mercoledì 23 giugno 2010

Il passato che ritorna

Bubi spegne il telefonino: fine delle interferenze. L’ottima performance della nazionale scalda sempre più gli animi e Bubi si ritrova a tenere banco come se guidasse la tifoseria allo stadio. Le risate riempiono il locale di un’allegria contagiosa: gli avventori si uniscono alla tavolata, brindano e applaudono.

Il goal della vittoria è bagnato da una bevuta collettiva con tanto di canto corale di sfottò agli avversari.

La radiosa brigata si disperde a fine partita con il solenne impegno a riunirsi per il prossimo match che vedrà in campo l’Italia. A Giulì il compito di tenere desti i contatti. E, conoscendo Giulì, non c’è da dubitare che lo onorerà degnamente.

Bubi e Giulì si avviano verso casa, zigzagando per l’euforia del risultato e per l’ebbrezza di un’arietta magnifica sotto il cielo stellato.

Discorrono della serata con quella loro abitudine di fare le pulci simpaticamente a tutti. Al tipo arrivato tutto fine e impomatato, a quello che gli urlava nelle orecchie con la grazia di uno scaricatore di porto, alla signora vestita come un ultras. Tra Bubi e Giulì c’è un feeling perfetto sulle osservazioni e sulle sfumature, le battute si intrecciano esilaranti e fulminee.

Optano per casa di Giulì dove, neanche a dirlo!, ci sono birra fresca e patatine.

Quando si accomodano in salotto Giulì strizza l’occhio a Bubi: dai, riaccendi il cellulare e vediamo un po’ chi ti ha tampinato…

Giulì, mi è bastato l’ultimo sms che ho letto, lo sai.

La solita storia? Chiede Giulì.

Purtroppo, risponde Bubi chiudendo gli occhi su un denso sospiro.

Rigurgiti di un tempo che non si può seppellire. Abbiamo tutti qualche conto in sospeso, qualche scheletro nell’armadio, qualche trascorso che lascia strascichi. Errori che torturano. E ferite che non si rimarginano. O vincoli che non si spezzano.

Anche per Bubi il passato torna con prepotenza, talvolta. Quando ha deciso di vivere alla giornata Bubi non ha considerato che ci sono radici e interazioni ingovernabili, dice Pedro. E così la sua insofferenza è feroce.

Giulì elargisce a Bubi un affettuoso buffetto e tace per qualche minuto. Sa che la cosa migliore in quel momento è portarlo altrove con la mente, lasciare che il periodico grattacapo si afflosci un po’, in fondo non è una tragedia, è solo uno dei normalissimi assilli della vita. Bubi vorrebbe un’esistenza senza complicazioni e una spugna per cancellare quello che lo infastidisce…Giulì l’ha rimproverato molte volte per quella assurda pretesa ma ora non infierisce.

Bubi devi raccontarmi di Paoletta. E poi di Lucy, insomma l’hai più vista o sentita?

Bubi ricambia l’affetto di Giulì con un sorriso colmo di stima e di gratitudine: sei una maga o una strega, amica mia?

CONTINUA

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