venerdì 20 agosto 2010

Il sesso in una pagina bianca

Questa volta anche per Bubi, che non vaneggia mai in paragoni, scatta una piccola reazione di confronto: il sesso con Morena non ha la porca febbre di quello con Monica…Monica è una maschera di lussuria un po’ trash, arrapata e incalzante, Morena è una femmina raffinata, morbida e seducente. Monica è hard e a Bubi non è certamente dispiaciuta. Ma Morena ha una sensualità che sfida il tempo e i picchi di adrenalina, ecco.

Non ha svelato a Morena di aver già avuto un coinvolgente contatto sessuale con Monica, forse avrebbe dovuto farlo. Questo pensa Bubi quando ormai sta salutando Morena per rientrare a casa. Probabilmente ci penserà la ninfomane Monica a farglielo sapere, forse l’ha adescato proprio credendo di ferire lei. Bubi sa che il feeling con Morena non dovrebbe essere facilmente compromesso da un personaggio come Monica ma prova comunque un lieve senso di disagio…

Non tanto lieve, forse, se quando arriva a casa si risolve a mandare un messaggio a Morena: non ti ho detto che sono uscito con Monica. Non volevo turbare la nostra serata ma preferisco informarti prima che lo faccia lei. Ho l’impressione che sia una bestia grama, purtroppo. Un abbraccio forte.

Morena risponde: grazie, Bubi. L’avevo immaginato ma apprezzo la tua sincerità. Tranquillo, Monica non può farmi male…

Bubi si addormenta subito, vestito e con la tv accesa. Sono le 3 del mattino e il giorno che l’aspetta è ancora una pagina bianca.

Dovete approfittare dell’assenza di programmi, cari lettori. Prima che Bubi scriva sulla pagina bianca fermatevi e chiedetevi se desiderate una svolta, se vi aspettate una nuova avventura erotica, se sperate di saltare a piè pari fino al giovedì sera con l’amica Giulì.

Aspetto idealmente il responso, con pazienza. Intanto svolazzo tra le vostre elucubrazioni. Cerco di spruzzare un po’ di ardita fantasia, qualche bonaria valutazione, un velo di suspence.

Perché questo groviglio di corpi non può essere la storia di Bubi, la storia di uomini e donne, la storia della vita. Eppure è la realtà spiata dal buco della serratura. E’ come una frase estrapolata da un contesto più vasto e complesso. In ogni corpo c’è un’anima, accidenti.

Le giornate scandite dall’agenda delle occasioni sessuali, dagli sms, dal gioco degli ammiccamenti e delle conquiste possono farsi assurde, asfissianti o precarie. Un vuoto dietro l’altro. Ma qui i sensi sono sempre in allerta. Tintinnano, soffiano, toccano, bruciano, sussurrano. I piaceri rincorrono piaceri. E quelle sottili e splendide folate di vento che si chiamano emozioni spirano forti e piene tra Bubi e le sue donne…

E’ possibile fare l’amore senza amore?, chiese una volta una donna al nostro Pedro. Esiste un sesso che si consuma per rapida e animalesca combustione. Esiste un sesso che si respira nella sublime espressione del sentimento di coppia. E esiste, forse, un sesso della verità di un istante…Come compassione affettuosa per la solitudine, il desiderio, il sogno magari. O come bugia per ingannare il rigore culturale e interiore. O come guizzo filosofico che non ammette troppe spiegazioni.

Ricordatevi di Giulì: tu non sopporti la solitudine, Bubi…

Ma non lasciatevi condizionare troppo dalle convenzioni, per carità.

La sintesi di una pagina bianca o del fiume di inchiostro che la macchierà potrebbe rivelare che la natura di uomini e donne e il groviglio delle loro passioni è ancora lungamente da esplorare. Con generosa indulgenza. Con sguardo vispo e penetrante. Con speciale ironia. Perché la verità, pure quella invereconda, è il cielo sotto il quale dobbiamo stare.

Non ci sono vittime, qui. Non ci sono neanche carnefici. Sono tutti vinti e vincitori. Giocatori e lottatori nell’arena del precario equilibrio di un benessere indefinito e indefinibile…

Le donne di Bubi, che si muovano in ambulanza come Lella o in maserati come Monica, non sono sprovvedute e deboli. E Bubi, che si faccia allettare da curve colte e garbate come quelle di Fiorella o da uno struggente enigma come Lucy, non è spirito fatuo.

Tutto e niente sul palco di un teatro grottesco. Perché un po’ grottesco, sempre, è il nostro cammino. Dalle spine sulle quali vi siete accomodati per questo viaggio non pretenderete di atterrare su una poltroncina: il terreno è accidentato, il sedile continua a punzecchiare. Ed è questa la favolosa fortuna! Non potete addormentarvi, fare gli smidollati o agitarvi con troppa foga…

Ci vogliono ironia e pazienza, Pedro ci aveva avvisati.

CONTINUA

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