mercoledì 7 luglio 2010

Passione

Al terzo campari shakerato tutto può essere piuma o piombo, è facilmente comprensibile. Ma al quarto, mentre la lingua si attorciglia, gli occhi di Bubi ridono. E’ sempre una grande difesa: non prendere troppo sul serio gli insulti e non farsi irretire dalle carezze. La storia della lucidità alcolica è complessa, Pedro e io la racconteremo poco per volta. Ora basta evocare la relatività…

Ecco, sintetizziamo: per Bubi tutto è relativo. E noi sappiamo che spesso è difficile dargli torto!

La gestione degli sms può richiedere una discreta applicazione e Bubi al momento è intenzionato solo a godersi l’attesa di Paoletta. Quella sosta al bar è utilissima per prendere le distanze mentali dalle seccature lavorative e non vuole cacciarsi nel ginepraio dei sospiri e dei rimproveri femminili: sa che se risponde a quei messaggi accende la miccia e rischia un ping pong lungo e asfissiante. Li lascia in archivio, ci penserà domani. E appena arriverà Paoletta spegnerà il cellulare. Lo fa sempre, Bubi.

Sono le 19.40. Paoletta non è ancora arrivata e squilla ancora la suoneria dei messaggi. Bubi estrae il cellulare dalla tasca. E’ Lucy. Bubi non se l’aspettava, è evidente che legge con trepidazione: Bubi come stai? E’ stato molto bello, troppo bello forse. Sono scappata via perché i fantasmi sbucano fuori nei momenti migliori, è lo scabroso tranello del destino. Ho ancora il tuo odore addosso…Bubi hai pensato alla tua passione?

Istintivamente spegne il cellulare, Bubi. Tempismo perfetto: entra Paoletta.

Un bacio caldo e brioso sulla guancia e poche parole all’orecchio: perdonami, corro in toilet, qualche minuto e sono da te Bubi! Intanto per cortesia ordina un campari shakerato anche per me, grazie…

Bubi è contento, Paoletta sembra ancora più avvenente e briosa. Però appena si allontana è inevitabile che Bubi rifletta sulle parole dell’enigma Lucy.

Bubi hai pensato alla tua passione? Bubi sa benissimo cosa intende Lucy. E ci ha pensato, infatti. Perché il trasporto sessuale è una questione complicata, di fisicità, di sintonia. E non solo. Poi con Lucy c’è qualcosa di primitivo, intimo e recondito che genera scintille e timori, slanci e fughe. Una lacerazione comune. Qualcosa che per gli altri è impalpabile o assurdo e che per loro invece è croce e delizia. Una sorta di deragliamento spirituale che è spina nel fianco tanto di Lucy quanto di Bubi.

Ha ragione Giulì: in qualche maniera funzionano come specchi, uno per l’altra. Talvolta è estasi, altre è follia, altre ancora è disagio.

Forse Lucy è la ferita di Bubi. Forse Bubi è la ferita di Lucy.

Non si amano, no, non potrebbero mai, credetemi.

Avete presente quando c’è qualcosa che ci perseguita o ci disgusta o ci terrorizza? Vogliamo volgere altrove lo sguardo ma nello stesso tempo sentiamo l’impulso sfrenato a fissarla o a sbirciare, almeno…

E’ quel delicato rapporto tra i nostri mille frammenti, magari.

O una verità che preferiamo non ammettere.

Potrebbe anche essere solo disperazione. Che cerchiamo di ignorare, di elaborare o di affrontare.

Paoletta è in forma smagliante. Eccomi, Bubi!

CONTINUA

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