domenica 22 agosto 2010

E' pornografia?

Anche il prurito per le narrazioni che si avvicinano alla pornografia può placarsi, avvertire la noia, sentire la mancanza di sviluppi più sentimentali…

Ecco, forse vi state interrogando su questo, cari lettori. Insomma vi state chiedendo se questa storia ha una conclusione e quale…Se Bubi si innamorerà. Se invecchierà senza una compagna accanto con pentimenti e rimpianti. O se farà il buon marpione invidiato e soddisfatto fino a che fisico e psiche glielo consentiranno. Pedro e io invece ci stiamo chiedendo se uomini e donne prevedono e auspicano epiloghi diversi. Se è tipico degli esseri umani sociali immaginare sempre che trionfi l’esito più emotivo, profondo, tenero. O se invece non è proprio in un finale aperto la chiave più giusta per un autentico contatto con la soglia del nostro variegato universo.

Ogni pensiero su Bubi e le sue donne non ha valore assoluto. E non solo per l’incontrovertibile ragione dell’unicità di ciascuno. Ma anche, forse soprattutto, perché ognuno di noi difficilmente partorisce e conduce un parere fuori dall’orientamento collettivo.

Non è questione di conformismo e neanche di moralismo, se a uno e all’altro vogliamo attribuire il senso di intelletto asfittico e suggestionato…

E’ molto di più e molto di meno. E’ altro, se vogliamo cavarcela per la via breve. C’è dentro tutta la filosofia della vita. O quasi!

L’idea dell’amore e delle unioni fino alla separazione imposta dalla morte ha sicuramente una vigorosa matrice culturale, religiosa, sociale. E con questo potremmo asserire che allo stato naturale principi del genere non avrebbero alcun rilievo. Ma sappiamo bene che siamo animali speciali, noi uomini, destinati insomma alla socialità e quindi, fortunatamente o inevitabilmente, alle forme di aggregazione…

D’altra parte pure la riprovazione, almeno apparente, della sessualità troppo libera e dominatrice dei sensi e dell’esistenza ha radici in esigenze di ordine, costume e direzione socio-culturale. Però non possiamo più negare che qualche romanticismo e una buona dose di idealismo, almeno i più sinceri, siano un bisogno terreno molto energico e vivace…

La matassa dei corpi è anche matassa di aliti e di emozioni, dunque. Qualche volta soave, altre più aspra. Ma umana. Come umane sono quelle brezze maschili e femminili che vogliamo lambiscano o siano musa di certi aspetti, di certi risvolti, di certe inclinazioni. Sono l’effetto di persuasioni o semplicemente la realtà?

Pedro osserva Bubi e osserva le sue donne. Vorrebbe sorridere a lui e a loro. Ma non sempre è possibile, cari lettori.

Bubi non è un esempio di virtù, dice Giulì.

Bubi fa del vizio virtù, amo dire io. E Pedro non mi ha mai smentito, se è questo che volete sapere.

Cavalca l’onda, da un letto all’altro, tra le gambe di una ninfomane, tra le braccia di una ragazza disinibita e spiritosa, sulle labbra di una donna che non amoreggia più con il marito o sul seno di una femmina intrigante e prosperosa. Segue la scia dell’eros per non farsi tormentare dal groviglio interiore. O perché non crede nell’amore. O perché ha troppo rispetto per l’amore per pronunciarne anche solo il nome con una pletora di donne che ne parlano senza alcun ritegno.

Sappiamo solo che Bubi non vuole complicazioni, impegni, responsabilità?

Sappiamo solo che Bubi è refrattario ai problemi e alle crisi delle sue donne?

No. Sappiamo anche che Bubi ha sicuramente un bagaglio di dolori, di ansie irrisolte, di paure, di fragilità. E non osa aspettarsi che qualcuna ami tutto questo, ami Bubi per quello che è…

E sappiamo anche che Bubi incontra donne. Donne smaniose di avventure, donne che credono di addomesticarlo come un animale da salotto, donne che non si fanno troppi scrupoli sul cammino per la ricchezza materiale, donne che oltre e prima del corpo hanno messo in liquidazione l’anima…

Vogliamo farci la domanda delle domande?

CONTINUA

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