirano fuori gli artigli della seduzione, del raggiro, della dolcezza pilotata perché non sopportano l’uomo che non casca ai loro piedi, che le tratta come tutte le altre. “Io non sono come le altre donne” è una frase emblematica dell’essenza femminile. Diventate verdi dalla rabbia se non ce la mettiamo tutta ad illudervi che vi consideriamo diverse, una spanna più in su, speciali o robetta rosa del genere, dai Giulì.

Questa volta a sbellicarsi è Giulì: così si che ci capiamo e siamo d’accordo, Bubi! Tutto giusto, tutto vero…Vogliamo essere “riconosciute”, usiamo proprio questo termine, se non sbaglio.

Non sbagli Giulì. Noi uomini ovvero esseri umani semplici e non arzigogolati e astrusi come voi il più delle volte non sappiamo neanche cosa dovremmo “riconoscere” ma abbiamo imparato l’arte di assecondarvi e ingannarvi un po’!

Mio Dio, certo che siamo messi maluccio quanto a comunicazione, comprensione e sincerità noi animali a due zampe, eh?!

Oh Giulì se prendessimo sul serio la realtà ci sarebbe da piangere…Propongo quindi di continuare a prendere questo caos con un pizzico di leggerezza. Ehi, è finita la birra, non mi hai detto tutto di questa Monica e vorrei che mi chiarissi meglio l’idea che ti sei fatta dell’enigma Lucy.

Bando alle ciance, insomma, è questo che vuoi dire? No, caro Bubi, c’è ancora qualcosa che non mi piace lasciare in sospeso. Ve la cavate con la trovata che siete animi semplici…Non capite cosa dovreste riconoscere! Bubi è qui che voglio infilare il dito. Troppo facile archiviare nei facili costumi le avances, gli incontri carnali, le sottomissioni osè. Ma facciamo esempi concreti, accidenti. In pratica Bubi come dovrebbe comportarsi con te una donna alla quale piaci per non finire nel carnet di quelle che fanno sesso con te, vorrebbero farlo, lo faranno?

Giulì ti uccido di solletico. O ti strapazzo di baci fanciulleschi, vedi tu! Che barba, mi conosci. Per me il sesso è sintesi di emozioni e momenti. Non sono un maniaco in raptus di erezione quasi perenne. Anzi, tutto sommato oserei definirmi selettivo…

Tu sei il mio fumetto preferito Bubi! Sghignazza Giulì. Siamo amici Bubi quindi non posso faticare ad ammettere che ti stimo, è ovvio! Ma non prendere il largo. A te piace tessere la ragnatela, finire nella ragnatela, incrociare altre ragnatele e via di questo passo in una gigantesca trama di magnetismi, ritrosie, voluttà, frange e volant. OK, scandisce Giulì. Ma non puoi tergiversare con me! Come consideri tutte le donzelle che finiscono nel groviglio o ti attorcigliano nel loro? Ti innamoreresti mai di una di loro?

Non sei una maga, Giulì, sei una strega, sorride Bubi. Perché dovrei risponderti se conosci già la risposta?

Perché mi irrita che tu non la sillabi con voce ferma e stentorea, furbacchione.

Si stringono in un abbraccio, Bubi e Giulì. Un abbraccio rotto dai singhiozzi…Non piangono, sono solo un po’ brilli!

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venerdì 25 giugno 2010

Uomini, donne e bisogni incontenibili

Giulì, cosa ti stupisce, se è davvero ninfomane è ancora più normale che mi abbia cercato, no?

Bubi si, è vero. Insomma il mio collega è una fonte attendibile, quindi non dovrebbe sorprendermi che ti contatti. Ma pare che questa Monica sfoghi i suoi impulsi ossessivi solo con uomini impegnati e ricchi, molto ricchi. Direi che non sei il suo tipo!

Giulì, se è una vera ninfomane non credo faccia tutta questa selezione, dai… E poi sai cosa ti dico Giulì? Mi manca l’esperienza con una ninfomane e non sono neanche del tutto sicuro che mi piacerebbe ma è sempre stimolante una situazione sconosciuta!

Bubi, per me è angosciante immaginare il sesso con una persona che è in preda a un bisogno praticamente incontenibile. Mi fa pensare a qualcosa di meccanico, di forzato: non sceglie te ma quello che puoi fare per alleviarle il prurito, dai…

Capisco, Giulì, non sostengo che è allettante l’idea di essere inseguito puramente per un istinto irrefrenabile. Però Giulì noi maschietti non siamo così disgustati dalle voglie femminili, eh!

All’espressione di riprovazione sul volto di Giulì, Bubi risponde con un sorriso ammiccante dei suoi: amica mia, su, lo so che mi sentirei un po’ come un vibratore usa e getta però un’avventura con una donna famelica di piacere potrebbe avere qualche aspetto fortemente libidinoso.

Giulì ride: forse non è neanche onesto continuare con la menzogna che è una “bestialità” dei maschietti…Quante donne non rinunciano a imbarcarsi in flirt con individui come te per le quali non sono che una carta nel mazzo?

Individui come me? Bubi inizia la battaglia del solletico fino alla richiesta stremata di Giulì: bastaaaaa, ti prego Bubi!

Comunque, Giulì, sai benissimo che non è la stessa cosa. Che le donne si buttano in relazioni con individui come me non per il gusto dell’attimo fuggente ma per quella squisita quanto assurda fissazione di conquistare davvero. A voi muove la brama di espugnare la fortezza, di far innamorare l’uomo insomma.

Giulì raccoglie i capelli, apre un altro pacchetto di patatine, si versa altra birra e sembra apprestarsi a una lunga seduta di confronto: Bubi, parliamone, questo è un tema che mi interessa molto.

Pedro mi aveva avvisato. Se Giulì vuole scavare o si lancia in approfondimenti c’è da tenere il respiro: è una freccia che non sbaglia mai traiettoria, fa sempre centro…

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giovedì 24 giugno 2010

Una ninfomane?

Pedro e io approfittiamo del fair play di Giulì per sorvolare sul passato di Bubi. Ne ha uno, come tutti. Che magari è origine o causa di molti aspetti del presente. Il motore delle inclinazioni e della condotta di Bubi. La palude dalla quale è saltato fuori o il cielo dal quale è precipitato. Preferiamo che su questo ciascuno di voi lettori faccia le congetture e tragga le conclusioni che ritiene più valide o logiche.

Così Bubi si addentra in un resoconto dettagliato degli ultimi eventi. Le parla molto di Paoletta svelandole quella che crede essere la sua natura al di là delle strepitose e accattivanti apparenze. Giulì annuisce, sente odore di bruciato intorno a Paoletta. Ma Giulì sa, e ora lo sapete anche voi, che Bubi non tronca quasi mai le relazioni quindi ci gioca sopra con la solita scanzonata e piccante freschezza: che sballo Bubi, qui dobbiamo tirare fuori l’investigatore che è in noi! Ho l’impressione che si nasconda pure qualche pesce grosso nella vita di Paoletta…Bubi il fiuto non ti manca, muoviti bene e scopriremo qualche scandaluccio cittadino!

Giulì, hai ragione, intanto mi sacrifico volentieri alla frequentazione, Paoletta è comunque una buona compagnia…! Però, Giulì, ho la sensazione che non si lascerà scappare ragguagli facilmente, direi che è astuta, guardinga e navigata.

Bubi, dai, non fare il modesto, chiosa Giulì rifilandogli una tenera pacca sulle spalle. Tu faresti sciogliere pure un ghiacciaio e Paoletta vuoterà presto il sacco o metterà il piede in fallo o si farà scappare qualche indizio, fidati.

Giulì, in effetti questa è un’impresa divertente. Quella impossibile è l’enigma Lucy.

Cosa è successo ancora con Lucy?

Niente, Giulì. Ed è proprio questo il mistero. Osserva tenacemente il silenzio e devo dire che proprio non me l’aspettavo.

Bubi, Bubi…e se fosse una tattica, un trucco proprio per attirarti nella trappola?

Andiamo, Giulì, non esagerare! Quale trappola? Lucy è una donna in seria difficoltà emotiva, direi. Ammetto che mi sta tormentando un po’ questa situazione ma dubito che lei ne sia consapevole.

Allora mandale tu un messaggio, senza troppe implicazioni intendo, solo per chiederle come sta.

Magari domani lo farò, Giulì. E ride, Bubi.

Perché ridi?

Bubi si passa una mano tra i capelli, allunga le gambe e si accomoda più a suo agio nel morbido sofà: domani mattina appena riaccendo il cellulare sarò travolto dalle suonerie. Accidenti, Giulì, hai idea di quanti messaggi e intrecci ho trascurato?

Lella, Morena, Fiorella. E pure la new entry, Monica.

Spalanca gli occhi e strilla, Giulì: Monica…?

Si, Monica…

La conosco Bubi, non ci posso credere, quella è una serpe travestita da signora! Un mio collega la conosce molto bene, giura che è una ninfomane.

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mercoledì 23 giugno 2010

Il passato che ritorna

Bubi spegne il telefonino: fine delle interferenze. L’ottima performance della nazionale scalda sempre più gli animi e Bubi si ritrova a tenere banco come se guidasse la tifoseria allo stadio. Le risate riempiono il locale di un’allegria contagiosa: gli avventori si uniscono alla tavolata, brindano e applaudono.

Il goal della vittoria è bagnato da una bevuta collettiva con tanto di canto corale di sfottò agli avversari.

La radiosa brigata si disperde a fine partita con il solenne impegno a riunirsi per il prossimo match che vedrà in campo l’Italia. A Giulì il compito di tenere desti i contatti. E, conoscendo Giulì, non c’è da dubitare che lo onorerà degnamente.

Bubi e Giulì si avviano verso casa, zigzagando per l’euforia del risultato e per l’ebbrezza di un’arietta magnifica sotto il cielo stellato.

Discorrono della serata con quella loro abitudine di fare le pulci simpaticamente a tutti. Al tipo arrivato tutto fine e impomatato, a quello che gli urlava nelle orecchie con la grazia di uno scaricatore di porto, alla signora vestita come un ultras. Tra Bubi e Giulì c’è un feeling perfetto sulle osservazioni e sulle sfumature, le battute si intrecciano esilaranti e fulminee.

Optano per casa di Giulì dove, neanche a dirlo!, ci sono birra fresca e patatine.

Quando si accomodano in salotto Giulì strizza l’occhio a Bubi: dai, riaccendi il cellulare e vediamo un po’ chi ti ha tampinato…

Giulì, mi è bastato l’ultimo sms che ho letto, lo sai.

La solita storia? Chiede Giulì.

Purtroppo, risponde Bubi chiudendo gli occhi su un denso sospiro.

Rigurgiti di un tempo che non si può seppellire. Abbiamo tutti qualche conto in sospeso, qualche scheletro nell’armadio, qualche trascorso che lascia strascichi. Errori che torturano. E ferite che non si rimarginano. O vincoli che non si spezzano.

Anche per Bubi il passato torna con prepotenza, talvolta. Quando ha deciso di vivere alla giornata Bubi non ha considerato che ci sono radici e interazioni ingovernabili, dice Pedro. E così la sua insofferenza è feroce.

Giulì elargisce a Bubi un affettuoso buffetto e tace per qualche minuto. Sa che la cosa migliore in quel momento è portarlo altrove con la mente, lasciare che il periodico grattacapo si afflosci un po’, in fondo non è una tragedia, è solo uno dei normalissimi assilli della vita. Bubi vorrebbe un’esistenza senza complicazioni e una spugna per cancellare quello che lo infastidisce…Giulì l’ha rimproverato molte volte per quella assurda pretesa ma ora non infierisce.

Bubi devi raccontarmi di Paoletta. E poi di Lucy, insomma l’hai più vista o sentita?

Bubi ricambia l’affetto di Giulì con un sorriso colmo di stima e di gratitudine: sei una maga o una strega, amica mia?

CONTINUA

martedì 22 giugno 2010

Parentesi ludica

Al raduno per la partita Bubi partecipa volentieri. E’ uno di quelli che seguono il calcio solo durante i Mondiali perché quello che lo trascina è proprio quella organizzazione di combriccole festose condite tifo patriottico e l’aria di grande evento che fa tenere il fiato a tutte le latitudini.

E poi la loro è una compagnia colorata e dilettevole. Insieme alle bandiere tutti sventolano frizzi e freddure: c’è chi si improvvisa cronista, chi è così preso da mimare le parate, chi incita a squarciagola, chi inventa ritornelli comici. E anche chi, come Giulì, commenta con squisito umorismo le doti fisiche dei calciatori.

In simile contesto pure Bubi eviterebbe volentieri le distrazioni libidinose e il carosello di capricci e tentazioni. Ma sono proprio gli amici a convincerlo a non spegnere il cellulare. Che discoli, per loro anche quella è una parentesi ludica!

Vogliono ragguagli: chi è? Cosa ti scrive?

Il primo sms è di Morena: allora? Non puoi neanche questa sera!?

Morena l’aveva già avvisato la sera prima che sarebbe stata sola e disponibile ma Bubi, lo ricorderete, non aveva risposto. E ancora non risponde.

Poi arriva quello di Lella, ancora più delusa dopo il lungo e piagnucoloso messaggio: Bubi mi aspettavo almeno qualche buona parola…Sei proprio un bastardo.

Per fortuna c’è anche quello di Fiorella, l’intellettuale che condivide con Bubi gli hobby culturali e qualche periodica seduta di ginnastica carnale. Fiorella non è mai assillante e lo aggancia con classe. Questa volta ci mette pure una bella dose di estro sportivo: Bubi se non sei del tutto stregato dal tricolore, dall’Inno di Mameli e dalle scorribande calcistiche puoi passare a trovarmi, non disdegnerei un convegno amoroso con prestazioni atletiche annesse, ovviamente!

Infine arriva un messaggio anche da Paoletta. E’ difficile da decifrare: sto guardando la partita, che noia.

Paoletta preferirebbe essere con Bubi? O è solo un sms di contatto?

Gli amici sghignazzano: Bubi tra amici si divide tutto, tu hai troppe donne, ti aiutiamo noi…

Bubi invece vuole difendere quella serata da tutte le intrusioni. Sta per spegnere il cellulare quando arriva un altro squillo. Pensa a Lucy e si trattiene. Ma non è l’enigma Lucy. Sul volto di Bubi cala per un attimo un velo cupo.

Giulì se ne accorge: Bubi, che succede?

Cosa fai dopo la partita, dolce amica mia?

Mi dedicherò a un vecchio amico che si chiama Bubi, a patto che tra noi ci sia un’ottima birra e una montagna di patatine.

CONTINUA

lunedì 21 giugno 2010

Vuvuzelas

Ci volevano i Mondiali di calcio. Ci voleva che si disputassero in Sudafrica. Ci volevano le vuvuzelas! Croce e delizia, le vuvuzelas.

Bubi ricorda improvvisamente che quella sera giocherà l’Italia, che ha preso accordi per vedere la partita al bar con gli amici e che proprio poche ore prima Paoletta lo torturava imitando mirabilmente il ronzio di quelle trombette.

Prima di salire in macchina riprende il telefonino. Le chiamate perse sono della mamma, del collega Carlo e di un numero fisso che non conosce.

Telefona velocemente solo alla mamma per assicurarsi che stia bene e accetta l’invito a pranzo per il giorno dopo.

Poi legge i dodici messaggi, in fila e d’un fiato. Per la cronaca quattro sono in realtà un lunghissimo sfogo a puntate di Lella, la crocerossina tornata single. Balzano. Due sono di Giulì. Uno è di Fiorella, quella che ogni tanto gli regala qualche pensiero poetico ed erotico-chic. Uno è di Carlo che, dopo aver trovato il cellulare spento, gli ricorda via sms l’appuntamento delle 12. Altri due sono di Morena, il primo di saluti e baci e l’altro di scherzosa tirata d’orecchie per la mancata risposta al primo. Gli ultimi due sono di una new entry…

La new entry si chiama Monica, è amica di Morena, fidanzatissima, sgargiante donna in carriera. Bubi non sa neanche bene come abbia avuto il suo numero di cellulare ma presume che la fonte di informazione possa essere Carlo visto che sono vicini di casa e frequentatori della stessa palestra.

Il primo sms sembra un approccio fantozziano: Bubi sono Monica, ciao, ti ricordi di me? Fatti vivo. Il secondo ribalta le forme e sfiora la petulanza: Bubi che maleducato, che fai mi snobbi? Non credo di non interessarti…

Bubi non trattiene una risata. Chissenefrega se lo guardano i passanti mentre si scompiscia appoggiato alla macchina!

Quella Monica è uno splendore di donna ma merita sculacciate e le avrà, pensa Bubi.

Si è fatto tardi. Monta in macchina e parte senza rispondere agli sms.

Il dovere lo assorbe fino alle 19. Solo durante una breve pausa pomeridiana sorseggiando un caffè invia un messaggio a Giulì: tesoro ci vediamo questa sera, pronta per le vuvuzelas? E poi una fitta dritta nelle tempie: Lucy, l’enigma Lucy. Vorrebbe scriverle, poi desiste ma gli resta dentro quel tarlo…

Giulì lo invita per una cena frugale prima della partita. Bubi accetta e arriva da lei poco dopo le 20 dopo un rapidissimo passaggio da casa per rinfrescarsi e cambiarsi.

Tra un boccone e l’altro Bubi farfuglia qualcosa su Paoletta e su Lucy che non si fa sentire, Giulì lo ammonisce: mangia e taci, dobbiamo sbrigarci, gioca l’Italia! Mi racconterai dopo, pasticcione. Adesso ci mancava pure Paoletta, accipicchia sei in un ginepraio e ti infili in un altro, Bubi, Bubi…E ride, Giulì.

Corrono al bar. Si siedono con gli amici già appostati davanti al grande schermo allestito per l’occasione, ordinano caffè e grappa e si preparano a sopportare le vuvuzelas!

Ma molte donne, si sa, non amano il calcio. E qualcuna approfitta pure del tifo di mariti e fidanzati per consolarsi con altre passioni. Insomma il cellulare di Bubi si fa rovente…

CONTINUA

domenica 20 giugno 2010

Colazione da Paoletta

Paoletta accende il cellulare, sbircia se ci sono messaggi o chiamate, lo ributta in borsetta. Nonostante cerchi di compiere quest’operazione in modo discreto e defilato, Bubi se ne accorge, ha lasciato la porta del bagno aperta e vede Paoletta riflessa nell’enorme specchio.

Peraltro non gli sfugge neanche la presenza di orme maschili in quella casa. Ma non vive lì un uomo. Se mai è un frequentatore occasionale. Quello che ha più o meno la sua corporatura a giudicare dall’accappatoio che Paoletta gli farà usare al mattino.

Comunque Paoletta non delude. Accanto a Bubi è attenta, vispa, focosa.

Fanno l’amore ancora. E si addormentano abbracciati e placidi, come non capitava spesso a Bubi.

Quando si sveglia Paoletta sta entrando in camera con una sfiziosa colazione su un gigantesco vassoio arancione.

Non è proprio da Tiffany ma qualcosa in quel preciso istante fa realizzare a Bubi che quella combinazione umana tra loro evoca proprio qualche svolazzo del celebre film. Cosa c’è in comune tra Paoletta e Holly, la leggendaria Audrey Hepburn…?

Fette biscottate con un velo di marmellata senza zucchero, succo di frutta, yogurt e caffè. La presentazione è accurata: tazze colorate, cucchiaini di foggia bizzarra, tovaglioli con stampa di labbra rosse, una piccola caraffa d’acqua a forma di elefantino.

Paoletta alza le tapparelle, spalanca le finestre: Bubi è una magnifica giornata!

Gli posa un tenero bacio sulla bocca e sorseggia il succo sedendosi a gambe incrociate stile yoga vicino a Bubi. Ha il viso un po’ tirato, tracce del trucco della sera prima, capelli raccolti in uno chignon improvvisato ma è bella, molto bella, Paoletta. Conturbante, ecco.

Bubi non ha fretta, ha il primo impegno di lavoro alle 12.00 quella mattina e sono appena le 9. Ma preferisce non attardarsi troppo, si è già spinto molto avanti fermandosi tutta la notte e condividendo il rito del risveglio. Meglio interrompere quel film. Paoletta d’altra parte non si adopera a trattenerlo, è proiettata sui suoi appuntamenti: estetista, pranzo con un’amica, qualche ora in ufficio e aperitivo con un collega.

Già, il fantomatico lavoro che sbriga in qualche ora, pensa Bubi che non è riuscito ad estorcerle spiegazioni e notizie in merito. Facciamo consulenze, così ha liquidato l’argomento Paoletta ogni volta che lui ha cercato di saperne di più…

Facciamo? Con chi lavora e per chi è forse la chiave di quel benessere nel quale vive Paoletta, considera Bubi sotto la doccia.

Non ci sono particolari effusioni tra loro, solo qualche bacio allegro e un lungo abbraccio mentre fluttuano intorno alla musica trasmessa dalla radio.

Stupenda questa casa, Paoletta.

E’ la mia, ride lei…Hai ragione, Paoletta, è stupenda come te!

Si salutano così, alle 10, consapevoli entrambi di aver scelto quella via breve, comoda e indolore, per non addentrarsi nelle pieghe della loro vita.

In strada Bubi riaccende il cellulare. La suoneria annuncia una raffica di messaggi. Non li legge subito, entra in un bar per bere un altro caffè e ricompone i fotogrammi della serata e della nottata. Fa una passeggiata per le vie del centro sotto il tepore del sole poi si avvia verso la macchina.

Invia un sms a Paoletta: grazie, Paoletta, sono stato bene. Faremo un bis? Tanti baci.

Cari lettori, Bubi manifesta allergia ai vincoli sentimentali ma non è superficiale…Ed è pure, diciamolo, un accanito indagatore dell’umano costume!E’ stato bene ma è anche incuriosito, Bubi. Paoletta nasconde qualcosa.

Paoletta risponde subito: ma si, se insisti un bis si può fare! Emoticon che strizza l’occhio poi: mi piaci, Bubi.

Inconfondibilmente Paoletta, sorride Bubi.

Intanto legge: ricevuti 12 messaggi, chiamate perse 3.

CONTINUA

Elisir di virilità

La seconda bottiglia di vino bagna gli ultimi bocconi del gustoso contorno. Paoletta, assorbito il tocco da maestro dello psicologo Bubi, sa di essere sotto stretta osservazione e con la corazza ridotta a brandelli ma in definitiva è ancor più avvinta a quell’occasione. Lui si rivela acuto e penetrante e questo è olio per i suoi ingranaggi, carnali e mentali…Ritrova la favella esuberante e trama di contraccambiare amabilmente il colpo conficcando il dito nel punto debole di Bubi.

Sorbiti caffè e grappa in un clima inebriante di risolini, carezze più o meno rubate, romantiche punzecchiature e qualche riflessione semiseria sulla loro istintiva familiarità, Paoletta lo pizzica con un soffio di svenevole burla: Bubi ti inviterei volentieri a casa mia adesso ma ho capito che l’intraprendenza ti spiazza un po’. Proponimelo tu, fingerò di pensarci su, aspetterò che tu insista….

Incontenibile, questa Paoletta, pensa divertito Bubi.

Io ho messo in difficoltà lei e lei mi ripaga con la stessa moneta, Bubi capisce e incassa il colpo. Recita così: signorina Paoletta, non dubiti della mia serietà, non trovi sconveniente la mia brama la prego, posso godere ancora un po’ della sua compagnia? Vorrei vedere la sua dimora, tutto lì profumerà di lei…che delizia!

Paoletta trattenendo a stento il riso interpreta la sua parte: signor Bubi, lei osa troppo e lo sa. Solo le sue buone maniere mi convincono a non assestarle un ceffone!

Vi risparmio le ulteriori battute della scena. Bubi si ritrova nel letto di Paoletta quasi senza aver avuto modo e tempo di prendere cognizione di quale eleganza e originalità regni nell’attico con strepitosa vista sulla città.

Sotto gli abiti Paoletta non indossa che un minuscolo tanga nero di pizzo. In effetti non c’era traccia del reggiseno nella visuale che la scollatura aveva lasciato disponibile per l’indagine e il desiderio di Bubi.

Paoletta percorre con la lingua il corpo di Bubi. Temeraria e sapiente, un mix che lo manda in visibilio. Paoletta bacia e mordicchia cercando di incontrare sempre gli occhi di Bubi. E’ un crescendo di trepidazione. Bubi la stringe, affonda le mani nei suoi capelli, porta la bocca sui suoi seni con abile e intensa passione. Si esplorano con un trasporto denso e giocondo.

Lei schernisce ridendo le mani grandi e nodose di Bubi poi le posa sul suo sesso e atteggia il volto a un’esclamazione di impellenza…I muscoli sono ormai tesi, l’eccitazione si fa sudore, palpitazione, stridulo suono di impazienza e di piacere.

Bubi trova quella pelle di velluto e quei baci bagnati di veemenza un elisir di virilità. Smania, vuole possederla, quasi travolgerla, spossarla di estasi. Paoletta lo accoglie e in un movimento rapido e sgargiante Bubi sembra donarle un lampo di fuoco e luce. Poi rotolano, Bubi la prende sopra di se, la guarda mentre si dimena tra i capelli agitati con i fianchi rotondi che lui adora e quei seni che lambisce con le dita o con le labbra….

Raggiungono insieme l’appagamento. Paoletta balza fuori dal letto, scompare in corridoio e torna pimpante con un prosecco e due calici. Brindano, ascoltano musica, fanno la battaglia dei cuscini. Girano nudi per casa, quasi ci fosse una complicità consolidata. E’ allora che Bubi perlustra, ammira, capisce quanto sia ricca, sola e annoiata Paoletta.

Un pugno nello stomaco ma anche un capogiro di mascolinità. Non sa ancora come e perché ma Bubi sente di dominare Paoletta.

Sessualmente l’ha sentita affamata di vivacità, di autenticità, di diletto.

Forse è stufa di benestanti al capolinea. Pensa ai fugaci e animosi riferimenti di Paoletta a quelli tutta coca e viagra, quelli che hanno tutto e non sanno dare più niente.

E poi, diciamolo, gli è parso che stesse lì a succhiarsi tutto di lui: l’alito vitale, l’arte di arrangiarsi, l’esistenza intenta a scavalcare gli stenti.

Paoletta ha bisogno di una dimensione che trasuda realtà e verità!

Pensa tutto questo prima di un presentimento ombroso.
CONTINUA

sabato 19 giugno 2010

Bubi invaghito e perplesso

Mancano pochi minuti alle 21 quando Paoletta e Bubi arrivano al Black&White.

Lei strilla: Bubi, che schianto, ti sei proprio tirato a lucido!

Manca poco che Bubi arrossisca ma scoppia in una risata argentina: Paoletta toccherebbe a me fischiarti dietro, sei uno splendore…ma sono felice della tua accoglienza, caspita, sono autorizzato a montarmi la testa eh!

Paoletta lo bacia sulle guance appoggiandogli morbidamente una mano sulla spalla, abbozza un simpatico inchino e poi: dai, entriamo, vedremo di proseguire dopo con i complimenti.

Bubi è entusiasta: Paoletta è proprio calorosa, affabile, sciolta. Immagina una serata divertente e accattivante. Tutto quel sex appeal in un temperamento così sportivo e schietto era di ottimo auspicio anche per una travolgente intimità.

Per tutta la durata della cena la conversazione è condita da un intenso gioco di sottintesi: allusioni e incoraggiamenti a profusione in un clima cameratesco. In qualche momento, pensa Bubi, fin troppo cameratesco…

Insomma Paoletta è molto disinibita tanto da trasmettere con chiarezza voglie e intenzioni. Lascia intendere con somma trasparenza che Bubi è un voluttuoso capriccio. E con altrettanta trasparenza è come se dichiarasse che non ha alcun bisogno di farlo scomodare nell’impresa di conquista, di fingersi timorosa o indecisa, di simulare pudore o roba del genere.

Roba del genere. Usa davvero queste parole quando dice a Bubi che lei delle manfrine femminili sul sesso e dintorni non vuole saperne.

Bubi si accorge, per la prima volta nella vita forse, che certe tiritere delle donne sono anche un po’ il pungolo che gli uomini si aspettano, cercano quasi.

Bubi è impacciato! Paoletta è bellissima e molto sensuale quando chiacchiera di altri argomenti, si muove, mangia, ascolta Bubi strabuzzando due occhi da mille e una notte. Ma è paralizzante quando pigia il piede sull’acceleratore. Sembra il conoscente da bar che mena pacche sulle spalle mentre esorta a sbocconcellare qualche appetitosa donzella, Paoletta!

Difficile riferirvi quanto esplicita sia nei riferimenti al dopo cena, rasentano la pornografia. L’espressione più candida, quella che Bubi trova digeribile insomma, è comunque piuttosto coraggiosa: Bubi, spero che a letto tu sia più vorace che a tavola…

Bisogna dire che aggiunge sempre una chiosa: scherzo…

Ma scherza davvero o è un igienizzante che si mette in bocca quando legge l’imbarazzo nello sguardo o nel silenzio di Bubi?

Che dilemma per il nostro Bubi. Invaghito e perplesso. Un’altalena che dondola imbizzarrita. Eppure certe sfumature sono così soavi da far intuire a Bubi una sorta di forzatura in quello spirito sfrontato. A bruciapelo prova a smascherare Paoletta: se c’è da credere ai vecchi detti can che abbaia non morde. E sorride inchiodando i suoi occhi in quelli di lei.

Paoletta sostiene pochissimo il penetrante esame, lancia un’occhiata sui commensali di un tavolo vicino e bisbiglia: c’è il gelo tra quei tipi eh?!

Cerca di uscire dall’impasse, Paoletta.

Bubi si rilassa sollevato e trionfante sullo schienale, distende leggermente le gambe, si accomoda a guardarla e a stuzzicarla ancora…

In attesa di sapere come evolverà la serata con Paoletta, non aspettatevi qualche plateale exploit di Lucy, lettori. Di nuovo fa capolino in un guizzo nella mente di Bubi ma lei osserva, forse ubbidiente forse avvilita forse cospirante, lo stato di pausa.

CONTINUA

giovedì 17 giugno 2010

Formosa e vistosa, Paoletta

Giulì naturalmente non risponde, tra lei e Bubi quello è argomento di una conversazione sempre aperta.

Bubi resta fermo nel proposito di tenere in stand by la relazione con Lucy. Anzi, spera di riuscire a concordare una cena con Paoletta.

L’ha conosciuta a una festa. Bella, spigliata, intraprendente e molto spassosa. Buffa e allettante insieme. Con tutte quelle moine un po’ ridanciane un po’ ammiccanti. Con quelle battute un po’ balzane un po’ salaci. Formosa e vistosa, Paoletta, in un finto casual fascinoso e grintoso. Una gatta…

Si sono rivisti a casa di un’amica comune pochi giorni dopo quella festa finita in una colossale ubriacatura di entrambi, hanno scambiato poche chiacchiere e molte occhiate di intesa prima che Paoletta chiedesse a Bubi il numero di cellulare. Forse con una scusa, forse no, Bubi non ha memorizzato la dinamica.

Lei digita e fa lo squillo di prova: così ti rimane anche il mio numero, Bubi…

Ed è Bubi infatti ad usarlo con un primo messaggio appena fuori dalla casa dell’amica: rivederti oggi mi ha fatto tornare il sorriso.

Paoletta: se ti faccio questo effetto sarò felice di concedermi ancora alla tua vista!

Bubi riconosce la freschezza e la schiettezza di Paoletta. Prende subito a blandirla con i suoi messaggi intriganti e Paoletta interagisce con interesse e allegria. Ma è in partenza, Paoletta. Si assenta per un paio di settimane quindi ogni occasione di amoroso convegno è rinviata.

Ecco, è arrivato il momento di prendere bene la mira e colpire il bersaglio.

Accidenti…la sera prima, date le circostanze che tutti conosciamo, l’aveva salutata frettolosamente e senza particolare enfasi. Doveva rimediare.

La raggiunge così nel tardo pomeriggio: Paoletta, ti ho lasciata tranquilla perché tu ti riprendessi dal viaggio e dalle vicissitudini che ti hanno fatto ritardare…Ma adesso scalpito: sei libera questa sera?

Paoletta risponde subito, quasi attendesse un segnale: Bubi, se hai bisogno di un sorriso ci sono!

Favolosa. Paoletta sembrava sempre corrispondere, passo dopo passo, alle aspettative di Bubi e all’impressione che aveva avuto di lei. Coglieva al volo le allusioni, sapeva leggere le mezze frasi, dava il giusto peso a ogni microscopico dettaglio. Scattante e vigorosa, Paoletta.

Bene, merita qualche lusinga in più quel fiore di donna!

Paoletta, sei proprio stupefacente, credimi…Una cena da Black&White?

Black&White? E’ il mio ristorante preferito! Per le 21, Bubi. Ci vediamo lì, è a due passi da casa mia.

Bubi è raggiante. Le manda un ok con un bacio e poi si infila sotto la doccia.

Gli balena in mente l’enigma Lucy. E’ solo una frazione di secondo, Paoletta adesso assorbe le sue attenzioni. Ma anche solo per quel fugace istante prova un sottile cruccio. Come ha potuto Lucy non farsi viva per tutto il giorno?

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mercoledì 16 giugno 2010

La notte della lussuria


Un brivido corre lungo la schiena di Bubi. E’ convinto sia Lucy.

Prende il cellulare con una certa apprensione e legge: Bubi, rientro tragicomico, una serie di ritardi massacranti, uffa, ci sentiamo domani.

Paoletta!

Non ci aveva più pensato, Bubi.

Si erano ripromessi di sentirsi al ritorno di lei per cenare insieme o per vedersi almeno in serata...Questa volta l’inconveniente era stato provvidenziale. La giornata appena trascorsa era già stata troppo complicata!

Bubi, rilassato, digita rapidamente: ho immaginato qualche intoppo, non preoccuparti, buon riposo. Un bacio.

Il sonno ristoratore di Bubi poteva finalmente cominciare…

Ma in posizione orizzontale i campari, la birra, le ore convulse con Lucy e le istigazioni più o meno ingenue di Giulì sui sogni proibiti si mescolano in uno sferzante fermento. Non è nervosismo, è uno stato di seducente languore squarciato a tratti da struggenti fantasie, ecco.

Sente migliaia di spilli nella pelle, Bubi. Una dimensione rarefatta e impalpabile rotta da quei sottili attacchi di smania e veglia. Si gira e si rigira nel letto per molto tempo. E’ un match bizzarro. Perché vorrebbe crollare in letargo e nello stesso tempo è rapito da quelle velate percezioni.

E’ una sofferenza dolcissima.

Al mattino ci vogliono due tazze di caffè bollente per riportare Bubi allo stato di coscienza. Nonostante i ricordi siano vaghi e non riesca a mettere a fuoco immagini e pensieri Bubi ha l’esatta percezione che il vortice notturno sia stato fantasticamente lussurioso. Ride. Forse l’enigma Lucy gli mordeva ancora il fianco. Quella birbantella di Giulì l’aveva previsto!

E Lucy infatti fa capolino con un sms che sembra uscire a grandi balzi dal telefonino e saltellare vivacemente per tutta la casa: al diavolo le masturbazioni cerebrali Bubi, questa notte ho spazzato via l’immondizia e sono maledettamente pronta ad abbrustolire con te nel rogo della carne.

Possibile che Lucy non sapesse esprimersi in maniera meno ampollosa e contorta?

Incredibili, le donne. Questo medita Bubi mentre le labbra si schiudono in un sorriso.

Bubi, dispettoso e sfacciato, tira il freno: Lucy prima o poi ti trascinerò davvero nel rogo della carne, con foga!

Prima o poi…le scrive. Proprio insolente Bubi. Per Lucy però quella sculacciata è come una tempesta ormonale. Il desiderio cresce e la dispone alla sottomissione assoluta.

Bubi, mi fai impazzire! Quando vorrai, come vorrai, dove vorrai…

Accidenti, Bubi legge e poi, con quel rassegnato sarcasmo sulla natura femminile che spesso trapela dalla sua ghignata obliqua, gira il messaggio a Giulì con un commento: donne, non vi capirò mai.

CONTINUA