giovedì 2 settembre 2010

Profumo di alcova, carne e orgasmo

Non è sotto choc, Bubi.

Però si sente come un uovo strapazzato. Non c’è stato il sesso con la sua fisicità impegnativa ma c’è stato un amplesso voluttuoso, come se la testa si fosse fatta un giro in lavatrice insomma…

La serata con Dario, quel locale pieno zeppo di stimoli, l’alcool, la notte infiammata da cazzotti e carezze: una grandinata di aghi nell’anima, accidenti!

E poi c’è la routine, diciamolo. L’imperativo a stare sempre in pista, a tessere la trama dei contatti, a non scendere mai di tono, a restare in area bombardamenti…Perché Bubi ha bisogno di scale, di montagne russe, di imprese azzardate e di sollazzi ogni giorno. Minuto per minuto, come aria per i polmoni. Non può chiudere le porte e appartarsi. Deve annusare, messaggiare, parlare, baciare.

Deve vivere fuori dalle righe, deve avere la nuvoletta sulla quale arrampicarsi perché i piedi non facciano radice nella terra, deve concentrare gli ingranaggi del pensiero e del tempo su quell’universo di donne, mani, libido, gingilli.

Gli tocca riprendere urgentemente il timone, accendere il cellulare, leggere gli sms, mandare qualche segnale di vita a Monica o a Francy o a Fiorella, sentire Giulì per la serata. Una doccia e un caffè forte, molto forte…

Alle 14 è più o meno rientrato nei ranghi. Il cellulare porta raggi di sole piuttosto interessanti. Inviti, corteggiamenti, ariette spassose. Gode, Bubi. E di lì a poco è pronto a lanciarsi nell’arena. Risponde a tutti gli sms con metodo, dedizione, entusiasmo. La parte migliore la recita con la donzella della piscina, l’angioletto birichino che vuole arpionarlo…: carissima, non avrei mai osato sperare nel tuo interesse! Che adorabile creatura, ti sei data da fare per rintracciarmi, non posso e non voglio deludere il tuo impegno. Anzi…la verità è che non vedo l’ora di rivederti. Dimmi quando.

Quasi svenevole, Bubi!

E lei, evviva, risponde immediatamente: Bubi, pensavo che non mi avresti risposto! Sabato sera se vuoi potremmo uscire, magari a cena. Un bacio.

Perfetto, preparati per le 20 di sabato. Scrivimi il tuo indirizzo, passo a prenderti. Ti invio un bacio anch’io!

A quel punto telefona a Giulì: sta bene la mia amichetta del cuore?

Si, Bubi, ma sono indaffarata, ci vediamo questa sera a casa mia, no?

Certo!

Ok, a più tardi, ciao Bubi.

Rimane da organizzare il venerdì…

Questo è il genere di attività che ricorda la scelta di una ludoteca, la manovra di avvicinamento a un videogame, la trepidazione all’agenzia di viaggi dove si decide per quale crociera imbarcarsi. In tutto questo c’è eccitazione un po’ frivola ma anche umano ardore. D’altra parte Bubi nelle vie del sesso e del veglione dei sensi procede con la bussola della sua qualità migliore: l’equilibrismo. E allora l’esercizio acrobatico, l’altalena dei richiami e delle difficoltà, la nuotata tra le onde sono l’essenza della vitalità.

Per Bubi il fulcro è sempre la relatività. Potremmo chiederci se crede relativo anche l’amore. O se piuttosto ritiene relativa la sua disponibilità, la sua capacità, la sua volontà di amare. O ancora se non ripone alcuna fiducia nelle altrui predisposizioni all’amore…

Dentro il bailamme delle sue giornate Bubi è ferreo nella regola del moto perpetuo: di fiore in fiore e senza rompere troppi ponti. Tiene il piede in mille scarpe, Bubi. Non butta via le vecchie per il paio più recente. Adotta il criterio della coesistenza a puzzle o dell’alternanza. Questo ormai lo sapete bene.

E allora tra una serata con Dario, una che trascorrerà con Giulì e una pianificata con quella del bikini nero, la donzella della piscina per intenderci, al secolo Anna, ci starebbe perfettamente un intermezzo di sesso noto.

Come gli passa in mente così arriva l’offerta! E’ un sms di Paoletta: Bubi voglio vederti, ho bisogno di vederti.

Paoletta aggiunge qualcosa che non vi riporto per decenza, cari lettori. E’ un riferimento molto esplicito e piuttosto sconcio alla loro intimità, Pedro mi ha imposto di tralasciare i particolari troppo spinti e io obbedisco, pardon…

Quello che conta è che fa centro. Bubi sente l’impellenza sessuale, accidenti. Paoletta usa quel linguaggio forte e scottante che accende subito la memoria. E poi Paoletta è pelle di velluto e artigli laccati: un bel felino.

Sente profumo di alcova, carne e orgasmo, Bubi.

Risponde tempestivamente: sono libero domani sera, Paoletta. Spero tu possa, le premesse hanno già conquistato tutti i miei desideri….!

CONTINUA

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