Qui e ora le donne non si sentono libere di accoppiarsi, di dare sfogo a qualsiasi voluttà, di abbandonarsi senza remore all’occasione effimera di qualche pratica erotica.
C’è sempre o quasi sempre di mezzo la giustificazione. L’amore, l’infatuazione magari generata da chissà quali promesse o auspici, la fragilità di un periodo di crisi, il bisogno di affetto, la solitudine, l’ebbrezza alcolica.
Non si comprende bene perché tutta l’emancipazione delle donne non ha archiviato la prassi della giustificazione. E non si comprende soprattutto perché sono proprio le donne dedite all’ostinazione di giustificarsi, non gli uomini a pretenderlo. Insomma è delle donne l’atavico condizionamento a una sorta di purezza innata che dovrebbe tenerle lontane dalla lussuria fugace.
Ma anche qui trovano una giustificazione. E’ tutta colpa del maschilismo. Se le donne passano allegramente dalla libidine senza troppe implicazioni sentimentali sono raggiunte dall’infame etichetta di concupiscenti facili, di cattivi costumi, di moralità discutibile. In verità anche su questo sono assai più feroci le donne con le loro colleghe, lo sappiamo bene.
Comunque fino a questo punto non ho svelato molto. Certe armonie e certe stonature appartengono al patrimonio di ruvida, istintiva sapienza.
Come vi appartengono le sindromi ancestrali della crocerossina e quella della donna speciale. Ma qui tutti i profili psicologici, pure quelli che crediamo noiosamente noti, aprono parentesi variegate e gustose. Gli spaccati reali e letterari degli incontri tra carne e sentimento svelano sorprendenti sfumature.
Ficcatevi dunque come più vi garba nella trama limpidamente scabrosa di Uomini e donne.
Mi ero dimenticata di annunciarlo, forse. Uomini e donne è il titolo di una lunga serie di appuntamenti on line. C’è un inizio, ci sarà una fine e nel mezzo la più scandalosa serie di cervellotiche combinazioni di anime e corpi. Alla faccia dell’istinto primordiale e dei trasporti irrazionali ci imbatteremo in logiche e illogiche acrobazie del pensiero e delle gesta. Tra sensualità, fantasia, indecenza e frenesia.
Non c’è più tempo. Pedro vuole un racconto veloce, la realtà colta al volo, in presa diretta insomma. D’altra parte la vita del nostro uomo è così, rapida e travolgente. Qualche volta proprio incasinata.
Bubi non può non incontrare una crocerossina. Lella infatti lo è.
“Lasciati curare da me, non te ne pentirai!” Un messaggio così ha una sirena più assordante dell’ambulanza, accidenti. E Bubi, l’uomo vittima e carnefice, ha un reflusso gastroesofageo che erutta in un sorriso tiepido. Un po’ di nausea, un po’ di tenerezza ecco. Perché lui di quello slancio in camice bianco non sa proprio cosa farsene. Non è stimolante e non è originale. Uffa, mormora nella mente afflosciandosi.
Però è carina, Lella, la crocerossina. E allora merita una seconda chance. Incalza lui cercando di svezzarla: “lascia perdere, sono inguaribile e pericoloso. Comunque se vuoi rischiare…”
CONTINUA
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Bella questa introduzione; originale averla posta come secondo anziché come primo post.
RispondiEliminaUn invito, una promessa di grandi esplorazioni narrative.
Il finale, poi, è un vero e proprio inizio di trama, un incipit che dice già tutto sul carattere di Bubi.
Gian Contardo.
Sono lieta che ti piaccia, Gian....
RispondiEliminaNe vedremo delle belle con Bubi e le sue donne!!!
Spero di averti sempre qui, sai che le tue impressioni sono molto importanti per me :)
Ciao, un abbraccio
Irene