Sei così convinto che le donne siano tutte santarelline desiderose di una purissima congiunzione sentimentale? Che le donne insomma proverebbero a far innamorare perché ardono dalla voglia di coronare il sogno di un’unione di incrollabile affetto, rispetto, complicità, gioia?
Giulì sai che non sono un pivello credulone e neanche un maschietto così superficiale come godo a essere dipinto…
Bubi non penso tu sia uno sprovveduto e non nego la tua intelligenza e la tua sensibilità, ci mancherebbe! Ma sono convinta che le donne possono far vacillare qualsiasi cervello e qualsiasi spirito, Bubi, ecco, tutto qui. Anzi, non è solo questo. C’è anche un innato istinto degli uomini a voler riverire anche l’esemplare femminile più ripugnante.
Giulì, cosa dici? Riverire mi sembra francamente eccessivo.
Dai Bubi sai bene che la filosofia della forza e della debolezza risponde a un equivoco universale! La donna che vuole infilarsi nel vostro letto deve solo mettersi l’aureola dell’amore o comunque giustificarsi.
Si, Giulì, quella della giustificazione è la storia del mondo e del groviglio di corpi, ruoli e parole, lo so! E so anche che poi ne arriva un’altra, di giustificazione. Dopo le capriole, intendo. Perché voi donne, dopo una splendida sbornia di sesso, per liberarvi di noi dovete inventarvi qualche senso di colpa, una cotta sbagliata, un altro amore che è tornato, una disperazione emotiva o chissà quale altra diavoleria…Ride, Bubi.
Infatti, Bubi, è proprio così. Allora lascia perdere la fandonia che le donne devono espugnare la fortezza e il bla bla da salotto della falsità!
No, Giulì, nessuna falsità. Forse non mi sono spiegato bene…Le donne tirano fuori gli artigli della seduzione, del raggiro, della dolcezza pilotata perché non sopportano l’uomo che non casca ai loro piedi, che le tratta come tutte le altre. “Io non sono come le altre donne” è una frase emblematica dell’essenza femminile. Diventate verdi dalla rabbia se non ce la mettiamo tutta ad illudervi che vi consideriamo diverse, una spanna più in su, speciali o robetta rosa del genere, dai Giulì.
Questa volta a sbellicarsi è Giulì: così si che ci capiamo e siamo d’accordo, Bubi! Tutto giusto, tutto vero…Vogliamo essere “riconosciute”, usiamo proprio questo termine, se non sbaglio.
Non sbagli Giulì. Noi uomini ovvero esseri umani semplici e non arzigogolati e astrusi come voi il più delle volte non sappiamo neanche cosa dovremmo “riconoscere” ma abbiamo imparato l’arte di assecondarvi e ingannarvi un po’!
Mio Dio, certo che siamo messi maluccio quanto a comunicazione, comprensione e sincerità noi animali a due zampe, eh?!
Oh Giulì se prendessimo sul serio la realtà ci sarebbe da piangere…Propongo quindi di continuare a prendere questo caos con un pizzico di leggerezza. Ehi, è finita la birra, non mi hai detto tutto di questa Monica e vorrei che mi chiarissi meglio l’idea che ti sei fatta dell’enigma Lucy.
Bando alle ciance, insomma, è questo che vuoi dire? No, caro Bubi, c’è ancora qualcosa che non mi piace lasciare in sospeso. Ve la cavate con la trovata che siete animi semplici…Non capite cosa dovreste riconoscere! Bubi è qui che voglio infilare il dito. Troppo facile archiviare nei facili costumi le avances, gli incontri carnali, le sottomissioni osè. Ma facciamo esempi concreti, accidenti. In pratica Bubi come dovrebbe comportarsi con te una donna alla quale piaci per non finire nel carnet di quelle che fanno sesso con te, vorrebbero farlo, lo faranno?
Giulì ti uccido di solletico. O ti strapazzo di baci fanciulleschi, vedi tu! Che barba, mi conosci. Per me il sesso è sintesi di emozioni e momenti. Non sono un maniaco in raptus di erezione quasi perenne. Anzi, tutto sommato oserei definirmi selettivo…
Tu sei il mio fumetto preferito Bubi! Sghignazza Giulì. Siamo amici Bubi quindi non posso faticare ad ammettere che ti stimo, è ovvio! Ma non prendere il largo. A te piace tessere la ragnatela, finire nella ragnatela, incrociare altre ragnatele e via di questo passo in una gigantesca trama di magnetismi, ritrosie, voluttà, frange e volant. OK, scandisce Giulì. Ma non puoi tergiversare con me! Come consideri tutte le donzelle che finiscono nel groviglio o ti attorcigliano nel loro? Ti innamoreresti mai di una di loro?
Non sei una maga, Giulì, sei una strega, sorride Bubi. Perché dovrei risponderti se conosci già la risposta?
Perché mi irrita che tu non la sillabi con voce ferma e stentorea, furbacchione.
Si stringono in un abbraccio, Bubi e Giulì. Un abbraccio rotto dai singhiozzi…Non piangono, sono solo un po’ brilli!
CONTINUA
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