domenica 10 ottobre 2010

Di sesso e pensieri: la terra è l'albergo dei viandanti

Ma è tardi, deve fare una doccia, radersi e vestirsi. E’ la serata di Paoletta. Paoletta un po’ stufa dei panni da amante ma non abbastanza da spogliarsi e cercarsi un abito nuovo. D’altra parte quell’uomo l’ha voluto così, per soldi, potere, ambizione o frivolezza. Non vorrebbe mai stargli accanto mentre invecchia in pantofole e mutande. E non vorrebbe neanche amore da uno spiantato stravagante come Bubi, per intenderci.

Paoletta è la pagina delle donne irrisolte e perennemente scontente o inquiete…E Paoletta è ancora la migliore nella sua categoria, pensa Bubi, ha il dono dell’umorismo e della favella arguta.

Almeno non è prevedibile in ogni gesto e in ogni parola, Paoletta. Bubi ha conosciuto donne squallide nel tormento della loro monotonia…invece con Paoletta ci sono guizzi di pensiero e baldorie cameratesche piuttosto soddisfacenti. Si, una serata con Paoletta è comunque una manciata di ore allegre e saltellanti…si può fare, come dice Bubi.

Paoletta lo accoglie con qualche effetto speciale: come una pantera in vena di accoppiamento furioso. Sesso ad oltranza. Non che Paoletta non si fosse già distinta per charme e savoir faire da erotomane navigata ma la versione così audace e intrigante è un bel colpo d’ala! Tenuta e trucco molto sexy su un corpo e un viso che già allo stato naturale emanano profumo di libidine e Paoletta sembra voler introdurre, più o meno letteralmente!, Bubi nei fatati anfratti delle espressioni femminili più spinte…

Felice di riabbracciarti, Paoletta!

Bubi, sono felice anch’io.

Questo è l’unico preambolo a un corpo a corpo che li impegna con sensi e spasmi per due ore…L’unico preambolo ai versi del desiderio e dell’appagamento.

Lingue e mani lavorano alacremente fino alla penetrazione. E quando insieme esplodono Paoletta divertita narra proprio così le loro gesta: bestia, che sudata Bubi! Ma siamo grandi artisti delle discipline sessuali no?!

Si, si monella, ci scapperebbe la battuta del pennello ma tralasciamo!

Mmmh, adesso possiamo mangiare!

Ho fame anch’io Paoletta, mi hai fatto bruciare le calorie di due giorni di pappa abbondante…

La cena è gustosa, Paoletta è ciarliera e Bubi sta bene in quella cornice calda e scoppiettante. Indaga con leggerezza: Paoletta, tutto bene? Avevo avvertito un po’ di tensione nei tuoi messaggi, monella volevi farmi preoccupare…

No, Bubi, in effetti ogni tanto l’ansia mi stringe proprio la gola, divento intrattabile, scalpito, mi sta tutto stretto. E lui…in estrema sintesi lui sa che trovo in te un momento di salutare distrazione.

Hai capito, sono un farmaco eh! E lui dovrebbe pagarmi e ringraziarmi, ride Bubi.

C’è poco da scherzare, Bubi, forse lo farebbe sai?! A lui basta tenere a bada le mie intemperanze capisci?

Non lo dipingi come un santo e neanche come un galantuomo, Paoletta. E’ orribile quello che dici, siete a questo punto?

Lo siamo sempre stati, Bubi. Sono io che dopo tanto tempo sento un po’ di frustrazione, ecco. Lui…non è un santo. Ma non lo sono neppure io, me l’avevi detto anche tu rammenti?

Certo, glissa Bubi lasciando cadere l’argomento: questa sera sei più tentatrice del solito, Paoletta, stuzzica l’appetito in tutte le forme…

Si trattengono ancora a lungo Paoletta e Bubi, chiacchierando davanti a un film e poi ancora nell’accogliente alcova. Bubi rincasa alle tre del mattino, decisamente spompato ma soddisfatto.

Però…

Qualcosa bussa al cuore e alla testa di Bubi.

Tutte quelle figure, tutti quei corpi, tutte quelle voci, tutti quegli incontri sono sempre e solo gocce. In un oceano che le inghiotte, le confonde, le disperde. In un oceano che ha miliardi di altre gocce.

Gocce di piacere, di inchiostro, di saliva. Gocce di qualcosa che vagamente assomiglia alla speranza. Quella disperata, di affanno o di inquietudine. Scorrono…

Forse la terra è l’albergo dei viandanti. Nessun equilibrio, nessuna meta. Un peregrinare incerto e forsennato tra il tentativo di capire e fermare l’attimo che fugge e la scomposta brama di provare emozioni.

Accidenti, le emozioni. Ancora loro, ancora lì. Come spine nel fianco, sentinelle, fari. Una spruzzata di ottimismo nel cielo cupo. Una fesseria per placare il broncio. Una carezza di pietà sulle piaghe del dolore. Un fuoco d’artificio per strillare di meraviglia.

Bubi si guarda allo specchio e sfodera uno dei suoi sorrisi alzando le spalle. Non c’è altro da fare, bisogna scacciare l’apprensione.

Come fanno le sue donne, riflette Bubi. Quelle che annegano in lui. Donne che fanno le gocce nell’oceano…

Sarà questo l’unico destino possibile?

Si lava i denti, si spoglia e si butta sul letto.

Pensa a come andrà la serata con Anna, a come è stata travolgente Paoletta, ai pruriti vestiti di leziose lusinghe di Lella la crocerossina, agli ultimi messaggi di Lucy. Pensa a quel diario di nomi, orari, avventure. Agli odori, agli umori. Vivo di essenze, è il motto di Bubi. Ma lì, ora, quando sfumano le sensazioni, quando il silenzio e il buio fanno domande e aspettano risposte le facce, gli sguardi, le parole si mescolano. Le tempie pulsano. E le mani stringono qualcosa che non c’è.

Ci vuole un buon libro e tutto passa…

Poi…arriverà domenica, domenica con Giulì, domenica di riassunti e previsioni. Dovrà davvero abbozzare qualche direzione per i viaggiatori accomodati sulle spine?

CONTINUA

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