sabato 30 ottobre 2010

Quando non basta neanche la sensualità poetica

Francy è proprio sorprendente: Bubi devo ammettere che…ho voglia di te.

Francy? Francy che si arrende così a Bubi, Francy che rinuncia al pungolo pungente, Francy che lancia un amo romantico e sereno. E’ un bluff?

Bubi scarta l’idea di risponderle, di indagare, di giocare. Non risponde neanche a Monica, la ninfomane sempre più incalzante.

Semplicemente non ne ha voglia. Come non ha voglia di addentrarsi in uno dei travagliati rebus di Lucy: forse sono sbagliata, forse sono stupida…o pago per aver puntato l’indice contro l’aberrazione?

Fanno la loro comparsa via sms anche donne del passato, una domenica uggiosa che spinge tutte a cercare Bubi? Pure una stuzzicante ammiratrice anonima che si firma “bellissima” arriva a Bubi con un exploit di sensualità poetica: finalmente sono riuscita ad avere il tuo numero, uomo dei miei sogni, ti scaldi e ti ecciti…il cuore…il mio pensiero denso di passione.

Caspita!

Il messaggio della sconosciuta per Bubi è l’unico degno di un attimo di eccitazione. Ma dura solo un attimo, appunto. Non è giornata, ecco.

Chi sono davvero tutte quelle cagnette in calore? Non è molto elegante come pensiero ma è proprio quello che passa in un lampo nella testa di Bubi. Magari approfittano del sonnellino di mariti e figli davanti alla tv per scrivere a Bubi di domenica, magari sono semplicemente sole e irritate nel giorno di festa perché l’amante fa regolare presenza nella casa di famiglia, oppure sentono la noia del giorno nel quale mancano il lavoro e le corse da gonnelle in carriera. Qualcuna più che single sfigata, come si ritiene, è zitella causa fuga di tutti i potenziali compagni!

Il quadretto è desolante insomma, per Bubi è una di quelle atroci consapevolezze della lucidità che lo gettano nello sconforto. Lo squallore affoga nel campari shakerato, quando tutto si tinge un po’, si rallegra un po’, si confonde un po’…Ma lì, davanti alla crudezza della coscienza limpida, diventa una lama che si conficca nella carne.

Non è un tripudio dei sensi ma una gazzarra fastidiosa per intenderci. Tutte quelle avance sono avvilenti e stonate. Questioni di tempo, contesto, condizioni…Bubi in queste circostanze si sente una sorta di ultimo stadio, di ancora di salvataggio, di soluzione di riserva, di tappabuchi. O la sintesi estrema della miseria esistenziale perché in definitiva attrarre tutto quel carrozzone di anime disgraziate può significare anche non meritarsi niente di meglio o di più, accidenti…

Su questo riflette Bubi.

Ma non è la sua leggerezza sentimentale ad aver allontanato spiriti nobili, in verità. Bubi, per amor del vero, non ha conosciuto autentiche dame, donne da manuale dei desideri, femmine sublimi. E quel vezzo da galantuomo che lo spinge a non ammetterlo mai del tutto, lo invita sempre a incolparsi e gli suggerisce di credere o far finta di credere che sia solo fatale casualità è una piccola, grande farsa della sua storia di uomo, reale e letterario.

Perfino Pedro non riesce a scucirgli un giudizio tranciante sulle donne. Preferisce sorridere e tacere, Bubi. Tergiversare, talvolta. Indulgere sulla possibilità che la causa primitiva di ogni degenerazione femminile sia la pessima qualità del genere maschile.

Perché Bubi non vuole o non riesce a condannare le donne?

Giulì direbbe che è un po’ strategia, un po’ delicatezza, un po’ insicurezza, un po’ smarrimento. Credo che Giulì non sbagli. Bubi ha una tenace tendenza a sottovalutarsi, quasi a ritenersi indegno di felicità. Bubi ha un’educazione e un garbo che non gli consentono espressioni di biasimo pesante. Bubi ha un fortissimo rispetto per i percorsi psicologici, umani, culturali di tutti. E Bubi sa anche starsene nei panni del cicisbeo accomodante: basta succhiare il nettare e volare via…

Per godere di ciò che è bello e piacevole capita di doversi sorbire pure qualche boccone amaro e comunque saper voltare pagina quando si presentano le parti brutte e spiacevoli. Di questa necessità, quella di godere di emozioni, Bubi ha fatto virtù.

Quando gli piomba addosso la risacca torbida deve tenere duro, Bubi.

Quella giornata deve solo passare, finire.

Per fortuna c’è la serata con Giulì.

Giulì? Mentre lo rincuora la prospettiva è assalito da un moto misto di riso e di vago patema: e se Giulì volesse incastrarlo alla resa dei conti e degli eventi?

CONTINUA

domenica 24 ottobre 2010

Vagina in fremente attesa

Non si può dire che non si fosse presentato ad Anna smagliante. Bubi si era riappacificato con le paturnie prima di tuffarsi nella serata, in queste virate è maestro. Non potrebbe essere diversamente…Vive così, Bubi. Di conciliazioni tra il suo spirito profondamente pregiato e l’estemporaneo godimento di superficialità seducenti. Sopravvivenza, l’ha definita una volta.

La verità è che le donne stanno a Bubi come l’ossigeno per i polmoni. Ma anche che per Bubi l’unica stella che brilla nel cielo opaco della miseria intellettuale che l’umano cosmo offre è quel guizzo di rapimento della foga passionale.

Torniamo alla relatività. Nell’assenza di valori autenticamente assoluti Bubi sceglie la relatività sopra tutto e tutti, almeno è onesta insomma.

Arrivano a lui la cagnetta in calore, la ragazzina in smania precoce, la signora tutta lustrini e frivolezze, la donna di casa annoiata e scalpitante, la femmina agguerrita e spregiudicata. Donne infedeli, donne squallide. Commedianti. Madri degeneri.

Questa è la natura. O almeno una fetta enorme di natura.

I riferimenti sublimi, come Fiorella e Giulì, vivono una dimensione molto defilata, da single più o meno rassegnate, da persone in piena e dolorosa consapevolezza del limite dell’esistenza e della nobiltà dell’umana essenza.

Ecco, Bubi nutre l’anima con tanti piccoli e grandi istanti di cultura, sintonia psicologia, somma filosofia. La lettura dei classici, l’arte, le armonie di pensiero e pelle con Giulì e Fiorella, i rapidi intrecci di opinioni e massime con Pedro. Qualche volta un’ottima seduta enogastronomica, un’escursione in piena natura o nei meandri della storia. E quel sottile, speciale spazio di introspezione a briglie sciolte.

Per il resto, nei lunghi giorni che compongono i mesi e gli anni della sua vita, c’è quel raggio di sole dei magnetismi sessuali. Non è il caso di scomodare Freud. Per Bubi l’eros e la sessualità sono istanti di bestiale magia. Con tutto il corollario di riti e sorprese, di approcci, litigi, messaggi e la parabola delle salite e delle discese, ogni confluenza di corpi, desideri, euforie è una parentesi ludica, suggestiva, intrigante.

La scappatoia alla ferocia della verità… L’unica soluzione umana valida in termini davvero vibranti e intensi contro la realtà degli uomini e delle donne. Perché a Bubi non piace la realtà degli uomini e delle donne, diciamolo…

Pedro si sollazza a distinguere le visuali di Bubi in posizioni orizzontali e verticali. Brutale ma perfetta la sintesi dei piani di osservazione e respiro!

Tornando ad Anna e a quelle che, per essere chiari, spandono borie e civetterie come se potessero così manovrare il mondo maschile, a Bubi fanno quasi il solletico. Ma non le molla, mai. Anzi. Quando è in vena di safari prende a lavorarle ai fianchi divertendosi molto, moltissimo. Lo farà anche con lei ma, per ora, la lascia a mollo nella sua brodaglia di etichette, capricci, pose, ossessioni.

Domenica, tranquilla domenica.

Bubi ha in testa solo il tragitto di analisi che intraprenderà con Giulì. Forse dovranno mettere qualche punto…

Pedro ha scelto Giulì per la carrozza di spine e attende da superlativo birbone che il diario di bordo sappia svelare vizi e virtù di un assurdo quanto favoloso universo di glorie e sciocchezze.

Serve davvero incontrare anche Marzia, Luisa, Liz, Alexia, Cinzia, Jessica?

Quali altri scenari regalerebbero alla storia Pamela, Eleonora, Annie?

Su questo si confronteranno Giulì e Bubi. Ma anche su quella martellante insistenza di capitoli a ripetizione come Monica, Lella, Lucy…

Perché proprio quella domenica, tranquilla domenica registra una quantità di sms sbalorditivi quanto paradossali.

Monica deve avere proprio la vagina in fremente attesa: Bubi, non raffreddarmi, il sesso è un piatto da mangiare caldo. Sei libero?

CONTINUA

sabato 16 ottobre 2010

Zucchero e culotte

La serata con Anna è più interessante per il Bubi letterario che per quello reale: tutta baci ed effusioni adolescenziali. Un petting, se pure un po’ heavy, che non approda alla congiunzione carnale…

Non è che a Bubi dispiaccia la tenerezza della danza cauta, delle attese, degli affondi misurati, dell’eccitazione che rimane quando non tutto è svelato e compiuto. Ma sa che quella è solo la mossa della castigatezza calcolata. Intuisce che Anna è convinta di incuriosire con pudore e ritrosia. Crede di tenere la palla non concedendosi subito. Che sciocchezza, pensa Bubi!

Le mani, la lingua, il corpo di Anna trasudano esperienza e appetito quindi escludere la penetrazione è una bizza maliziosa.

Trovo che il sesso orale sia una forma di intimità totale, molto potente…dice ad Anna per assestare uno schiaffone birichino a quella boria femminile.

Bubi, non sono d’accordo, ribatte Anna con un broncio irritato che mostra di aver colto il fastidioso attacco.

Bubi scioglie la tensione: Anna, voleva essere una nota carina, davvero, insomma mi piace molto l’erotismo esasperato e sofferto che aleggia nell’incompiutezza degli approcci sessuali che non culminano in accoppiamento vero e proprio.

Mai menzogna poteva pronunciarsi in termini migliori! E infatti Anna abbocca, ci crede, abbraccia Bubi e gli sussurra: stiamo bene insieme…

Avrebbe potuto bruciarla con la verità invece ha scelto una bugia, Bubi. E non possiamo biasimarlo: donne come Anna meritano di essere trattate così, a parere unanime mio, di Pedro, di Giulì. Smascherare le loro tattiche non serve a nulla, non cambierebbero mai!

Però a Bubi di una serata così e di una donna così non restano grandi sussulti emotivi, anzi. Rientra a casa lieto di ritrovarsi con i suoi vagabondaggi mentali, fuori da quella logica cervellotica della femmina irrisolta e pomposa.

Si stravacca sul divano con una birra, accende lo stereo, sgranocchia una focaccia indurita che giaceva in cucina da due giorni.

Legge i messaggi della serata. Uno è di Giulì: zucchero e culotte! Ottimo spunto per la chiacchierata che li coinvolgerà…Il riferimento è alla predilezione di Bubi per le culotte e a uno scambio di esilaranti battute su alcune performances di fiamme e fiammette di Bubi.

Adesso che pure Luciana Litizzetto si è arresa al diktat della dieta, fa sfoggio del dimagrimento conquistato e sgambetta con la minigonna non c’è più il sogno di un’isola felice, accidenti, medita Bubi.

Le donne sono maniache di una asciuttezza che mortifica le curve che tanto fanno ribollire il sangue maschile e così capita che anche qualche cervello brillante finisca per capitolare. D’altra parte, lo sappiamo, il mercato ha messo lo zampino cattivo in questa tortura della taglia: ai padroni della moda piacciono i corpi anoressici…perché sono omosessuali o perché risparmiano in quantità di stoffe e difficoltà di realizzazione? Pensierino perfido di Bubi, questo…

Bubi non impazzisce per tanga e perizoma, predilige le linee morbide e misteriose della culotte. Quante donne poi hanno un tonico sedere da esibire intorno al filo?!? E quante donne indossano il perizoma come enfatizzazione di libertà e provocazione?!? Spinose questioni, mi sottraggo all’analisi per carità.

Ride, Bubi. Anna aveva optato per una soluzione decisamente kitsch secondo i gusti di Bubi: perizoma di pizzo rosso, orrore!

Dovremmo addentrarci tra le pieghe della cellulite ma tralasciamo, lettori.

Quelle striscioline di lingerie sotto abiti stringatissimi e aderentissimi dovevano celare una donna timida, vergognosa, pudica? Macché. Anna è archiviata nel catalogo di quelle che con quattro ossa, un po’ di flaccida copertura e qualche abitino extra small credono di incantare qualsiasi uomo…

Uffa, sbuffa Bubi.

Lui cerca forme e armonie…Perché la passione, quella autentica, non sta mai nella scatola delle repressioni, delle strategie, dei patetici artifici, del conformismo. Trattenere il fiato e contrarre le chiappe a comando per dare al profilo l’immagine fedele allo standard vincente non è sempre e solo una tenera fragilità, su!

Ma non è ad Anna che pensa davvero. Lei è solo l’ultimo esemplare di uno scenario che lo rattrista, lo delude, lo annoia.

Come le false amanti dell’avventura, quelle che predicano il carpe diem e dicono di fregarsene della stabilità, del futuro, della culla domestica e delle adeguatezze sociali….Le più pericolose, le più inaffidabili. Leonesse travestite da agnellini. Quelle che sembrano sbrodolare per Bubi e poi, dopo qualche incontro, tirano fuori collare e guinzaglio, introducono regole, iniziano a smaniare per qualche certezza e per un’esistenza tranquilla…

Una categoria inquietante, quelle delle leonesse agnellini. Osannano la vita azzardata e ambulante solo per il tempo di accalappiare il Bubi di turno. Dopo si rivelano ossessionate dalle omologazioni, eh eh!

Turbamento, raccoglimento, capitombolo?

Lo stato d’animo di Bubi è effettivamente piuttosto arruffato, per usare un simpatico eufemismo…

CONTINUA

mercoledì 13 ottobre 2010

Focosi amplessi

Si sveglia pensieroso, Bubi. Ahia, siamo in fase di autocommiserazione…

Raggomitolato sulle meditazioni alle quali aveva cercato di sfuggire con un buon libro e una grande dormita Bubi resta a letto a fissare il vuoto. Vuole scivolare nel buco nero, fino alla fitta della disperazione. Capita, a Bubi.

Talvolta per esorcizzare la sofferenza bisogna esasperarla. Stare lì a guardarla, a toccarla, ad ascoltarla. Lasciarsi schiacciare dalla pena, prendersi a pugni, piagnucolare sulla propria disgraziata sorte.

E questo è quello che fa Bubi quando sente incombere l’ombra dell’oppressione. Quando non funziona più scappare, inebriarsi di diversivi, sfinirsi tra le braccia di qualche fugace emozione Bubi tira il freno e sta immobile sotto lo scroscio di insoddisfazioni, tormenti, agonie.

Il più delle volte funziona. In poco tempo subentra uno sfinimento catartico. Una disintossicazione, insomma. Bubi poi si risolleva, debole ma depurato.

E così accade, infatti…

Ma dopo ore complicate e angoscianti, ore in cui il baratro è l’unico nemico alleato, una di quelle contraddizioni necessarie al processo di liberazione capite? Il baratro è il terrore, lo strazio, la morte simbolica…la fine che prelude all’urlo di sollievo, alla via di scampo, alla riconquista di una carica vitale.

Bubi è in isolamento, catapultato in una dimensione intima di profonda prostrazione. Non si alza per mangiare, non ascolta musica, non accende la tv, non prende in mano il cellulare. Sta, semplicemente. Come un naufrago che boccheggia in riva a un’isola deserta dopo una lotta con i flutti per la sopravvivenza. Non interagisce con i pensieri, lascia che galoppino dentro di lui all’impazzata.

Sono le quattro del pomeriggio quando Bubi, stanco e pesto come se fosse reduce da un incontro di pugilato, riapre lo sguardo sulla vita con un barlume di serenità. Finalmente. Ci volevano quelle ore di lacerante tortura!

Vuole rimettere ordine nelle sue prospettive, ecco. Ma non ha alcuna intenzione di incanalarle nel rigore di qualche orizzonte scontato.

A voi potrebbe sfuggire il significato di una simile determinazione ma a lui, invece, è chiarissimo…Ed è questo che conta. Bubi desidera una sorta di tranquillità relativa. La chiama tranquillità essenziale, Bubi. Vuole sgombrare il campo da qualche problema, vuole un’esistenza sostanzialmente sostenibile. Però esclude i cambiamenti radicali e le omologazioni…

Cari lettori non dovete necessariamente cogliere questo passaggio, vi basti comprendere che questa tempesta interiore fa bene a Bubi. Non crediate però che sarà l’unica, che causerà svolte clamorose, che muterà i termini letterari e reali di questo viaggio. E’ sola una nota, preziosa, sulla personalità di Bubi, sul suo universo emotivo, sulle sue dinamiche intellettuali…

Si alza e riprende il timone dell’agenda. Una lunghissima doccia, uno stuzzichino, un ottimo caffè. Esce per un po’ di shopping, poi potrà dedicarsi ad Anna!

E’ in giro per negozi quando viene raggiunto da uno strano sms di Paoletta: è stato bello? Quel punto interrogativo ora è impegnativo, Bubi decide di togliersi dagli impicci con una risposta diplomatica: è sempre bello con te, Paoletta.

Dopo è un messaggio di Monica, la ninfomane, a fargli ritrovare il suo sorriso sessuale, quello delle occasioni birichine insomma…: Bubi, ho voglia di sfrenatezze libidinose, quando scateniamo l’amico pene e l’amica vagina?

Trattengo una risposta maialina e scelgo la via più raffinata, bella signora dell’eros: presto l’amico entrerà nel cuore dell’amica, porta pazienza!, così scrive Bubi.

Sesso, sesso…

Uhm, anche Anna avrà in mente focosi amplessi?

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domenica 10 ottobre 2010

Di sesso e pensieri: la terra è l'albergo dei viandanti

Ma è tardi, deve fare una doccia, radersi e vestirsi. E’ la serata di Paoletta. Paoletta un po’ stufa dei panni da amante ma non abbastanza da spogliarsi e cercarsi un abito nuovo. D’altra parte quell’uomo l’ha voluto così, per soldi, potere, ambizione o frivolezza. Non vorrebbe mai stargli accanto mentre invecchia in pantofole e mutande. E non vorrebbe neanche amore da uno spiantato stravagante come Bubi, per intenderci.

Paoletta è la pagina delle donne irrisolte e perennemente scontente o inquiete…E Paoletta è ancora la migliore nella sua categoria, pensa Bubi, ha il dono dell’umorismo e della favella arguta.

Almeno non è prevedibile in ogni gesto e in ogni parola, Paoletta. Bubi ha conosciuto donne squallide nel tormento della loro monotonia…invece con Paoletta ci sono guizzi di pensiero e baldorie cameratesche piuttosto soddisfacenti. Si, una serata con Paoletta è comunque una manciata di ore allegre e saltellanti…si può fare, come dice Bubi.

Paoletta lo accoglie con qualche effetto speciale: come una pantera in vena di accoppiamento furioso. Sesso ad oltranza. Non che Paoletta non si fosse già distinta per charme e savoir faire da erotomane navigata ma la versione così audace e intrigante è un bel colpo d’ala! Tenuta e trucco molto sexy su un corpo e un viso che già allo stato naturale emanano profumo di libidine e Paoletta sembra voler introdurre, più o meno letteralmente!, Bubi nei fatati anfratti delle espressioni femminili più spinte…

Felice di riabbracciarti, Paoletta!

Bubi, sono felice anch’io.

Questo è l’unico preambolo a un corpo a corpo che li impegna con sensi e spasmi per due ore…L’unico preambolo ai versi del desiderio e dell’appagamento.

Lingue e mani lavorano alacremente fino alla penetrazione. E quando insieme esplodono Paoletta divertita narra proprio così le loro gesta: bestia, che sudata Bubi! Ma siamo grandi artisti delle discipline sessuali no?!

Si, si monella, ci scapperebbe la battuta del pennello ma tralasciamo!

Mmmh, adesso possiamo mangiare!

Ho fame anch’io Paoletta, mi hai fatto bruciare le calorie di due giorni di pappa abbondante…

La cena è gustosa, Paoletta è ciarliera e Bubi sta bene in quella cornice calda e scoppiettante. Indaga con leggerezza: Paoletta, tutto bene? Avevo avvertito un po’ di tensione nei tuoi messaggi, monella volevi farmi preoccupare…

No, Bubi, in effetti ogni tanto l’ansia mi stringe proprio la gola, divento intrattabile, scalpito, mi sta tutto stretto. E lui…in estrema sintesi lui sa che trovo in te un momento di salutare distrazione.

Hai capito, sono un farmaco eh! E lui dovrebbe pagarmi e ringraziarmi, ride Bubi.

C’è poco da scherzare, Bubi, forse lo farebbe sai?! A lui basta tenere a bada le mie intemperanze capisci?

Non lo dipingi come un santo e neanche come un galantuomo, Paoletta. E’ orribile quello che dici, siete a questo punto?

Lo siamo sempre stati, Bubi. Sono io che dopo tanto tempo sento un po’ di frustrazione, ecco. Lui…non è un santo. Ma non lo sono neppure io, me l’avevi detto anche tu rammenti?

Certo, glissa Bubi lasciando cadere l’argomento: questa sera sei più tentatrice del solito, Paoletta, stuzzica l’appetito in tutte le forme…

Si trattengono ancora a lungo Paoletta e Bubi, chiacchierando davanti a un film e poi ancora nell’accogliente alcova. Bubi rincasa alle tre del mattino, decisamente spompato ma soddisfatto.

Però…

Qualcosa bussa al cuore e alla testa di Bubi.

Tutte quelle figure, tutti quei corpi, tutte quelle voci, tutti quegli incontri sono sempre e solo gocce. In un oceano che le inghiotte, le confonde, le disperde. In un oceano che ha miliardi di altre gocce.

Gocce di piacere, di inchiostro, di saliva. Gocce di qualcosa che vagamente assomiglia alla speranza. Quella disperata, di affanno o di inquietudine. Scorrono…

Forse la terra è l’albergo dei viandanti. Nessun equilibrio, nessuna meta. Un peregrinare incerto e forsennato tra il tentativo di capire e fermare l’attimo che fugge e la scomposta brama di provare emozioni.

Accidenti, le emozioni. Ancora loro, ancora lì. Come spine nel fianco, sentinelle, fari. Una spruzzata di ottimismo nel cielo cupo. Una fesseria per placare il broncio. Una carezza di pietà sulle piaghe del dolore. Un fuoco d’artificio per strillare di meraviglia.

Bubi si guarda allo specchio e sfodera uno dei suoi sorrisi alzando le spalle. Non c’è altro da fare, bisogna scacciare l’apprensione.

Come fanno le sue donne, riflette Bubi. Quelle che annegano in lui. Donne che fanno le gocce nell’oceano…

Sarà questo l’unico destino possibile?

Si lava i denti, si spoglia e si butta sul letto.

Pensa a come andrà la serata con Anna, a come è stata travolgente Paoletta, ai pruriti vestiti di leziose lusinghe di Lella la crocerossina, agli ultimi messaggi di Lucy. Pensa a quel diario di nomi, orari, avventure. Agli odori, agli umori. Vivo di essenze, è il motto di Bubi. Ma lì, ora, quando sfumano le sensazioni, quando il silenzio e il buio fanno domande e aspettano risposte le facce, gli sguardi, le parole si mescolano. Le tempie pulsano. E le mani stringono qualcosa che non c’è.

Ci vuole un buon libro e tutto passa…

Poi…arriverà domenica, domenica con Giulì, domenica di riassunti e previsioni. Dovrà davvero abbozzare qualche direzione per i viaggiatori accomodati sulle spine?

CONTINUA

giovedì 7 ottobre 2010

Facebook, giochi di seduzione e baci

Facebook è un frullatore e frulla. Il senso acchiappatelo voi, come meglio credete. Ecco, nella home spunta Bubi: quale anima gentile vuole prendersi cura della mia malinconia?

Un invito quasi grazioso. Un po’ noioso per il clima frenetico di facebook ma ideale per la selezione: chi si ferma e commenta è, indiscutibilmente, già cascato nella rete. La rete di Bubi, s’intende.

Normalmente però le svezzate gattone che gironzolano intorno a Bubi la prendono larga, fingono di non porgere il generoso seno per un caldo abbraccio e tante coccole. Iniziano però una puerile pesca da riva, con l’amo sbilenco che ha già perso l’esca appena sfiorata l’acqua…Pubblicano all’impazzata link ammiccanti oppure frasi dense di allusioni. Le più terribili arrivano a scrivere nella propria bacheca veri inni alla gioia. Pensano così di invertire le reazioni: sarà Bubi a correre da loro, a succhiare quel nettare di ottimismo, a condividere una citazione, a clickare mi piace su una canzone o su un video.

E allora?

E allora le internaute facebookare crederanno che Bubi ha abboccato, anzi è già quasi in cottura…E lui, invece, si scompiscerà dalle risate, alla Totò. E’ lui ad aver raggiunto l’obiettivo!

Capita proprio così. Alla richiesta di Bubi non segue alcuna calorosa disponibilità. In compenso fioccano sulla home faccine sorridenti, esclamazioni di gaudio, ottimismo tout court. E Bubi rifila la zampata: sei sempre la migliore oppure fantastica, grazie o ancora la tua allegria è la mia salvezza.

A quel punto, cari lettori, le gattone si lanciano in fuse smodate…

E Bubi non risponde più. Off line.

Che spettacolo!

Questa è la bastardaggine adorabile di Bubi. Quella che smaschera la pochezza altrui, insomma…Donne, Bubi non è così sprovveduto come si prodiga a farvi credere, fatevene una ragione. Questo monito sarebbe davvero da diffondere su facebook!

Comunque si mette off line anche perché gli squilli del cellulare annunciano messaggi in rapida successione: meglio buttarsi sul divano e leggerli in relax.

Un sms è di Fiorella: finalmente un hard book molto art…devi leggerlo!

Uno è di quel vulcano di Francy: Bubi sai che dobbiamo proprio stringere i tempi e organizzare un match, ops un incontro? Tra pochi giorni riparto e chissà quando rientrerò in città…carino, vedi di muoverti a circuirmi per una cena con strascichi notturni!

Un altro è di Lucy: facciamo urlare i nostri corpi, nelle tenebre naturalmente. Ah, la seduzione della lingua!

Sempre enigmatica, esagerata, bizzarra, Lucy. Ma il riferimento alla seduzione della lingua per Bubi è un palpeggio eccitante. Tra loro evidentemente stuzzica qualche complicità…

Mmmmh, a Bubi piace quella sottile violenza che mette in allarme tutti i sensi.

Risponde a Lucy: che voglia, Lucy…

E non è finita. Pure Morena è in pieno raptus sessuale: Bubi sento il tuo alito sopra di me, questione di sesso, questione di dolcezza, questione di libertà. Sono in preda a un desiderio fortissimo, pardon!

E’ un bisogno aggraziato ma intenso quello di Morena. E Bubi riceve un’altra scarica di frenesia. Erotismo all’ennesima potenza nella sua fantasia: le sue donne sono al di là del cellulare eppure così presenti, in sguardi, sussurri e movenze, in quel calore che adesso gli gonfia il sesso…Ammalianti, conturbanti, focose, tenere, soavi.

Morena chiudi gli occhi per sentirmi dentro di te. Che libidine, tesoro.

Il più lieve degli sms è di Claudia, la rossa: un bacio.

Bubi lo immagina, quel bacio. Da quelle labbra rotonde e carnose che sbucano tra le lentiggini di un adorabile visetto paffuto e accattivante…

Claudia, sono mesi che non si vedono!

Claudia che fa l’amore ridendo, Claudia che chiede la luce perché per baciarsi e toccarsi bisogna vedere bene…Una sagoma, Claudia.

E i messaggi continuano…

CONTINUA

lunedì 4 ottobre 2010

La trottola Bubi e il sesso delle donne

Caro Bubi non dirmi che il balletto intorno a te ti impedisce di fermare la corsa o dare una svolta al percorso?

Giulì, non sono le danzatrici a battere il tempo e a gestire la scena, io sono una trottola che vive di movimento proprio…

Carina questa, Bubi! Giri pure a velocità sostenuta eh?!

Giulì, dai, sai che a volte cerco di rallentare e di fare il bravo ma il richiamo è forte, fortissimo: forse il carattere del moto perpetuo à scritto nel mio dna!

Magari domenica proverò a smontare questa convinzione…Adesso il sonno vince su tutto.

Si Giulì, ti lascio, buona notte e complimenti ancora per la pizza, squisitamente squisita…!

La sensibilità, un dono e un macigno, pensa Giulì quando richiude la porta e si appresta a prepararsi per Morfeo. Peraltro è proprio la sensibilità a unirli, nello strazio e nello splendore. Hanno le antenne che percepiscono tutto, una forma acuta di ricezione amplificata di qualsiasi umano segnale, accidenti.

Quella di Bubi è la storia di un uomo che per non farsi travolgere da quello che coglie scompiglia il pensiero dandogli in pasto una quantità enorme di stimoli e fughe. E Giulì è la donna che sa e capisce perfettamente Bubi.

Non è un caso, lo avrete compreso, che Giulì sia in tale simbiosi con Bubi…

Solo attraverso Giulì, Pedro avrebbe potuto immortalare l’avventura esistenziale di Bubi! D’altra parte a Pedro piace fare il guru a distanza, dobbiamo dirlo. In queste righe di lui c’è moltissimo ma gode a starsene in una dimensione di sublime distacco. Nulla di superbo, ovviamente. E’ la posizione che merita, ve lo assicuro.

Bubi rincasa. Più o meno gli frulla in testa la stessa considerazione dolceamara di Giulì ma la sfratta subito, appunto…guai a fermarsi davanti a quella consapevolezza!

La sua vita sarebbe molto diversa senza quel tarlo dell’intelligenza, dell’intuizione, della delicatezza emotiva. Ma la mia vita è questa qua che un’altra dentro non ci sta, cantava un noto motivo…Il destino non si può cambiare. E Bubi preferisce non ingarbugliarsi troppo nel compatimento, per carità. E neanche potrebbe mai illudersi di aggirare quel che è scritto nel grande libro delle stelle per disegnarsi un altro percorso.

Qualcuno potrebbe parlare di rassegnazione. Forse lo è, se la saggezza ha qualcosa a che vedere con l’accettazione della natura!

Scorre ancora i messaggi, vorrebbe rispondere a quella sfrontata isterica e accalorata della ninfomane con un po’ di umorismo pecoreccio ma si stende a letto e si addormenta.

Dieci ore di sonno, urrà. Bubi si sveglia riposato e rilassato: la condizione ideale per una delle sue giornate pazzerelle. Non lavora quindi ha tempo a disposizione per girovagare per librerie e negozi, flirtare con qualche barista, trastullarsi via facebook. Decide per un rapido intervento di igiene casalingo, poi esce. Per pranzo un ottimo campari shakerato e un toast. Lì, al tavolino del bar, in posizione strategica per l’osservazione del passeggio femminile, Bubi elabora spesso le sue migliori performances di componimento sessuale… Insomma è lì che scrive e invia sms strategici, erotici, romantici.

Arriva il secondo campari e Bubi diventa un vero marpione!

Aggancia le sue fiamme con una bravura insuperabile. Mentre lancia e raccoglie gli sguardi delle passanti e delle avventrici la sua immaginazione aumenta di pari passo alla sua capacità di punzecchiare il punto giusto.

Grande, Bubi! Riesce a far sentire unica ogni sua donna. E questo, repetita iuvant, è quello che le fa imbambolare! Ed è proprio su questo che Pedro insiste: le sue donne…Già, quelle sono le donne di Bubi. Tutte diverse ma tutte appartenenti a un genere. Certe altre, ad esempio quelle come Giulì, non desiderano che l’amicizia di Bubi e mai e poi mai potrebbero gradire o sognare o credere altro. E’ un passaggio essenziale, questo. Rifletteteci bene, lettori.

Ovviamente lui sa calamitare quel tipo di donna, quello che è già suo per definizione, prima di ogni possesso concreto…

Ecco, entra una cliente che Bubi conosce: accomodati pure al mio tavolo, se vuoi!

La tizia è complicata. All’anagrafe fa Fernanda ma per tutti è Ferny.

Ferny non è Giulì ma non fa parte delle femmine di Bubi. Qualche volta è bello per Ferny scambiare due chiacchiere con quel casanova alternativo di Bubi, altre è un po’ una scheggia di tristezza. Per Ferny quel nulla che è l’assenza di amore è spaventoso. Solo quando l’umore è alto riesce a scovare il lato simpatico di quell’esuberanza sentimental-sessuale che fa di Bubi l’ombelico di mezzo mondo. Quella è una giornata così così, una di quelle in cui Ferny non ride e non piange, semplicemente sta, come se non fosse in terra ma non avesse neppure ali per volare in cielo.

Bubi tenta lo scioglimento del ghiacciaio con una conversazione non troppo futile e non troppo impegnativa: maestro di equilibrismo, Bubi!

Ci riesce e Ferny diventa quasi trattabile. Ma Bubi sa che sono solo attimi di compagnia…Con lei non tenterebbe mai altro. Mettete in nota questa parentesi, è importante per completare il puzzle Bubi. Dovete avere ben chiaro che Bubi porta grande rispetto a quel confine. Non è solo per non cacciarsi nella fatica della donna tortuosa ed esigente che Bubi sta al largo, è autentico rispetto, davvero. Una donna come Ferny potrebbe interessare molto Bubi ma proprio perché ne conosce la purezza non osa rischiare di ferirla.

D’accordo, qualcuno sulla purezza di Ferny avrebbe da obiettare. Ma noi stiamo narrando di Bubi, di Giulì, della loro sensazione dinnanzi alla donna Ferny, il punti di vista altrui non conta…

Quando Ferny lo saluta ed esce Bubi è al terzo campari, armato di cellulare. In pista! Sms mandato a dieci donzelle in rubrica: hai voglia di farmi sorridere un po’? Mi manchi…

Oggi faccio danni, dice al barista. E mentre attende le reazioni invia alla ninfomane Monica un testo delirante: vorrei vederti adesso, subito. Non devo spiegarti il motivo, vero?

Neanche Monica fosse proprio in attesa di leggere un suo sms…in un lampo digita la risposta: sarebbe carino se me lo dicessi, stallone, mi eccita sapere cosa ti fa scatenare tanto desiderio di me.

La maialina vuole giocare, ride Bubi mentre ragguaglia il barista sulle caratteristiche di Monica…Non si offre per un incontro, evita di rispondere e crede di tenermi in caldo con il sesso da cellulare.

Che fai, le rispondi?, chiede il barista.

No, sghignazza Bubi. La lascio ad arrovellarsi di eros e stizza!

Intanto piovono risposte dalle dieci donzelle. Più deliranti del messaggio di Bubi a Monica.

Una manda una fila di sorrisi. No comment, alza le spalle Bubi.

Un’altra tenta la solita filosofia del sentimentalismo oltranzista: forza Bubi, abbracciamo la vita e respiriamo le nostre emozioni…Ti manco davvero? Anche tu!

Questa è proprio in tilt, borbotta Bubi.

Un’altra ancora lo smaschera senza alcun fronzolo: se qualcuna non mi ha già battuta sul tempo eccomi! Casa libera, se vuoi ti accolgo in un sorriso aperto e sensuale.

Che briccona osè, non la ricordavo così spudorata, eh eh, ridacchia Bubi.

E un’altra ancora tenta la mossa languida: ne avrei tanto bisogno anch’io. Ci aiutiamo a vicenda? Forever…

Forever? Giammai, ulula Bubi scolando l’ultimo sorso di campari.

Uhm, chissà su facebook, dai vado a divertirmi on line: così Bubi saluta il barista.

Sono solo le quattro del pomeriggio, andrà da Paoletta per l’ora di cena. Facebook può ancora registrare qualche prodigioso exploit di Bubi!

CONTINUA