Mia
quella sera è decisamente diversa dal solito. Bubi lo percepisce appena la
vede. Lo accoglie quasi nuda, senza fronzoli ciarlieri, con gli occhi quasi
assatanati, la sigaretta aspirata nervosamente, il bicchiere vicino a una
bottiglia di vino appena stappata e già a metà. Lo stringe muovendosi con
esasperata malizia emettendo sussurri infuocati.
Bubi,
Bubi, prendimi…
Lo
spoglia con le mani che tremano e fremono e poi, con voce stridula, lo assale:
Bubi fammi sentire che mi vuoi, dimmi cose sporche, voglio essere la tua
schiava.
In
effetti quella trasformazione di Mia ha irrigidito Bubi. E’ eccitato anzi è
quasi sul punto di esplodere ma la versione aggressiva e spudorata di Mia lo
spiazza e lo blocca un po’. Cerca di lasciarsi andare, di assecondare Mia. E’
sedotto dalla sua fame di sesso e risponde con una prestazione da maschio di
razza. Ma non riesce a pronunciare che poche parole, quasi a denti stretti,
senza il calore della violenza infoiata che Mia agogna. E Mia strilla, si sbatte,
lo lecca ovunque, ripete fammi male, Bubi…
Ne
esce una serata confusa, un’edizione mal riuscita di un film porno con un’attrice
che interpreta bene la parte e un attore del tutto a rimorchio, che tiene testa
alle scene ma sembra sul set per costrizione.
Amoreggiano
fino all’orgasmo. E ancora. E ancora. Ma i brividi di Mia scemano in un turbamento
rabbioso e il disagio di Bubi lievita come una torta nel forno.
Non
resistono accanto nel letto quando il sesso lascia il posto al declino. Ed è
proprio Mia a rompere gli indugi: vado a farmi una doccia, ciao Bubi, buona
notte. Praticamente è libero, può andarsene, chiudere la porta alle sue spalle
e lasciare Mia alla sua notte di pensieri e tormenti. Ciao Mia, replica Bubi
con lo stesso tono da automa usato da lei.
Perché?
Perché,
si chiede Bubi tornando a casa. A cosa è dovuta quella trasformazione di Mia?
Si
addormenta a un sonno agitato, Bubi. Per fortuna non c’è la sveglia, non lo
aspetta una giornata di lavoro. Si sveglia tardi e svogliatamente per alcune
ore provvede alle incombenze che si era programmato quasi cercando di sfuggire
al ricordo di Mia.
Sono
quasi le 19 quando squilla il cellulare, è Giulì.
Bubi,
sei vivo? Ho fatto un ottimo pesto, vieni a cena da me?
Molto
volentieri, Giulì, amica mia. Un’ora e sono lì.
Bubi,
che voce…cosa è successo con Mia?
Ma
Bubi ha già chiuso la comunicazione.
Questo
pesto è davvero squisito, ogni volta migliori Giulì! Ci voleva un sano
godimento!
Bubi
sei sconvolto.
Altro
che poesia erotica, GiuLì, avevi ragione. Ieri sera Mia ha vestito i panni
della sgualdrina famelica, era irriconoscibile. Sembrava volesse indurmi a
impazzire di lei e per lei. Era così volgare da farmi quasi ammosciare tutto,
Giulì. Come può esserle scattata questa bramosia di sesso orale?
Oh
Bubi non pensavo proprio che il sesso orale fosse un problema per te! Da
quando?
Giulì
non “quel” sesso orale, figurati! Intendo il sesso verbale, ecco. Voleva luride
parole, insulti impudichi, grida di lascivia. Era tesa all’orgia dell’indecenza
verbale insomma. Si aspettava che io smaniassi di commenti piccanti, che la
inseguissi con veemenza sboccata. Perché? Perché, Giulì? A un certo punto mi ha
detto: non stiamo facendo l’amore Bubi, stiamo scopando capisci?!? Stizzita e
insieme depravata.
A
me non stupisce, Bubi. Mia ha sempre indossato quell’odiosa maschera
intellettuale per circuirti ma non è niente più e niente meno di una erotomane
frustrata. Se fossi in te ci metterei una bella pietra tombale sopra. E, visto
che abbiamo aperto la parentesi, passiamo a quelle del sesso orale, le tue
amichette inclini all’amor di bocca insomma.
CONTINUA
grazie, per il commento al mio blog... beh il tuo però è un vero paradiso, lo posso aggiungere nei miei siti amici?
RispondiEliminaSimone
http://www.disordina.it
...bellissimooooo....eh si Irene c'e' sesso orale e sesso orale...entrambi fatti con la bocca ma dal risultato finale ben diverso...ih ih...sei stata bravissima con il gioco di parole...un bacio grsndeee, silvy
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