E’ una notte di sesso forte, quella di Lucy e Bubi. L’ironia sembra sublimare il trasporto in leggerezza, audace ma serena. Solo qualche espressione del viso di Lucy tradisce una lontana agonia. Bubi finge di non accorgersene, non chiede, si impegna solo a non rallentare il ritmo di quelle ore quasi che un silenzio troppo lungo, uno spazio di stanchezza o di languore possano aprire a Lucy un varco per sprofondare…
L’intesa sessuale si rivela molto soddisfacente. Ma non era su questo che si potevano nutrire dubbi, lo sapete. E’ il tarlo di quella volubilità angosciosa di Lucy che può alterare, sconvolgere o mettere in pista estenuanti travagli.
Hanno fatto l’amore, hanno riso e bevuto e poi si sono ancora cercati, presi, baciati e toccati fino a un nuovo orgasmo. Hanno pure bagnato e potato le piante mezze morte di Bubi! Poi Lucy ha scovato un bicchiere di nutella e ha provveduto a spalmarne in abbondanza sulle poche fette biscottate rinvenute nella misera dispensa di Bubi…
E proprio assaporando quella leccornia l’enigma Lucy sfonda il muro della tranquillità: Bubi non so neanche perché sono qui.
Lucy seguire l’istinto non è sempre un male, sai? Dai, impara a non tormentarti troppo. Bubi cerca di lanciarsi subito in qualche battuta sulle piante: guarda, secondo me si riprenderanno, grazie, sei stata bravissima!
Lucy scosta un po’ di briciole, lo guarda con occhi spossati, si alza e và a prendere i suoi vestiti. Bubi la segue verso la camera ma resta sulla porta: si sta vestendo in fretta e alla rinfusa, Lucy.
Sta piangendo, Lucy, quando si volta e chiede: scusa Bubi, la mia borsa…sai dove ho messo la mia borsa?
Bubi la trova, la porge a Lucy con un gesto di imbarazzata tenerezza. Lucy la prende, corre alla porta, vuole scappare. Bubi riesce ad accarezzarle appena la testa e lei si precipita fuori. Bubi sente i singhiozzi, resta lì sul pianerottolo, disorientato e dispiaciuto.
Rientra in casa solo dopo aver sentito il portone di sotto chiudersi rumorosamente dietro le spalle di Lucy.
Quasi vorrebbe suonare a Giulì ma sono le tre del mattino, è nudo, stravolto e pure un po’ brillo. Si butta a letto ma non prende sonno. Invia un messaggio: Lucy avvisami quando arrivi a casa.
Non è da Bubi, no, non è da lui, è una di quelle apprensioni da coppia alle quali è allergico. Ma quella notte è spaventato. Forse proprio la calma apparente di Lucy ora rende ancora più terribile quella svolta critica e quel pianto. Lo sguardo di Lucy era proprio brutto…
Tira un sospiro di sollievo quando Lucy risponde, temeva che in quelle condizioni non l’avrebbe neanche fatto…: Bubi sono arrivata.
Messaggio più che stringato ma Bubi si accontenta.
Forse non dovrebbe rivederla più, pensa. Eppure è lì a chiedersi cosa rappresenti lui per Lucy, se si era aggrappata a lui, se invece lui è solo una comparsa nel film drammatico della sua vita.
CONTINUA
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