mercoledì 31 ottobre 2012

Donne e vibratore


Uno dei messaggi è di Mia (e vibra davvero!): Questa sera sarò del vibratore. Voglio proprio scosse dentro di me.
Bubiiii, Mia ha tolto definitivamente la maschera, da erotomane intellettuale è passata a erotomane punto.
E vuole pure farmi pensare che un vibratore è più piacevole di me?! O è solo un altro richiamo?
Temo sia solo l’acida vendetta per la tua scarsa predisposizione al possesso, Bubi.
Eh si, crede di ferirmi. In realtà quella ferita è lei.
Sei sicuro Bubi di non essere un po’ dispiaciuto? Secondo me è stata una brutta sorpresa per te quella che ti ha riservato ieri sera. E ti pesa…
E’ vero, non fatico ad ammetterlo. In qualche modo Mia era terra che curavo con garbo, ho pensato davvero che le sue peregrinazioni intellettuali fossero sincere, belle, entusiasmanti. Ieri sera ho visto una Mia sporca e la sensazione è stata molto, molto sgradevole. Questa follia del possesso è una persecuzione.
D’altra parte credo che questa volta sei stato tu a farti in testa un film sbagliato, Bubi. Mia era grossolana nelle sue erudite interpretazioni ma tu ti rifiutavi di coglierlo… Cosa le rispondi ora?
Non rispondo, Giulì. Lascio che si convinca di aver consumato la sua vendetta poi si vedrà.
Allora avanti, leggi gli altri messaggi.
Ma che è, Giulì?!?! La congiura dei vibratori! Sembra si siano messe d’accordo…
Anche Eva se la spassa con il vibratore: tutto sommato l’alternativa del vibratore mi ha fatto buona compagnia…comunque quando vuoi la tua dotazione sessuale è ben accetta!
Carina anzi elegante, direi!
Elegante?
Sto scherzando, Bubi. Qui discorriamo di differenze di temperamento e di sfumature di relazione ma la sostanza è che le tue amiche sono tutte un po’ ninfomani nei fatti e nel linguaggio, accidenti. “Dotazione sessuale” è il tocco di grazia, no?!
Cara Giulì, sono donne ah ah ah. Il gentil sesso!
Grr, che rabbia, che sconforto, Bubi. Le donne…non le capisco.
Oh, non dirmi che anche tu hai bisogno delle lezioni di Pedro?????!!!!!!!!!
Qualche volta penso che davvero lui e la tastiera vivente mi abbiano ingaggiata proprio perché anch’io, come te, sono cavia, spugna, allieva. Magari riusciranno a educarci e istruirci a dovere.
Uhm, ho paura che soffriremo molto Giulì. Stappiamo un’altra bottiglia, a bocca uscita e cervello sobrio il viaggio è troppo duro.
D’accordo. Vibra ancora, Bubi. Prima scoliamoci questo calice poi affrontiamo il messaggio!
Bubiiiiiiii, domani sono libera, senza marito e senza orari, dimmi che ci vediamo!!!
Chi è questa… Signora?
Cinzia. Imperdibile occasione, Giulì. Fammi confermare subito disponibilità, dopo ti racconto di lei. Bubi digita in un lampo: non perderei l’occasione per niente al mondo! Appuntamento da te alle 18. Un bacio carico di promesse.
Tenero, quasi banale per te questo messaggio, Bubi.
Cinzia è semplice, Giulì. Non c’è alcun rituale di parole, alcun codice da decifrare, alcun problema di forme. Tutto scorre via liscio e naturale…
C’è solo un marito di mezzo ma è un dettaglio di poco conto, lo so Bubi.
Un marito cornuto come tanti, Giulì.
Eh già! Dai, parlami di Cinzia!

lunedì 29 ottobre 2012

Sesso osceno

Parole sporche…sembra il retaggio di vecchie castigatezze. D’altra parte bisogna pur ammettere che ci sono uomini e donne che a letto vanno in visibilio davvero solo con parolacce e scurrilità del tutto smodate, concordi Bubi?
Concordo pienamente, Giulì. Sai bene che anche il sesso è romanticismo, per me. Per natura non sono incline al linguaggio salace delle più spinte fantasie pornografiche. Eppure…
Eppure qualche volta ti è capitata la donna che vuole essere insultata e trattata come una maialona.
Si, la donna che quasi identifica l’eccitazione del maschio con la furia delle parole zozze e, dato che si eccita più l’uomo le manifesta eccitazione, finisce per aspettare con trepidante ardore le parole oscene. Poi più l’uomo la copre di incitazioni e commenti piccanti, sboccati, sconci più lei si scatena in esibizioni di hard verbale da femmina famelica.
Ma…nel tuo caso non può funzionare così. Voglio dire, visto che non sei il tipo da approcci verbali triviali hanno sfoderato loro il vocabolario lascivo?
Ah certo. Mi hanno stuzzicato con qualche porcheria erotica fino a farmi ben intuire che volevano la scopata condita!
La scopata condita, ah ah ah!
Si dice anche scopata di fallo e di lingua…ma questa definizione si presta anche a un immaginario diverso, Giulì!
Infatti, chiamiamola pure scopata condita Bubi.
E…dimmi, sei riuscito a soddisfarle, a superare la prova, a tirar fuori le parolacce giuste?
Giulì, credo di essere stato all’altezza delle loro aspettative, ma a me francamente è rimasto il disgusto in bocca.
Vogliono essere chiamate troie o roba del genere, preferiscono complimenti pesanti su parti del corpo, gradiscono più che altro oscenità che invitino a posizioni o depravazioni?
Di tutto, Giulì, davvero un mix. Ma è naturale che a queste donne piaccia innanzi tutto che hanno due tette che non si possono non ciucciare, un culo che invoca d’esser montato e finezze simili…
Uhm, caro stallone, oltre alla pratica hai dovuto ingegnarti bene anche in teoria!
Ti odio quando mi chiami stallone, sai che ora ti farò il solletico vero?!?!??
Noooo, basta Bubi, basta per favore, muoio, ritiro la parola, scusamiiiiiiii.
Era da troppo tempo che non te lo facevi e adesso te lo meritavi, non lamentarti Giulì, mi piaci troppo quando annaspi e ridi e urli e singhiozzi tutto insieme.
Sei un bruto.
Che parolaccia grossa, Giulì.
Risate, risate, risate tra amici.
Ehi Bubi pensi che una prostituta per il sesso osceno chieda il supplemento di prezzo?
Ah ah ah…può darsi!
Ma intanto il cellulare di Bubi vibra di messaggi…
Bubi, vibra, avanti leggiamo! Certo che, ehm, è meglio la suoneria, con questi discorsi la vibrazione ricorda un aggeggio tanto caro a certe tue amichette di letto…
Mai parole di Giulì furono più profetiche!
CONTINUA

sabato 27 ottobre 2012

Orgia


Orgia verbale con lirico sadomasochismo in chiave triviale.
Ohhh Bubi, che ouverture! Rimanda all’Orgia di pasoliniana memoria in versione pop osè.
Esatto….Nessuna dotta macerazione intellettuale alla Pasolini, ma abbondante ricorso all’immaginario sconcio, alla depravazione, alla perversione, alla ferocia convulsa dell’accoppiamento, al bestiale obnubilamento dell’eccitazione. La frenesia verbale è istigazione, tentazione, autoerotismo, lussuria, sfogo di bruti istinti sessuali.
Un sottile, penetrante, incalzante, focoso gioco psicologico di esasperazione e provocazione, un torbido sconvolgimento dei sensi. Per alcune donne è indispensabile pungolo al sesso. Per altre un ottimo condimento elettrizzante. Per altre ancora bisogno assoluto di oscenità.
Ricordo certi racconti, Bubi. Tipo quello della famosa Melania che mancava solo ti chiedesse di usare la frusta…
Uhm, si, Melania è un classico esemplare di donna prona al sesso verbale. Quanto alla frusta, no, lì scivoliamo in un’altra categoria. Prima o poi parleremo anche di quelle, Giulì!
Certamente, Bubi. Si, hai ragione, Melania non era da frusta. Lei voleva essere “insultata”, adorava il linguaggio sporco e piccante, era lei che ti chiamava uccellone vero?
Già!!! Uccellone…ecco qui l’uccellone bello con la sua puttana diceva, per non menzionare espressioni ancora più colorite.
Un sesso senza parole per queste donne è quasi impossibile, Bubi?
In un certo senso è proprio così, Giulì. Vivono la sfera sessuale come una dimensione puramente libidinosa, denudata dalle dolcezze e dalle grazie dei gesti, delle forme, delle premure e delle cautele dei rapporti umani strutturati. E poi ci sono tra loro tante sfumature.
Alcune distinguono così fare l’amore e farsi una chiavata, giusto?
Infatti, Giulì. Magari con il marito sono amorevoli compagne di silenziosi amplessi e con gli amanti, come me, scatenano le loro voglie licenziose.
Per altre donne invece le ragioni e i meccanismi sono molto più complessi e delicati.
Terry, la ragazzona ciccia e brufoli che faceva del sesso verbale la sua forza di attrazione!!! Alludevi a lei Bubi, credo.
A Terry certamente. E poi a quelle che hanno terrificanti problemi di relazione con la figura maschile o gravi condizioni di disistima di se stesse.
Uhm…esempi concreti?
Delia. Fuori dal letto e dall’orgia del turpiloquio carnale è un pulcino bagnato.
Un’anima fragilissima, Delia, sempre sull’orlo della disfatta Bubi.
Purtroppo penso che andrà sempre a infilarsi in storie brutte e lì, temo, anche di maltrattamento pesante…
Bubi, ma ci sono anche quelle semplicemente disinibite, insomma che passano dal sesso verbale per pura e sciolta libertà passionale?
Arriviamo anche a loro.
CONTINUA

venerdì 26 ottobre 2012

Maniache di lingua


D’accordo, Giulì, mi farà bene voltare pagina questa sera.
Allora…a me ha fatto ridere quella confusione tra sesso orale e sesso verbale, Bubi!
Ma si, sono arrivato qui che le parole mi si arrotolavano ancora in bocca minacciose, Giulì. Adesso tu, la tua pasta al pesto e qualche calice di questo buon vino mi ridaranno lucidità.
Ma in fondo il tuo lapsus è provvidenziale Bubi, Pedro ci andrebbe a nozze!
Già, è vero, adesso afferro, Giulì!
Bene, esploriamo questi due territori Bubi, credo che sarà molto stuzzicante.
Molto stuzzicante, è un vero viaggio nelle acrobazie del pensiero sessuale Giulì. Quello delle maniache di lingua è un territorio vastissimo e variegato.
Le maniache di lingua, bellissima questa definizione, sei un genio Bubi ah ah ah! Ma è adatta a entrambe le “categorie”? Ovvero si addice a quelle che amano il sesso orale e a quelle che amano il sesso verbale?
Io lo uso per entrambe, ovviamente poi in concreto possono essere due tipi di donne molto diverse.
Aspetta, aspetta, puntualizziamo. Quelle del sesso orale usano la lingua per leccare e adorano essere leccate. Quelle del sesso verbale sono più o meno le donne da chat erotica?
Giulì il discorso è più complesso. O meglio, sulle donne che impazziscono per il sesso orale c’è poco da spiegare. E’ inclinazione, piacere, gusto in alcuni casi. In molti altri è escamotage, si sa. Invece sulle donne…
Uhm, fermati, aspetta: in che senso è escamotage, Bubi?
Se vogliono conservare la verginità scelgono il sesso orale, Giulì. E ci sono pure casi “singolari” di donne non più vergini che preferiscono non essere penetrate perché così sentono di tradire meno il loro partner.
Ma questa è una ridicola follia, un’ipocrisia gigantesca!!!
Concordo ma è così.
Quante ne conosci?
Di vergini poche, pochissime. Di non vergini che vogliono fare solo sesso orale ne ho frequentate almeno sei o sette, Giulì. Un paio alla fine hanno capitolato, le altre sono rimaste maniache di lingua.
Mah, sono sbalorditive, Bubi.
…E sono sbalorditive pure le maniache del sesso verbale, amica mia. Non sono solo le “professioniste” delle chat: quelle in effetti lo fanno per lavoro, cavalcano un’umana debolezza per vivere, se poi vogliamo proprio considerarla una debolezza e non un normalissimo bisogno. Magari si divertono oppure si abituano a recitare benissimo, chissà.
O forse compiono una specie di esperienza di “potere”, Bubi.
Eh si, anche questa è un’ipotesi. Ma la dimensione veramente da indagare è quella fuori dalle chat, Giulì.
Sicuramente, è lì che voglio tuffarmi. Ed è lì che devo tuffarmi altrimenti chi lo sente Pedro!!!!
CONTINUA

giovedì 25 ottobre 2012

Sesso orale...no, verbale


Mia quella sera è decisamente diversa dal solito. Bubi lo percepisce appena la vede. Lo accoglie quasi nuda, senza fronzoli ciarlieri, con gli occhi quasi assatanati, la sigaretta aspirata nervosamente, il bicchiere vicino a una bottiglia di vino appena stappata e già a metà. Lo stringe muovendosi con esasperata malizia emettendo sussurri infuocati.
Bubi, Bubi, prendimi…
Lo spoglia con le mani che tremano e fremono e poi, con voce stridula, lo assale: Bubi fammi sentire che mi vuoi, dimmi cose sporche, voglio essere la tua schiava.
In effetti quella trasformazione di Mia ha irrigidito Bubi. E’ eccitato anzi è quasi sul punto di esplodere ma la versione aggressiva e spudorata di Mia lo spiazza e lo blocca un po’. Cerca di lasciarsi andare, di assecondare Mia. E’ sedotto dalla sua fame di sesso e risponde con una prestazione da maschio di razza. Ma non riesce a pronunciare che poche parole, quasi a denti stretti, senza il calore della violenza infoiata che Mia agogna. E Mia strilla, si sbatte, lo lecca ovunque, ripete fammi male, Bubi…
Ne esce una serata confusa, un’edizione mal riuscita di un film porno con un’attrice che interpreta bene la parte e un attore del tutto a rimorchio, che tiene testa alle scene ma sembra sul set per costrizione.
Amoreggiano fino all’orgasmo. E ancora. E ancora. Ma i brividi di Mia scemano in un turbamento rabbioso e il disagio di Bubi lievita come una torta nel forno.
Non resistono accanto nel letto quando il sesso lascia il posto al declino. Ed è proprio Mia a rompere gli indugi: vado a farmi una doccia, ciao Bubi, buona notte. Praticamente è libero, può andarsene, chiudere la porta alle sue spalle e lasciare Mia alla sua notte di pensieri e tormenti. Ciao Mia, replica Bubi con lo stesso tono da automa usato da lei.
Perché?
Perché, si chiede Bubi tornando a casa. A cosa è dovuta quella trasformazione di Mia?
Si addormenta a un sonno agitato, Bubi. Per fortuna non c’è la sveglia, non lo aspetta una giornata di lavoro. Si sveglia tardi e svogliatamente per alcune ore provvede alle incombenze che si era programmato quasi cercando di sfuggire al ricordo di Mia.
Sono quasi le 19 quando squilla il cellulare, è Giulì.
Bubi, sei vivo? Ho fatto un ottimo pesto, vieni a cena da me?
Molto volentieri, Giulì, amica mia. Un’ora e sono lì.
Bubi, che voce…cosa è successo con Mia?
Ma Bubi ha già chiuso la comunicazione.
Questo pesto è davvero squisito, ogni volta migliori Giulì! Ci voleva un sano godimento!
Bubi sei sconvolto.
Altro che poesia erotica, GiuLì, avevi ragione. Ieri sera Mia ha vestito i panni della sgualdrina famelica, era irriconoscibile. Sembrava volesse indurmi a impazzire di lei e per lei. Era così volgare da farmi quasi ammosciare tutto, Giulì. Come può esserle scattata questa bramosia di sesso orale?
Oh Bubi non pensavo proprio che il sesso orale fosse un problema per te! Da quando?
Giulì non “quel” sesso orale, figurati! Intendo il sesso verbale, ecco. Voleva luride parole, insulti impudichi, grida di lascivia. Era tesa all’orgia dell’indecenza verbale insomma. Si aspettava che io smaniassi di commenti piccanti, che la inseguissi con veemenza sboccata. Perché? Perché, Giulì? A un certo punto mi ha detto: non stiamo facendo l’amore Bubi, stiamo scopando capisci?!? Stizzita e insieme depravata.
A me non stupisce, Bubi. Mia ha sempre indossato quell’odiosa maschera intellettuale per circuirti ma non è niente più e niente meno di una erotomane frustrata. Se fossi in te ci metterei una bella pietra tombale sopra. E, visto che abbiamo aperto la parentesi, passiamo a quelle del sesso orale, le tue amichette inclini all’amor di bocca insomma.
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mercoledì 24 ottobre 2012

La foga porno di Mia


A Mia il messaggio di Bubi è arrivato come uno schiaffo. Lei che adora tenerlo sulla corda, farlo sbavare di desiderio e irretirlo con le sue spudoratezze cultural-chic si è sentita rispondere che lui sarebbe andato a spassarsela in qualche altra alcova. Freme e si infuria, Mia. Tanto da dimenticare la letteratura e sparare un sms da porca navigata: “povero Bubi, mi spiace farti mortificare la tua carne in qualche squallido letto. Qui, solo qui, trovi la vera alcova del piacere. D’accordo, morirò di godimento nello schizzo del tuo sperma”.
Caspita, ha chinato il capo la mia Mia, Giulì! E’ caldissima…
Più che chinare il capo ha spalancato le cosce, Bubi. Ecco l’erotomane intellettuale che sbrodola appetito sessuale!
Giulì a questo punto possiamo rimandare a domani le nostre peregrinazioni tra donne affette dalla sindrome “ce l’ho solo io”, non vorrai che dia davvero buca a Mia?!
Per carità, vai pure a compiere la tua missione di uomo del sesso Bubi. Mia mi fa accapponare la pelle ma è materiale che Pedro non vuole perdere quindi devo raccogliere ogni dettaglio. Domani mi racconterai tutto.
Certo, Giulì.
“Mia attizzi i più licenziosi pensieri…Tra dieci minuti sono da te”.
Mia aspetta Bubi impaziente, con una voglia indecente, con un’urgenza incalzante. E’ scatenata e fantastica di scene erotiche decisamente hard. Quella sera vuole succhiarlo, stupirlo, consumarlo, farlo sciogliere dentro di se fino allo sfinimento. Vuole sentirlo gridare. Si, gridare. Di voluttà, di estasi, di sconcezza. Soprattutto di sconcezza. Pensa che Bubi abbia sempre esplorato e penetrato il suo corpo con una goduria troppo contegnosa. E invece questa sera vuole che lui perda il controllo, che la possegga quasi con violenza.
Altro che eros intellettuale!
Bubi sa che Mia è un’abile amante ma di certo non è preparato a un approccio così “pornografico”.
Si profila una serata piuttosto interessante.
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sabato 20 ottobre 2012

La vagina dei desideri


…Che poi è proprio strana quest’ossessione delle donne!
Quale, Giulì?
Tutte sanno di non essere uniche per te, Bubi, ma si comportano, parlano e scrivono come se lo fossero.
Mentono a se stesse, Giulì.
No, ha ragione Pedro. Mentono a te. Fingono di non saperlo altrimenti ti consegnerebbero su un piatto d’argento la possibilità di un pensiero poco lusinghiero su di loro, Bubi.
Ma si, d’accordo. Però con qualche eccezione.
Certo, Bubi. Adoro quelle donne che ti frequentano in disinibita libertà. E di quelle infatti non discutiamo, Bubi. Vorrei fossero tante! Anzi, vorrei ti innamorassi di una di loro Bubi.
…Che poi è proprio strano che quest’ossessione delle donne giri intorno al sesso, Giulì! Insomma la simulazione di unicità, esclusiva e roba del genere con uno con il quale intrattieni rapporti puramente sessuali non è come il naturale istinto dell’amore, è proprio una farsa grottesca. Eppure queste donne così impegnate a fingere una relazione eletta sembrare quasi prendersi sul serio.
Uff, ci abbiamo ragionato su milioni di volte. E Pedro ci ha largamente illuminato su questo, Bubi. La più puttana è quella che ripugna le puttane.
Si, si, è così Giulì, l’orrore non sta tanto in quelle che negano di esserlo, quanto su quelle che sputano veleno. Però è sempre un meccanismo che mi sfugge dalle mani. E’ questione culturale?
Chiamalo condizionamento culturale, catena sociale o come diavolo vuoi Bubi. Ma ricorda che c’è comunque anche la componente caratteriale. Diciamo che il background storico in alcune è amplificato a dismisura da un vanitoso ego molto stupido. Si parla di sindrome di “ce l’ho solo io”, la vagina dei desideri.
Ma in fondo quelle affette dalla ben nota sindrome non dovrebbero, proprio in virtù di tale sciagurata malattia dello spirito, fare le preziose, tenerla stretta, essere poco inclini a cederla a chi le mette nel mucchio?
Dobbiamo distinguere e spiegare, Bubi. La classica smorfiosa, illusa e presuntuosa con qualche lacciuolo morale o ambizione socio-economica o mira di gloria pianifica le sue concessioni, in tempi, modi e beneficiari. L’oca giuliva tronfia, nei vari modelli pseudointellettuale o gatta morta o il diavolo che le porti, se la gioca allegramente credendo che qualunque compare di merende e godimento cadrà irrimediabilmente, sicuramente, definitivamente nella sua malia.
Chi vaneggia di più, Giulì? Ah ah ah, forse ci dobbiamo bere qualcosa di forte per reggere questo quadretto allucinato. Stappo la bottiglia di vino bianco che hai in fresco, intanto pensa a cosa devi rispondermi: è più sopportabile la classica smorfiosa o l’oca giuliva?
Cin cin!
Alla sindrome di “ce l’ho solo io”, la vagina dei desideri!
CONTINUA 

mercoledì 17 ottobre 2012

Il sesso dei libri



GIulì guarda che la letteratura trasuda sesso.
O chi sembra sciogliersi tra le pagine della narrativa lascia trapelare sensuale lascivia, Bubi?
Anche, forse.
Saranno gli occhialini da intellettuale, lo sguardo che vaga febbrile tra le righe, il volo delle citazioni con voce vellutata e intrisa di pathos?
Certo, Giulì, il fascino di certo lirismo è fortemente eccitante per me. Comunque non trascurare la potenza erotica delle parole e quindi della letteratura stessa.
Comunque confermi esattamente quello che ho detto, quella Mia ti ha stregato. Ma nella realtà non ha davvero il tuo stesso trasporto per la cultura letteraria, ecco tutto. Si atteggia, finge, sa di circuirti.
Giulì sembra che Mia ti infastidisca molto, anzi troppo!
No, Mia per me sarebbe innocua Bubi. Mi spiace solo che tu ne sia così coinvolto…
Tranquilla, Giulì. Come direbbe Pedro i nodi, se ve ne sono, vengono al pettine. Quindi prima o poi anche Mia, se è un bluff, crollerà. E si dissolverà, anche ai miei occhi.
E adesso, cosa le rispondi? Potresti raggiungerla, secondo me il suo letto è caldo e pronto per accoglierti.
La tengo un po’ sulle spine? Rimando con qualche altrettanto dotta citazione…
No, Bubi, prova a colpire dritto nel segno. Rispondi con un messaggio di bramosia infuocata. Vediamo a quale poetica reazione si aggrappa!
D’accordo, condivido la sfida.
Bubi digita velocemente un sms, tra ironia e desiderio: cosa ci fa Apollinaire nella tua camera di voluttà? Vediamoci subito e scriviamoli noi i versi della libidine…
Inviato, Giulì, non ci resta che attendere riscontro.
La risposta non tarda ad arrivare: finché ho un desiderio ho una ragione per vivere. La soddisfazione è la morte.
George Bernard Shaw?
Esatto, Giulì.
Bubi, serata mancata, mi spiace, l’erudita Mia ti ha inviato un bel due di picche. Devi ardere, ardere, ardere ancora. Ti lascia macerare nel bisogno, nella fantasia, nella cupidigia. Fino a quando anelerai al suo amore senza più difese caro Bubi.
Questa volta però uno brutto scherzetto voglio tirarglielo, Giulì. E’ troppo arrogante questo distacco, altro che gatta morta, rasenta il ridicolo…
Oh il nostro Bubi è ferito! Bene, bene. Cosa vuoi scriverle?
Roba brutale, accidenti, altro che aforismi di sapientoni: questa sera allora porterò la mia carne in un’altra alcova. Alla prossima, Mia.
Pensavo volessi adottare un linguaggio più forte, Bubi, comunque sei stato duro, bravo.
CONTINUA

lunedì 15 ottobre 2012

Mia, erotomane intellettuale


Eros culturale, Giulì.
Definiscilo come vuoi, Bubi. Quello di Mia resta un travestimento. Ha bisogno di mascherare gli impulsi sessuali con la manfrina dell’afflato poetico, della sintonia mentale elevata, della corrispondenza di dotti sensi. Circuire fino al letto con le parole le sembra più raffinato e virtuoso. Preferisco le squillo genuine.
E’ una malia sottilissima, Giulì. E tu, forse, sei troppo impietosa con Mia.
Oh, Mia non è una cattiva persona, Bubi, non è contro lei personalmente che mi scaglio. Ma appartiene a quel genere di donna, lo sappiamo entrambi Bubi…
E’ vero. So che una genuina squillo è tutto piacere garantito e nessuna falsità però…
Però Mia è riuscita goccia dopo goccia a scavare il solco in quella semplice certezza dei tuoi accoppiamenti autentici. Con lei sei sempre scivolato nel tunnel delle parole. Quella moralità apparente dei confronti eruditi ti ha soggiogato.
Giulì, magari è solo un omaggio alla mia testa. In fondo desidero stordirmi anche del mio amore per quella cultura che lei agita come arma di seduzione.
Temo non sia proprio così, Bubi. Se fosse solo nutrimento, ne godrei per te. La realtà è diversa: Mia ha usato le parole per stringerti un cappio intorno al collo. Secondo me quando ti avrà vinto sarai un giocattolo molto meno attraente. Fino a quando ti inseguirà insieme a mille altre donne sarà complice intellettuale delle tue passioni letterarie, quando non dovessi guardare che lei sarà la più crudele delle possibili carnefici.
Ma non devo capitolare, Giulì. Parli come se stessi per impalmarla.
No, non potresti impalmarla davvero, non lo vorrebbe capisci!? Vuole vincere la sua battaglia, “ridurti” a uomo innamorato. Di lei, ovviamente.
Giulì, stai esagerando e non è da te! Qui c’è l’evidente sollecitazione di Pedro.
Può darsi ma…non reagisci, non neghi fermamente, non escludi categoricamente Bubi!
E’ così ridicolo…
Non è vero, esci allo scoperto Bubi. Stai vacillando. Mia che ritorna, Mia che riesce a distrarti da tutte, Mia che ti riconcilia con la possibilità di un sesso d’amore.
Giulì come spieghi che non l’ho più cercata? Lei si è fatta viva questa sera con un sms, è stata lei a scrivermi dopo mesi, se fossi vittima della sua seduzione non avrei potuto starle lontano!
Non mentire, Bubi. Tu ti sei tenuto a distanza solo perché lei aveva scelto, o finto di scegliere, quella che chiamò la strada della tenera passione ricordi? Si è messa con quel tizio occhialuto tutto libri e musica classica e ti ha messo alla porta, Bubi. Secondo me è stata una farsa ma, comunque sia, tu hai smesso di starle intorno solo perché lei te lo ha chiesto.
Me lo ha chiesto dopo una notte interminabile di baci e carezze che non hanno consumato tutto l’ardore dei nostri corpi…
Esatto, ne ho perfetta memoria! Lei non si è concessa del tutto, non ha lasciato che tu la penetrassi, ha voluto farti montare il desiderio perché ti rimanesse addosso, doveva indurti a credere che andava moralmente a cercare sesso con amore Bubi.
E intanto tutto il suo corpo e il suo bisogno di sesso si spalmavano su di me!
E anche dentro di te, Bubi.
CONTINUA

sabato 13 ottobre 2012

Suoni d'orgasmo


Bubi, Sonia sgocciola dolce beatitudine mentre Cristina interpreta la scena dell’orgasmo al ristorante in Harry ti presento Sally?
Che film, accidenti, bella reminiscenza Giulì! Ecco, pensa che Cristina fa bene quella parte e poi, a clou raggiunto, si alza in un balzo, si riveste, si ricompone e torna ad adottare falcata, tono asciutto e vigoroso, espressione tirata. Sonia invece, dopo quello sgocciolamento di dolce beatitudine – altra magnifica espressione da suggerire alla tastiera vivente – giace pateticamente distesa, quasi in deliquio.
Quella di Cristina “dopo” è un’immagine da freezer, quella di Sonia è da orticaria, Bubi.
Dai, Giulì! Questo è il variegato mondo del mistero, il sesso e le sue umane rappresentazioni, non te l’ha ben spiegato Pedro?
Eccome, spiegato e rispiegato Bubi. Ma qui tra crocerossine, leopardi, enigmi, ninfomani e scopamiche questo mondo del mistero è perennemente in tempesta. Pedro mi ha affidato proprio uno sporco lavoro!
Non mentire, Giulì. Ti diverti, lo so. Vuoi vedere quanto ci ridi su?
Noooooooo, basta, il solletico non lo sopporto più. Bruto, fallo alle tue donne!
Quanto ti voglio bene Giulì, sei uno spettacolo di donna!
Ma il tuo cellulare questa sera tace, Bubi?
E’ semplicemente spento, Giulì. Ma se hai bisogno di altri input lo accendo subito!
Si, voglio morire di stimoli sessuali ah ah…
Bene, agli ordini, accendo.
Una scarica di trilli, una giungla di focosi sms, di avvisi di chiamate perse, di ami lanciati e potenzialmente da raccogliere.
C’è l’imbarazzo della scelta, come al solito, amico mio. Uhm, vediamo, analizziamone qualcuno di quelli chic. Sai, dobbiamo cimentarci anche in quella dimensione pseudo culturale, pseudo psicologica, pseudo filosofica, pseudo tutto di quelle tue spasimanti che celano le bramosie erotiche sotto la cortina delle affinità cerebrali. Roba noiosa ma ci tocca.
Perché è roba noiosa? Alcune sono davvero persone intelligenti, colte, di spessore.
Bubi, sai come la pensa Pedro. E non posso proprio dargli torto! Sono spesso assai più inconsistenti o velenose o odiose delle frivole, a volte peggio pure delle gatte morte…Ecco, tipo questa Mia, da quanto non ne avevamo notizie? Leggi, leggi:
Ti ho ritrovato “…nella camera di voluttà” con l’amato Apollinaire, un tuffo al cuore. Ricordandoti, Mia.
Una dotta citazione, Giulì. Mia! Erano davvero secoli che non si riaffacciava sulla scena…
Una dotta…eccitazione, vorrai dire, Bubi.
CONTINUA

giovedì 11 ottobre 2012

Sonia a sesso lento


Sonia è morbida, languida. Tutta moine, sussurri, sguardi caramellosi. Sai come sono le gatte morte, Giulì! Fingono sempre una vezzosa indifferenza, si muovono con sensuale indolenza. Sonia è una gatta morta. Punto.
Bubi, in una parola sola, svenevole.
Si, svenevole.
Ma questa Sonia o, insomma le gatte morte, sono molli anche sessualmente?
Non molli, Giulì, morbide. Indugiano, si strusciano zuccherose e apparentemente arrendevoli, ammiccano e alludono con smorfie e bisbigli, seducono con pose esplicite ma travestite da casualità.
D’accordo ma almeno al culmine del piacere si trasformano in animali vivi immagino, Bubi!
Da quando ti interessa così tanto il dettaglio tecnico, Giulì?
Da ora, Bubi. La gatta morta mi incuriosisce, mi infastidisce, mi avvilisce. Voglio saperne di più, ecco.
Vivono l’erotismo come forma di celebrazione della propria bellezza e del proprio fascino. Adorano sedurre, eccitare, confondere, rapire. Al godimento fisico antepongono il godimento cerebrale della conquista. Probabilmente vivono così la loro femminilità o la loro potenza femminile…
A te Bubi piace molto Sonia?
La trovo infinitamente sensuale, tutto qui. Mi allettano le sue pose, le sue labbra vagamente imbronciate, il tono vellutato della sua voce. Appena l’ho conosciuta ho fantasticato sul suo corpo abbandonato al mio! Mi fanno impazzire i suoi riccioli neri che cadono disordinati sul viso, il suo guardaroba sexy finto trasandato, le sue mani piccole e magre. E comunque, Giulì, Sonia ha anche lo charme dell’arguzia, ha buona cultura e grande sensibilità musicale.
Ma questa Sonia gatta morta è amica di Cristina il leopardo, che coppia Bubi!
Una strana combinazione, è vero Giulì. Ma se le vedi insieme sembrano danzatrici molto esperte e affiatate, giocano d’intesa. E sono inebrianti. Molto.
Suggeriscono una performance a tre?
Indubbiamente stimolano proprio quel genere di fantasia erotica, Giulì. Io preferisco non addentrarmi in quel tipo di esperienza ma teoricamente ammetto che sono stato attraversato da un po’ di fermento carnale e da una buona dose di tentazione! D’altra parte sono anche consapevoli che ho abbondantemente consumato con entrambe e direi che l’hanno presa con frizzante complicità. Credo che per loro sia una situazione intrigante e avvincente. Sono spiriti free, Giulì.
Molto free, Bubi. Punteggio, su, voglio un punteggio o una graduatoria: meglio il leopardo o la gatta morta?
Giulì stento a riconoscerti! Secondo me Pedro ti ha imposto di girare il coltello nella piaga.
Bubi…rispondi.
Per un solo incontro di sesso, Cristina. Se gli incontri si moltiplicano, meglio Sonia. E’ più impegnativa e lenta l’esplorazione, insomma si concede gradualmente e questo tiene alta la tensione. Con Cristina si brucia tutto subito.
CONTINUA

giovedì 4 ottobre 2012

Non è una gatta morta


Bubi sai che quando accenni a movenze feline puoi suscitare il dubbio di allusione alla classica “gatta morta”?
Cristina è un bel leopardo, Giulì. Se vuoi un esemplare di gatta morta quella è Sonia, la sua amica. Che fusa eccitanti!
Bubi sai che le gatte morte mi fanno venire l’orticaria però…questo confronto è allettante! Ma, ma…questo significa che sei in corrispondenza di amorosi sensi con entrambe contemporaneamente?
Adoro le storie parallele, lo sai amica mia.
Purtroppo lo so, Bubi. Lo sa anche Pedro.
Perché usi quel tono per specificare che lo sa anche Pedro? Dimmi, Giulì, questo è uno degli elementi di…?
Bubi sai benissimo che non devo parlartene, ti ho già lasciato intuire troppo, non farmi domande, racconta ciò che vuoi come vuoi. Sei nelle mani di Pedro e della sua tastiera vivente, come me del resto.
Tu però sei in rapporto di collaborazione, io invece sono la cavia da laboratorio che voi tre scrutate!
Non è proprio così, Bubi, suvvia, non cercare di impietosire i lettori…Avanti, presentami Cristina il leopardo e Sonia la gatta morta.
Visto che non posso tirarmi indietro…Cristina è un caterpillar, una tipa tosta e arrivista, senza languori umani e fronzoli romantici. Una donna che ha un cervello da robot, zeppo di dati ma senza anima. Le nostre tre conversazioni sembravano il grigio preludio di un convegno tra geni dell’economia o dell’industria.
Caspita, Bubi, bella premessa per fare sesso!
Eh Giulì, per un leopardo il salto dal tavolino del bar al letto di casa sua è stato rapido e facile. Fin dalla prima volta. E’ bastato un attimo di silenzio. Mi ha guardato dritto negli occhi, ha posato una mano sulle mie gambe in modo eloquente e mi ha detto semplicemente “andiamo a casa mia?”
Insomma le chiacchiere erano un proforma, le interessava andare alla meta.
Ma no, Giulì. Quando parla è Cristina, la stilista di successo, la donna in carriera, la tipa seriosa, razionale, cinica, volitiva. Quando le scatta il desiderio sessuale stacca temporaneamente la spina da tutto e indossa la pelle di leopardo.
A quel punto diventa più dolce o si scatena?
Dolce rock, Giulì. E’ avida, di baci e carezze. E in questa sorta di arrendevolezza alla mia bocca e alle mie mani fa tenerezza, il leopardo. Ma è anche furiosa nell’esplorazione del mio corpo, nella frenesia con cui si dimena, nella foga della sua lingua su di me. Così sinuosa, così vorace, così avvinta dal sesso Cristina sembra spogliarsi completamente della sua immagine pubblica…
Questo le restituisce un volto umano, Bubi.
Si, Giuli, ma dura il tempo dell’appagamento. Poi bruscamente torna ad essere la Cristina cruda e dura. Ma devo raccontarti qualche particolare spinto.
No, aspetta, Bubi prima dimmi qualcosa su Sonia, la gatta morta…
CONTINUA