sabato 30 ottobre 2010

Quando non basta neanche la sensualità poetica

Francy è proprio sorprendente: Bubi devo ammettere che…ho voglia di te.

Francy? Francy che si arrende così a Bubi, Francy che rinuncia al pungolo pungente, Francy che lancia un amo romantico e sereno. E’ un bluff?

Bubi scarta l’idea di risponderle, di indagare, di giocare. Non risponde neanche a Monica, la ninfomane sempre più incalzante.

Semplicemente non ne ha voglia. Come non ha voglia di addentrarsi in uno dei travagliati rebus di Lucy: forse sono sbagliata, forse sono stupida…o pago per aver puntato l’indice contro l’aberrazione?

Fanno la loro comparsa via sms anche donne del passato, una domenica uggiosa che spinge tutte a cercare Bubi? Pure una stuzzicante ammiratrice anonima che si firma “bellissima” arriva a Bubi con un exploit di sensualità poetica: finalmente sono riuscita ad avere il tuo numero, uomo dei miei sogni, ti scaldi e ti ecciti…il cuore…il mio pensiero denso di passione.

Caspita!

Il messaggio della sconosciuta per Bubi è l’unico degno di un attimo di eccitazione. Ma dura solo un attimo, appunto. Non è giornata, ecco.

Chi sono davvero tutte quelle cagnette in calore? Non è molto elegante come pensiero ma è proprio quello che passa in un lampo nella testa di Bubi. Magari approfittano del sonnellino di mariti e figli davanti alla tv per scrivere a Bubi di domenica, magari sono semplicemente sole e irritate nel giorno di festa perché l’amante fa regolare presenza nella casa di famiglia, oppure sentono la noia del giorno nel quale mancano il lavoro e le corse da gonnelle in carriera. Qualcuna più che single sfigata, come si ritiene, è zitella causa fuga di tutti i potenziali compagni!

Il quadretto è desolante insomma, per Bubi è una di quelle atroci consapevolezze della lucidità che lo gettano nello sconforto. Lo squallore affoga nel campari shakerato, quando tutto si tinge un po’, si rallegra un po’, si confonde un po’…Ma lì, davanti alla crudezza della coscienza limpida, diventa una lama che si conficca nella carne.

Non è un tripudio dei sensi ma una gazzarra fastidiosa per intenderci. Tutte quelle avance sono avvilenti e stonate. Questioni di tempo, contesto, condizioni…Bubi in queste circostanze si sente una sorta di ultimo stadio, di ancora di salvataggio, di soluzione di riserva, di tappabuchi. O la sintesi estrema della miseria esistenziale perché in definitiva attrarre tutto quel carrozzone di anime disgraziate può significare anche non meritarsi niente di meglio o di più, accidenti…

Su questo riflette Bubi.

Ma non è la sua leggerezza sentimentale ad aver allontanato spiriti nobili, in verità. Bubi, per amor del vero, non ha conosciuto autentiche dame, donne da manuale dei desideri, femmine sublimi. E quel vezzo da galantuomo che lo spinge a non ammetterlo mai del tutto, lo invita sempre a incolparsi e gli suggerisce di credere o far finta di credere che sia solo fatale casualità è una piccola, grande farsa della sua storia di uomo, reale e letterario.

Perfino Pedro non riesce a scucirgli un giudizio tranciante sulle donne. Preferisce sorridere e tacere, Bubi. Tergiversare, talvolta. Indulgere sulla possibilità che la causa primitiva di ogni degenerazione femminile sia la pessima qualità del genere maschile.

Perché Bubi non vuole o non riesce a condannare le donne?

Giulì direbbe che è un po’ strategia, un po’ delicatezza, un po’ insicurezza, un po’ smarrimento. Credo che Giulì non sbagli. Bubi ha una tenace tendenza a sottovalutarsi, quasi a ritenersi indegno di felicità. Bubi ha un’educazione e un garbo che non gli consentono espressioni di biasimo pesante. Bubi ha un fortissimo rispetto per i percorsi psicologici, umani, culturali di tutti. E Bubi sa anche starsene nei panni del cicisbeo accomodante: basta succhiare il nettare e volare via…

Per godere di ciò che è bello e piacevole capita di doversi sorbire pure qualche boccone amaro e comunque saper voltare pagina quando si presentano le parti brutte e spiacevoli. Di questa necessità, quella di godere di emozioni, Bubi ha fatto virtù.

Quando gli piomba addosso la risacca torbida deve tenere duro, Bubi.

Quella giornata deve solo passare, finire.

Per fortuna c’è la serata con Giulì.

Giulì? Mentre lo rincuora la prospettiva è assalito da un moto misto di riso e di vago patema: e se Giulì volesse incastrarlo alla resa dei conti e degli eventi?

CONTINUA

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